Atsushi Ohkubo si racconta: le origini e i temi di Fire Force e Soul Eater

In occasione di Lucca Comics and Games 2022 abbiamo partecipato all'incontro con Atsushi Ohkubo, autore di Soul Eater e Fire Force.

Atsushi Ohkubo si racconta: le origini e i temi di Fire Force e Soul Eater
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Nonostante la giovane età, Atsushi Ohkubo non ha certo bisogno di pompose presentazioni. Nato nel 1979, il mangaka che solo di recente ha compiuto quarantatré anni ha già alle spalle due lunghe serializzazioni e altre opere minori. In attività da poco più di due decenni, il fumettista giapponese ha infatti raggiunto la popolarità a livello globale grazie a Soul Eater e Fire Force, due serie folli e straordinarie che nel corso degli anni hanno ricevuto delle trasposizioni animate (a proposito, qui trovate la nostra recensione della prima stagione di Fire Force).

Ospite a Lucca Comics & Games 2022, proprio il sensei Ohkubo è stato al centro di un recente press cafè durante il quale la stampa italiana ha potuto interrogarlo su fonti di ispirazione e curiosità legate alle sue famosissime serie. Avendo partecipato all'incontro, di seguito ve ne proponiamo il nostro resoconto.

La nascita e i temi di Fire Force

Focalizzata principalmente su Fire Force, i cui ultimi volumetti usciranno in Italia soltanto durante l'anno venturo, il press cafè con Atsushi Ohkubo si è aperto con una domanda immancabile e volta a scoprire le precise ragioni per cui il mangaka abbia scelto di scrivere un fumetto avente per protagonista dei pompieri.

A questo proposito il sensei ha spiegato che, prima ancora di iniziare a plasmare Fire Force, nutriva il profondo desiderio di raccontare qualcosa di nuovo e di scrivere una storia che avesse come personaggio principale un eroe, che tuttavia potesse apparire al tempo stesso come una persona "vicina a noi". Tenendo fede alla regola non scritta degli shonen, che appunto vedono per protagonisti degli eroi, e dal momento che fino a quel momento non erano mai stati realizzati dei manga incentrati sui vigili del fuoco, Ohkubo - che durante l'evento ha scherzosamente ammesso di adorare le uniformi - ha quindi deciso che il personaggio principale del suo nuovo fumetto sarebbe stato un pompiere. Se con gli Incendiati (gli esseri umani che dopo aver sprigionato le fiamme dal proprio corpo si trasformano in inferni viventi) ha dunque cercato di mostrare il lato negativo del fuoco, ossia un elemento che consuma e che può incutere timore, i pompieri della Fire Force hanno invece brandito le fiamme come un potere positivo e l'hanno impiegato per salvare delle vite.

Tenendo poi presente che proprio Fire Force, lo scorso anno, ha aiutato un diciottenne giapponese a mettere in salvo un'anziana intrappolata tra le fiamme, Ohkubo si è detto molto contento di aver scritto un manga capace di insegnare il modo corretto per approcciarsi agli incidenti e che questo abbia addirittura contribuito a salvare una vita.

Come accennato in apertura, quel che accomuna gli universi di Soul Eater e Fire Force è l'onnipresente tema della follia, che il mangaka ha definito come un mix tra l'agitazione tipica dei bambini e l'insicurezza insita nelle persone.

Sempre a proposito della follia, Ohkubo ha affermato che "in ognuno di noi c'è un pizzico di follia, specialmente nei momenti in cui perdiamo le staffe e vorremmo quasi fare del male agli altri. Ciononostante, ritengo che ciascuno di noi abbia bisogno di un po' di follia, perché proprio questa è uno dei motori che ci spingono a creare. Se non avessimo neanche un briciolo di follia, probabilmente moriremmo". In ogni caso, la follia non è l'unico elemento condiviso da Soul Eater e Fire Force, che difatti hanno sempre saputo combinare con grande maestria delle squisite atmosfere dark, tanta ironia e un po' di fanservice. Ammettendo di essersi ispirato a Dragon Ball e Dr. Slump & Arale del maestro Akira Toriyama, Ohkubo ha spiegato alla stampa che il suo scopo è quello di divertire il lettore, e che per farlo ha escogitato il cocktail di comicità, fanservice e atmosfere oscure tanto apprezzato dai suoi fan.

Somiglianze e differenze con Soul Eater

Se Fire Force è stato caratterizzato sin dai primissimi capitoli da incredibili somiglianze con Soul Eater, spingendo orde di fan a ipotizzare che le due storie fossero in qualche modo connesse, il legame tra i due manga è diventato sempre più evidente soltanto durante l'ultimo arco del primo, dove si è per altro scoperto che Fire Force è in realtà un prequel. Incalzato sull'argomento, Ohkubo ha raccontato che fin dal principio era intenzionato a collegare le sue due opere, ma poiché non sapeva ancora come ottenere tale risultato, l'idea è maturata col tempo.

Dal momento che il sensei ha concepito un mondo che si collocasse cronologicamente tra il nostro e quello di Soul Eater, quello di Fire Force può insomma essere considerato "un futuro anteriore a quello esplorato in Soul Eater". Sebbene sia anch'esso ambientato in una zona interna di Tokyo, al contrario il manga di B. Ichi non è stato concepito come parte di quell'universo folle e affascinante di cui al momento fanno parte Soul Eater, Soul Eater Not! e Fire Force.

Parlando invece delle differenze tra le due opere, il sensei ha ammesso che nel corso della scrittura di Fire Force si è sentito un po' condizionato dal lavoro svolto con Soul Eater. Dal momento che il tema principale del suo precedente manga era l'importanza della vita e che questo era una sorta di gioco della morte dove i protagonisti mietevano delle anime, con Force Force ha voluto creare un mondo completamente diverso, dove lo scopo dei personaggi è quello di salvare il prossimo. Se da una parte è stato semplice trattare delle tematiche prettamente opposte, dall'altra il sensei Ohkubo ci ha fatto sapere di aver trovato qualche difficoltà al momento di plasmare un immaginario tanto diverso da quello che aveva dipinto in precedenza.

Personaggi preferiti e progetti per il futuro

Benché Ohkubo ami tutti gli individui nati dalle proprie matite, nel corso del meeting abbiamo appreso che il suo personaggio preferito di Soul Eater è il chiassoso Black Star, mentre tra quelli di Fire Force il mangaka ha una predilezione per Arthur e Benimaru. Stando a quanto raccontaci, le ragioni di queste particolari simpatie andrebbero attribuite al modo di agire alquanto schietto e diretto dei suddetti personaggi.

Non a caso, il sensei ha asserito che, di tutti i capitoli di Soul Eater, quelli che lo hanno divertito più sono quelli relativi al combattimento tra Black Star e lo spadaccino Mifune, mentre per quel che concerne Fire Force ha letteralmente adorato la sfida finale tra Arthur e Dragon. Sul conto della buffa quanto sensuale Tamaki, che nelle classifiche di gradimento di Fire Force si è puntualmente piazzata sul podio, l'artista nipponico ha invece spiegato che questa sarebbe simile alle persone comuni: "rispetto a Shinra e Arthur, che sono personaggi molto forti, se non dei supereroi, Tamaki è un normalissimo essere umano" sono state le parole del sensei, che pare rispecchiarsi molto nel personaggio di Tamaki.

Giacché in passato l'autore aveva dichiarato che si sarebbe ritirato dopo aver completato Fire Force, il press cafè tenuto durante la kermesse lucchese ha offerto alla stampa italiana l'occasione propizia per capire quali siano i suoi progetti per il futuro.

Raccontando di aver seriamente valutato l'idea di ritirarsi anche dopo la conclusione di Soul Eater, il mangaka ci ha fatto sapere di essere al momento indeciso sul da farsi. Stando alle sue parole, c'è stato un momento in cui ha dato il massimo e voleva davvero ritirarsi, ma ora pensa che potrebbe fare "altre cose". In attesa di poter leggere la conclusione di Fire Force, la nostra sincera speranza è che Ohkubo decida realmente di regalarci qualche altra opera prima di mettere via le proprie matite e concedersi il tanto agognato (e a nostro avviso meritato) riposo.