Attack on Titan 4: la notte prima della fine è un momento perfetto

L'alleanza formatasi nei recenti episodi di Attack on Titan per contrastare il Boato dice molto sul significato dell'opera di Hajime Isayama

Attack on Titan 4: la notte prima della fine è un momento perfetto
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L'anime di Attack on Titan si sta avvicinando alle sue battute finali. Il piano di Eren è stato compiuto, e con l'attivazione del Boato della Terra il mondo intero pare condannato alla distruzione. Ma con le ultime due puntate, sembra essersi aperto uno spiraglio di luce nell'oscurità, che lascia intravedere una piccola speranza in mezzo alla devastazione. Andiamo dunque ad analizzare le ultime due puntate di AoT e il loro significato narrativo.

Una giusta condanna

Per la quasi totalità della serie, Eren è stato l'eroe. Conosciamo la sua vita, il suo modo di pensare, le numerose tragedie a cui ha assistito e che l'hanno forgiato come persona. Abbiamo poi scoperto la verità sul mondo di AoT nel quale il popolo Eldiano, capace di trasformarsi in giganti, è stato costantemente perseguitato. Non appena la storia si sposta fuori dai confini dell'isola di Paradis, una cosa diventa terribilmente chiara: il mondo non ha compassione per gli Eldiani. L'unico motivo per cui non sono ancora stati sterminati completamente è il loro valore bellico, che con il progresso tecnologico sta perdendo sempre più importanza. Facile immaginare che, nel giro di poche decadi, l'umanità avrà a disposizione i mezzi per affrontare i giganti, e per Paradis, una piccola isola tecnologicamente arretrata, non ci sarà più alcuna speranza.

Considerando tutto questo, le azioni di Eren e della fazione Jaegerista possono apparire logiche, persino giustificate. O noi, o loro. Perché mai dovremmo provare compassione per un mondo che per noi non ha avuto nessuna pietà? Attack on Titan vuole mettere alla prova lo spettatore, in quanto cadere in questo tranello psicologico è molto facile. Ma, si sa, in AoT le cose non sono mai bianche o nere, e per contrastare la spinta distruttiva di Eren, nasce una bizzarra alleanza.

Andiamo a salvare il mondo

Gli episodi 83 e 84 vedono la formazione di un'improbabile alleanza tra le forze sopravvissute di Marley (quindi, perlopiù, Eldiani di Marley) e la parte dell'armata ricognitiva che in Attack on Titan rappresenta una critica al fascismo. Personaggi che fino a poche ore prima cercavano di uccidersi a vicenda, ora si ritrovano insieme a cercare di fermare quella che pare essere una forza inarrestabile. E, se da un lato le azioni dei Marleyani sono assolutamente logiche, in quanto stanno cercando di proteggere la loro patria dal Boato, lo stesso non si può dire per i soldati di Paradis. In particolar modo viene da pensare a Jean, che avrebbe avuto sicuramente una posizione di prestigio se fosse rimasto con gli Jaegeristi. Invece si ritrova a combattere al fianco di Reiner e Annie, che ricordiamo sono diretti responsabili della morte del suo amico Marco.

Dal punto di vista meramente narrativo, questa alleanza ha spiazzato molti appassionati. Due gruppi di persone che dovrebbero odiarsi, portate insieme dal caso a fermare un nemico praticamente invincibile, affermando di voler "salvare il mondo", frase pronunciata da Connie alla fine dell'episodio 83. Questa affermazione stona particolarmente con i toni generalmente cupi e realistici che denotano la serie, e sembra invece tipica di produzioni di ben altro genere. Non stupisce dunque che, all'uscita del capitolo del manga in cui si sono svolti questi avvenimenti (capitolo 126, fine volume 31) la frangia più estremista del fandom attribuì all'alleanza il poco lusinghiero nome di "Cringevengers".

Quando si analizza un'opera, a fumetti o d'animazione che sia, bisogna sempre tenere a mente che una storia deve, in primo luogo, essere interessante per chi ne fruisce. Sarebbe davvero sciocco pensare che Isayama potesse concludere un viaggio durato 10 anni con il Boato che distrugge il mondo senza che nessuno potesse fare nulla. Tuttavia, anche, mantenere la coerenza narrativa è importante. Pertanto, come si colloca l'alleanza all'interno della narrazione e dei temi di Attack on Titan?

Non abbiamo ancora parlato

Mentre Reiner e Annie ripercorrono i dettagli della morte di Marco, emergono quelle che sono state le ultime parole del ragazzo : "Non abbiamo ancora parlato". Lo stesso Jean commenta poi che, se le due fazioni fossero ricorse al dialogo anziché alla violenza, forse questo conflitto si arebbe potuto evitare. Il tema dell'incomprensione sembra essere centrale all'interno dell'ultima stagione di AoT, a partire dalla sigla, "The Rumbling" dei SiM, che recita: Tutto quello che volevo era fare la cosa giusta, non volevo essere re, lo giuro, tutto quello che volevo era salvarti la vita, non volevo prendere il coltello, lo giuro".

Il tutto accompagnato da immagini di Eren che cammina con aria cupa. Interessante notare come Eren, nel corso degli avvenimenti che portano al Boato, sia stato completamente avverso al dialogo. Rifiuta di confrontarsi con il prossimo, anche con i suoi amici più cari, e prosegue per la sua strada, non importa il prezzo. La stessa frangia di fan che non apprezza l'alleanza pare invece vedere in questo atteggiamento di Eren una figura forte, un vero uomo disposto a tutto pur di liberare il suo popolo. Ma, chiaramente, l'autore non vede questa determinazione ossessiva di Eren come un pregio, ma come il suo più grande difetto. Ironico, perché il ragazzo che desiderava solo essere libero è in un certo senso diventato schiavo del suo stesso potere.

L'alleanza, invece, rappresenta il completo opposto dell'ideologia di Eren. Non è rispondendo alla violenza con la violenza che il ciclo dell'odio verrà spezzato, ma con il dialogo e il confronto reciproco. Che, vale la pena sottolinearlo, non è mai presentato come una soluzione magica ed immediata a tutti i problemi del mondo. La via della diplomazia è lunga e tortuosa, come si vede chiaramente all'interno dell'alleanza stessa. Importante è notare come il capo de facto dell'alleanza sia proprio Armin, personaggio da sempre famoso per il suo ingegno e le sue doti da oratore. Non un guerriero, non un re, non uno stratega, ma un diplomatico, che scientemente sceglie di percorrere la via più tortuosa per salvare più persone possibile, che siano amici o nemici.

Il cambio di rotta

Hajime Isayama ha più volte dichiarato di avere avuto inizialmente una visione molto più cupa, ma di aver cambiato idea sul finale di Attack on Titan in corso d'opera. In questo senso, la nascita dell'alleanza può essere letta come un primo passo in una direzione più positiva, come a volerci comunicare che c'è sempre un'altra strada da percorrere, anche in mezzo alla disperazione più nera. Ed il tempismo dell'anime non poteva essere migliore; è purtroppo molto facile trovare delle similitudini tra gli avvenimenti di AoT e la terribile situazione geopolitica delle ultime settimane.

Purtroppo, la guerra esisterà sempre. Esisterà sempre qualcuno che, come Eren, sarà disposto a tutto pur di raggiungere i propri obbiettivi. Ma, nonostante il conflitto sia inevitabile, Attack on Titan pu ricordarci come è la via della pace a portare a soluzioni più durature. La speranza è che, anche chi inizialmente non vedeva l'alleanza di buon grado, possa ricredersi e capirne il valore.