Berserk, 5 differenze tra Kentaro Miura e Kouji Mori

Kentaro Miura e Kouji Mori sono stati grandi amici per tanto tempo. Ma lo stile del nuovo supervisore di Berserk è molto diverso da quello del maestro?

Berserk, 5 differenze tra Kentaro Miura e Kouji Mori
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Ci siamo tutti ritrovati a voler sapere di più su Kouji Mori, una volta saputa la notizia che lui avrebbe portato avanti Berserk assieme allo Studio GAGA. Qual è la sua storia, quali le sue opere e infine perché Hakusensha ha proprio deciso di affidare a lui l'opera magna del maestro Kentaro Miura?

Abbiamo già avuto modo di presentarvi qualche informazione su Kouji Mori il nuovo supervisore di Berserk, oltre a immaginare il nuovo orizzonte editoriale che seguirà il corso delle vicende di Berserk senza Kentaro Miura. Stavolta approfondiremo le opere di Kentaro Miura e Kouji Mori, osservandone cinque grandi differenze. Il nuovo autore è davvero all'altezza di Berserk?

Grafica VS Arte

Mori era molto legato all'autore di Berserk, al punto da dedicargli un manga dal nome "M K": le iniziali dei rispettivi autori. La premessa di quest'opera è stata pubblicata nel memoriale di Kentaro Miura. In questa lunga, toccante, lettera illustrata, Mori ha ripercorso parte della sua vita e della sua amicizia con il sensei, qui ha annunciato al mondo la sua intenzione di voler mostrare ancora, in un altro progetto, chi fosse davvero il "padre" del manga dark fantasy più iconico di sempre.

Già in quest'opera, abbiamo avuto modo di approfondire lo stile di disegno di Mori, un tratto pulito, netto, chiaro e semplice, molto lontano dai ricchi dettagli scolpiti a suon di china di Miura. La carriera di Mori comincia sempre con la stessa casa editrice di Berserk, Hakusensha: con il loro quattordicinale Young Animal, pubblica Holyland nel 2000, seguito poi da Suicide Island tra il 2008 e il 2016. Sin dai suoi esordi, Mori mostra una grafica molto caratteristica, si concentra sui volti e sugli sguardi, caratteristica tipica di molti manga, pur mantenendo uno stile personale, dato soprattutto dalla fisionomia dei profili. Ma è molto lontano dalla finezza artistica di Miura: il sensei in ogni tavola spendeva la stessa cura maniacale che probabilmente Michelangelo ha riservato alla sua Pietà.

Ammazzadraghi VS Arti marziali

L'opera con cui Mori è più conosciuto, è senza dubbio Holyland, da cui è stata tratta anche una serie tv. La trama segue le vicende di un ragazzo timido, fragile, vittima di bullismo.

Dopo aver tentato il suicidio, decide di lottare per la sua vita, combattendo a suon di pugni, calci e arti marziali i bulli che l'hanno tormentato, con l'obiettivo di raggiungere la sua personale "terra santa". Sia Miura sia Mori hanno pubblicato seinen, ovvero storie destinate a ragazzi più maturi per via di tematiche più drammatiche o talvolta più violente. Al contrario di Miura, però, Mori affronta i suoi rivali a mani nude. In Holyland, per esempio, i dettagli non stanno tanto nel tratto e nella frenesia dei campi di battaglia tra spade e frecce, ma nel modo in cui l'autore mostra i combattimenti, approfondendo le basi del pugilato, del kendo, del kenpo, del wrestling, del karate e così via. Niente armi nascoste in braccia metalliche o spadoni capaci di tranciare una tigre gigante in due metà esatte.

Oscurità VS Luce

In tutte le sue opere, Mori mostra una particolare attrazione per i giochi d'ombra. In particolar modo in Destroy and Revolution, iniziato nel 2010 e terminato nel 2016, ma anche in Taiga of Genesis e Muhoutou, entrambi ancora in corso. Come ben sappiamo, Miura non era da meno: delle zone d'ombra ne ha fatto un tratto distintivo.

Specialmente in Destroy and Revolution, Mori si diverte con gli effetti del fumo sotto i raggi del sole, delle esplosioni, dell'elettricità nell'aria e di tutto ciò, naturale e innaturale, possa generare oscurità. Ma Mori rimane sempre una creatura della luce. Sono in pochi i mangaka in grado di "sporcare" la pagina come ci riusciva Miura (che tra l'altro, è stato uno dei pochi che continuava a disegnare rigorosamente con la china): le ambientazioni del maestro, così fedeli agli incubi nati dalle illustrazioni di Escher e Bosch, ai gironi infernali di Gustave Dorè e di Go Nagai, sono figlie dell'oscurità e di una mente annerita dall'inchiostro.

Ispirazione VS disperazione

I due autori hanno versato la propria anima nelle loro opere: da una parte Miura si è ispirato molto alla storia medievale, che lo affascinava moltissimo, al punto da ricalcare nomi di personaggi esistiti e alcuni avvenimenti realmente avvenuti tra il 1300 e il 1500, come vi abbiamo già raccontato nella Lore di Berserk. Mori, d'altro canto, tocca spesso tematiche vissute da lui in prima persona. Kouji Mori, da ragazzo, ha avuto una vita non facile.

Si era messo nei guai e soltanto grazie al sostegno di Kentaro Miura e della sua famiglia ha deciso di riprendere in mano le sorti della sua vita, oltre la penna, per diventare un mangaka. Ecco perché spesso Mori ha toccato temi quali il suicidio, la disperazione e il degrado della società moderna. I personaggi di Mori sono spesso giovani tormentati, deboli, teppisti o emarginati. Sono persone disperate con cui è facile provare una forte empatia. I protagonisti di Berserk, al contrario, sono estremamente elaborati e sfaccettati, soprattutto gli antagonisti (o coloro che dovrebbero essere considerati tali) sono curati in così tante sfumature, che spesso è difficile capire se li odiamo oppure no.

Scadenze

La più grande differenza tra i due autori: la regolarità delle scadenze. Un tasto dolente con cui noi tutti fan di Berserk dobbiamo scontrarci. Kentaro Miura non era famoso per elargire al suo pubblico una gran quantità di capitoli in poco tempo. Ci ricorderemo dei periodi di silenzio assoluto in cui spesso il maestro ci lasciava tra una pubblicazione e l'altra, dove poteva trascorrere anche più di un anno. Mori, al contrario, è stato molto più regolare e puntuale.

E sembra volerlo essere anche con Berserk: nell'arco di 2 settimane, vedremo tre capitoli dell'opera di Miura, infatti è stato confermato che il capitolo 367 di Berserk uscirà l'8 Luglio. E' una differenza sostanziale, dunque. Si ripercuoterà anche a livello di storia? Alla fine, speriamo di aver dato una risposta a questa difficilissima domanda: non può sussistere un paragone tra i due mangaka. Quello che può esserci è la volontà di un caro amico di Miura di portare avanti la sua più grande opera.