Bleach: gli Arrancar sono i villain definitivi?

Tra i personaggi ideati da Kubo, gli Arrancar sono i villain che restano più impressi. Ma quali sono le caratteristiche che li rendono indimenticabili?

Bleach: gli Arrancar sono i villain definitivi?
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Fin dalla sua prima apparizione tra le pagine di Weekly Shonen Jump nel 2001 e dopo la realizzazione animata curata da Studio Pierrot e iniziata nel lontano 2004, Ichigo torna nel trailer dell'ultima stagione dell'anime di Bleach dieci anni dopo la fine dell'opera, facendo andare i fan totalmente in visibilio. Non solo, visti gli ultimi aggiornamenti direttamente dal paese del Sol Levante, molto probabilmente il sequel dell'anime di Bleach arriverà su Crunchyroll.

In tutta la sua nota longevità (16 stagioni con 366 episodi totali comprese eventuali saghe e puntate filler), l'anime di Bleach ci ha dato l'opportunità di conoscere svariati nemici che, in più di un'occasione, hanno messo alle strette i nostri intrepidi protagonisti. In questa lunga lista di opponenti, gli Arrancar sono sicuramente gli avversari che più si sono contraddistinti tra tutti. Ma cosa li rende così speciali?

Delle semplici maschere rotte

Abbiamo avuto modo di conoscerli per la prima volta nella saga degli Arrancar: apparizione (che parte dall'episodio 110 dell'anime) per poi accompagnarci verso la loro triste dipartita nella puntata 316, ultimo spiraglio dove anche l'ultimo di loro ha finito inevitabilmente per cadere. Abbiamo quindi avuto modo di approfondire molto bene le figure degli Arrancar arrivando ad osservarli alla loro massima potenza soprattutto nella saga dell'Hueco Mundo (qui vi spieghiamo perché l'Hueco Mundo è la miglior saga di Bleach) che sottolinea con ancora più ferocia, di come essi non siano dei semplici burattini manovrati da dietro le quinte, bensì l'apice dell'ennesimo e macabro esperimento di Sosuke Aizen.

Ciò che li rende diversi rispetto ad altre categorie di cattivi finora visti nell'opera è sicuramente la loro origine che li colloca come una particolare categoria di Hollow, i mostri principali della serie. Essi infatti si sono evoluti grazie alla rimozione della loro tipica maschera bianca che ha permesso loro di essere capaci di sfruttare e sviluppare poteri da Shinigami. Grazie a questo processo (per molti di loro tutt'altro che naturale), gli Arrancar si sono evoluti non soltanto dal punto di vista spirituale, ma anche fisico, assumendo una forma più "umana".

Quindi, oltre ad aver ottenuto una potenza tale da essere paragonati persino ai capitani del Gotei 13, anche la loro mente evolve, iniziando a godere di maggior intelligenza e raziocinio, componenti fondamentali che li rendono estremamente consapevoli del loro ruolo nel mondo e che gli permette, insieme alle altre qualità, di esprimere le migliori caratteristiche di entrambe le razze di cui sono "composti": Hollow e Shinigami.

Non a caso, la loro avanzata intelligenza li aiuta a comprendere le gerarchie che fanno da padrone all'interno dell'Hueco Mundo, situato su tutt'altro piano rispetto a quello reale. Esattamente come Charles Darwin affermava la supremazia del più forte nella sua legge della sopravvivenza, nell'Hueco Mundo vale la stessa regola che porta i più deboli a perire inevitabilmente per mano dei più potenti.

Una ferrea gerarchia

Tra gli Arrancar, gli Espada sono le creature più alte in grado all'interno dell'Hueco Mundo, e seconde solo all'autorità di Sosuke Aizen, accolto tra le fila delle bestie del mondo vuoto solo per via della sua innata intelligenza e potenza. Ma è proprio da quella sua mente brillante che sono nati gli Arrancar, scaturiti direttamente dalla strabiliante magia dell'Hogyoku che li ha osannati (almeno da quanto affermato da Barragan) a vere e proprie incarnazioni di diversi aspetti della morte.

Gli Espada infatti, sono un gruppo ristretto di dieci Arrancar, ognuno dei quali viene identificato da un numero che va da 1 a 10. Esso non si basa su abilità o valore, bensì sulla quantità di reiatsu che gli permette di posizionarsi ad un livello più o meno alto dell'esclusiva classifica del nucleo dell'esercito personale di Aizen. Ovviamente la casta non è del tutto cristallizzata: ogni singolo Espada può essere facilmente declassato e sostituito con un altro Arrancar che lo superi in utilità e potenza. Questo continuo gioco di posizioni e prestigio gioca un ruolo fondante che evidenzia ancora di più la gerarchia come protagonista incontrastata.

La classe non è acqua

Proprio per questa loro connessione diretta con l'Hogyoku e Sosuke Aizen, gli Arrancar vengono sicuramente collocati su un gradino più in alto rispetto agli altri antagonisti della serie. Infatti, essi possono essere considerati come i villain più particolari mai visti finora

non soltanto per quanto riguarda la loro innata forza, ma anche per alcune peculiarità che li rendono riconoscibili e soprattutto, indimenticabili. Da un primo impatto visivo, il loro abbigliamento salta subito all'occhio: scarno e povero di particolari, con semplici toghe tinte di colori anonimi, specchio dell'infinita vacuità del mondo in cui vivono. Ma è proprio in questa estrema semplicità che risiede uno dei loro più grandi punti di forza: il vestiario minimale riesce ad esaltare al massimo le caratteristiche dei loro volti, componente che lascia trasparire le loro singolari personalità. È questo forte contrasto che rende il design degli Arrancar estremamente riconoscibile e accattivante. Questa non è una virtù che veste soltanto gli Espada, ma anche tutte le schiere di subordinati che formano le loro Fracción, presentateci con particolare riguardo durante l'entrata di Ichigo e compagni durante l'infiltrazione a Las Noches.

Anch'essi, esattamente come i loro superiori, vengono circondati da connotazioni culturali molto forti e ben precise che poggiano le loro origini in una marcata radice linguistica di stampo spagnolo. Come ben sappiamo, molti degli Arrancar, e in particolar modo gli Espada, riprendono i loro nomi da volti ben noti nel mondo dell'architettura e del design: come il nome di Grimmjow, ispirato a quello dell'architetto Nicholas Grimshaw, oppure quello di Ulquiorra, che riprende il suo nome dall''architetto e disegnatrice spagnola Patricia Urquiola.

Oltre a questo omaggio nei confronti della Spagna, non sono soltanto i loro nomi o poteri ad avere connotazioni straniere, anche gli accompagnamenti musicali richiamano sonorità squisitamente iberiche, creando un miscuglio di note dal ritmo frenetico a metà tra flamenco e fandango, maracas e chitarra classica che li accompagnano senza sosta, rendendo le loro figure ancora più culturalmente radicate nella nostra dolce Europa.