L'Attacco dei Giganti Stagione 4 su Netflix: l'evoluzione di Eren

Analizziamo gli straordinari sviluppi che coinvolgono Eren Jaeger, personaggio dal cambiamento inaspettato e con un arco d'evoluzione davvero interessante.

L'Attacco dei Giganti Stagione 4 su Netflix: l'evoluzione di Eren
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Di recente è stata annunciata la finestra di lancio dell'ultima parte della Stagione 4 de L''Attacco dei Giganti, che vedrà arrivare il suo attesissimo atto conclusivo nel gennaio del 2022. Da pochi giorni è invece disponibile su Netflix la prima metà della season finale, un arco narrativo cha ha costituito un clamoroso mutamento di prospettiva per la serie, non solo per il cambio di team all'animazione (MAPPA ha raccolto ottimamente l'eredità dei Wit Studio), ma anche per lo stravolgimento della trama e della conseguente variazione di registro. A partecipare alla sagra dei cambiamenti è Eren, personaggio quasi irriconoscibile per la sua sorprendente evoluzione. Il protagonista de L'Attacco dei Giganti ha subito una radicale trasformazione negli ultimi episodi dell'anime: discutiamone insieme.

Eren da eroe a villain

Non è esagerato definire Eren il vero villain della Stagione 4: in un conflitto ambiguo e dalle molte sfaccettature, in cui è difficile distinguere tra giusti e ingiusti, le azioni violente di Eren spiccano decisamente per crudeltà e violenza. Sono i suoi piani scellerati, il suo modus operandi da leader di un'organizzazione terroristica, disseminatrice di terrore e morte, a far di Eren l'antagonista di questa stagione.
A 4 anni della sconvolgente rivelazione nulla è più come prima e il nostro eroe, entrato nella squadra di ricognizione per l'eliminazione dei Giganti, è ora sterminatore di uomini, di innocenti, di bambini indifesi.

Eren ha, insomma, tutte le carte in regola per essere considerato un villain. Un nemico non di pura malvagità, ma di profondo di idealismo, un cattivo che potremmo definire un anti-villain perché agisce sostenendo idee di pace, che si serve della violenza e della brutalità come male minore, come male necessario per una rinascita. Ed è un antagonista in un mondo di guerrafondai, di prevaricatori e opportunisti, senza veri eroi.
Ed Eren, con i suoi adepti (gli Jaegeristi), decide di creare scompiglio con un colpo di stato, e di lanciare un segnale forte tramite la sua trasformazione nel bel mezzo di una rappresentazione teatrale che celebrava la Repubblica di Marley. Una strage necessaria, un gesto simbolico forte, estremamente crudele ma coerente con le idee del leader.

Il Gigante d'Attacco in azione

Eren fa la sua comparsa solo nel quarto episodio (un'entrata in scena tipica da villain): fatichiamo a riconoscerlo, ha un aspetto trasandato, cupo, adulto. Dubitiamo della sua identità. Si fa chiamare Kruger, fa amicizia con il giovane Falco che vede in lui solo un infermo, sfrutta l'ingenuità del ragazzo, lo manipola per i suoi scopi e non ha pietà di lui quando decide di compiere la sua spettacolare quanto dannosa trasformazione (solo l'intervento di Reiner salva il giovane).

E nel dialogo con il possessore del Gigante Corazzato che precede il massacro Eren dimostra tutta la sua intelligenza strategica che, proprio grazie all'abbattimento dei vincoli morali, si concretizza in piani più efficaci perché senza scrupoli. E sorprende poi vederlo divorare il Gigante Martello sfruttando il Gigante Mascella per distruggerne il guscio, e impressiona la veemenza nel voler trangugiare anche l'impotente Galliard, salvato da Reiner. Feroce lottatore e arguto stratega, dalla duttilità machiavellica, capace finalmente di usare al massimo delle sue possibilità la forza del Gigante d'Attacco e astuto ordinatore dietro le quinte, mandante dell'assassinio del comandante supremo Daris Zachary. Gli Eldiani lo ergono a salvatore, consacrano il suo ideale, formano sotto la sua ala protettrice un gruppo estremista che manda Paradis in subbuglio. Ma il piano di Eren ha radici ben profonde e il suo cambiamento è già avvenuto quando tre anni prima trama contro i suoi compagni, accordandosi con Zeke, possessore del Gigante Bestia, nonché suo fratellastro.

Eren ha abbandonato ogni proposito misericordioso, si muove con i paraocchi della vendetta verso un obbiettivo che non ammette sentimentalismi, che non contempla battute d'arresto dovute alle relazioni umane. Nel suo ultimo confronto con Mikasa ed Armin, col suo fare minaccioso, col suo atteggiamento sdegnoso, altezzoso, scopriamo definitivamente che nulla è più come prima, che di fronte abbiamo un Eren che non ha pietà degli amici con cui ha condiviso l'infanzia. Un Eren inumano, ormai gigante nell'animo e nello spirito.

Il cambiamento di Eren

Un Eren stoico, impassibile, apatico, idealista, pronto alla morte e all'uccisione per perseguire la sua visione del mondo. Si tratta di un personaggio freddo e calcolatore ma dal carisma intenso che trascina personaggi e pubblico, che attrae adepti e convince spettatori. È un Eren svuotato di quella rabbia viva, di quella fiamma irosa, privato di quello sguardo collerico perché legato a un ideale che adesso si è sgretolato. Eren ha perso il fondamento della sua rabbia e le sue convinzioni maturate nelle stagioni precedenti.

E allora tutta la sua ira non può che trasformarsi in delusione rancorosa, in puro astio da presa di coscienza, in un'avversione decisamente più profonda perché priva d'impeto ma ricolma d'odio accecante.

Ma è un Eren che ha già assimilato, che ha già alimentato a dovere quell'odio, che lo ha coltivato al punto da renderlo un motore invisibile delle sue azioni fredde e calcolate. Un Eren dallo stoicismo apparente fondato sul disprezzo intenso. Ciò si traduce in decisioni sicure e un'indifferenza sprezzante, in scelte sempre dovute a quell'odio che sovrasta emozioni e sensazioni positive, che manda in secondo piano persino l'amicizia e l'amore per i compagni. Insomma è un Eren solo in apparenza padrone del proprio destino ma del tutto pervaso da quel furore che ne veicola le azioni e i pensieri, in una trance vendicativa ancora più intensa rispetto a quella furia pre-rivelazione che sfociava in rabbia violenta, che esplodeva in azioni spontanee e non in piani insensibili di un leader imperturbabile.

Eren il villain: è lui il Gigante fondatore, il Golia che stermina gli uomini e ricaccia Davide, il vero tiranno sopraffattore che mangia i suoi simili per accrescere il suo potere e soddisfare la sua sete di vendetta.