Boruto, il ritorno di Kishimoto: cosa aspettarsi dal papà di Naruto

Avvicendamento nello staff di Boruto: Naruto Next Generations, come influirà sulla storia il passaggio da Kodachi a Kishimoto?

Boruto, il ritorno di Kishimoto: cosa aspettarsi dal papà di Naruto
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Nel mondo dei manga, a differenza di quello dei fumetti commerciali italiani o americani, è difficile avvenga un passaggio di consegne tra un autore e l'altro per far proseguire una storia. Solitamente infatti chi scrive o disegna si occuperà di quel manga fino alla fine della pubblicazione, a prescindere dalla durata o dalle necessità.

Quando poi si tratta di uno spin-off o un sequel, raramente l'autore del racconto originale torna nei ruoli chiave, prediligendo invece quello di supervisore. Questo è ciò che era accaduto anche a Boruto: Naruto Next Generations, sequel dello storico Naruto e che dal 2016 era gestito da Ukyo Kodachi alla sceneggiatura e Mikio Ikemoto ai disegni, con la supervisione di Masashi Kishimoto.

Parliamo al passato perché, come un fulmine a ciel sereno, è stato improvvisamente comunicato per Boruto un cambio di mangaka. Ukyo Kodachi abbandona il suo ruolo per lasciarlo ad interim a Masashi Kishimoto. L'autore di Naruto torna quindi in pista e, anche senza occuparsi direttamente dei disegni, gestirà una grossissima parte del lavoro da fare su Boruto: Naruto Next Generations. Cosa significa tutto questo?

Un mensile su Weekly Shonen Jump

La rivista Weekly Shonen Jump ha raramente ospitato manga con una cadenza diversa da quella settimanale, dato che come si capisce anche dal nome è proprio quello il ritmo di pubblicazione che mantiene. Sono rarissime le eccezioni, come Level E di Yoshihiro Togashi negli anni '90, seguito dal manga Boruto: Naruto Next Generations nel 2016.

Boruto fu subito un caso particolare nella line up della rivista. E a differenza dello spin-off "Naruto: il settimo Hokage e la Primavera Scarlatta", Masashi Kishimoto non si sarebbe occupato né della sceneggiatura né dei disegni. Il primo ruolo era stato infatti affidato a Ukyo Kodachi, uno scrittore che aveva già collaborato al brand di Naruto occupandosi a quattro mani con lo stesso Kishimoto della sceneggiatura del film Boruto: Naruto The Movie e del rispettivo romanzo; il secondo invece era stato assegnato a Mikio Ikemoto, storico assistente del sensei su Naruto. Kishimoto invece è stato inserito come supervisore della storia.

Questa pubblicazione è durata per ben tre anni, fino a metà 2019 quando Boruto passò a V-Jump. Essendo una rivista mensile, per Kodachi e Ikemoto non cambiava un granché. Intanto, contemporaneamente, Kishimoto lanciava insieme all'altro storico assistente Akira Okubo il manga Samurai 8: La Leggenda di Hachimaru. Purtroppo il creatore di Naruto non ha trovato fortuna in questo progetto ed è stato costretto a terminarlo dopo lo scarso responso del pubblico lo scorso marzo.

Il cambio di mangaka e tre ipotesi sul tavolo

All'alba della pubblicazione del capitolo 52 di Boruto è giunta poi la notizia imprevista di un cambio di autori: Ukyo Kodachi abbandona il progetto, lasciando il suo ruolo interamente nelle mani di Masashi Kishimoto. Una scelta del genere è rarissima se non addirittura unica nel mondo dei manga e ha colto tutti di sorpresa. Secondo il messaggio pubblicato dall'account Twitter ufficiale di Boruto e quello privato di Ukyo Kodachi, il cambio di sceneggiatore in occasione dell'inizio del volume 14 del manga era stato concordato fin dall'inizio.

Naturalmente non sappiamo se tutto ciò sia vero oppure no, dato il momento e i modi in cui questo annuncio è arrivato. Siamo infatti in un momento molto delicato per il manga di Boruto e potenzialmente abbiamo superato il giro di boa della storia. Inoltre, l'annuncio è arrivato a pochissimi giorni dalla pubblicazione del capitolo 52 su V-Jump, che debutterà su MangaPlus il 20 novembre. Secondo i comunicati, Kishimoto avrebbe già lavorato attivamente su questo capitolo 52 e solitamente una questione del genere viene sponsorizzata con l'anteprima del numero precedente.

Tutto ciò potrebbe essere quindi una dichiarazione di comodo per mascherare altre scelte, redazionali o autoriali. Infatti è difficile che questa idea fosse sul tavolo già dall'inizio, considerato che Kishimoto aveva già in programma da tempo di pubblicare Samurai 8. Se la serie fosse durata a lungo, ottenendo il successo sperato, avrebbe avuto un carico di lavoro non indifferente se poi si fosse occupato anche di Boruto. E dubitiamo che Shueisha e Kishimoto avessero previsto un flop del genere per Samurai 8. Ovviamente è pura speculazione, ma nel caso questo comunicato nasconda altre questioni, ci sono tre ipotesi principali da tenere in considerazione.

La prima ipotesi è quindi quella che copre la scelta di Masashi Kishimoto di tornare a scrivere occupandosi nuovamente dell'universo che lo ha reso famoso. Ciò ovviamente significava che Ukyo Kodachi doveva farsi da parte lasciando nelle mani di Kishimoto la regia, la sceneggiatura e la creazione degli storyboard. Forse alla ricerca di un modo per riprendersi dalla cancellazione di Samurai 8, il mangaka voleva tornare a una storia dal successo sicuro di cui poteva occuparsi.

La seconda ipotesi invece riguarda problemi personali di Ukyo Kodachi, in particolare relativi alle minacce ricevute quasi un anno fa dallo scrittore di Boruto. Alcuni fan possono diventare particolarmente irritanti, specie dopo dichiarazioni o scelte di narrazione particolari che scatenano polemiche. Kodachi potrebbe aver scelto di ritirarsi per non dover affrontare situazioni del genere con qualche fan di lunga data di Naruto e Boruto, diventato particolarmente insistente con le minacce. L'ultimo scenario ipotizzabile è quello di una scelta commerciale attuata da Shueisha.

Un manga da rivitalizzare commercialmente

Per quest'ultima ipotesi è opportuno innanzitutto chiarire la situazione di Boruto: Naruto Next Generations in Giappone. Il progetto non nasce con un manga poi trasposto in anime dopo qualche anno come di consueto, bensì i due prodotti sono partiti insieme e con due storie raramente collegate. Anime e manga hanno infatti tempi di realizzazione differenti e per questo la serie TV proposta al pubblico da Studio Pierrot è piena di storie autoconclusive, filler e riempitivi. Nonostante ciò, Boruto: Naruto Next Generations è un successo commerciale per lo studio, essendo da diversi anni al top dei profitti dello studio insieme a Black Clover.

Discorso diverso va fatto invece per il manga e la casa editrice. La Shueisha incassa infatti diverse royalties per i diritti e merchandising, ma il suo maggior guadagno rimane quello della vendita delle riviste e dei tankobon della storia. Non a caso l'anime è spesso sponsorizzato dalla casa editrice che si sobbarca diverse spese per rendere più famoso il manga e aumentare quindi le vendite del cartaceo. Da questo punto di vista, Boruto: Naruto Next Generations non è di certo un successo commerciale strepitoso.

I dati condivisi dall'azienda Oricon, che si occupa dal 2008 di tracciare le vendite nelle grandi catene giapponesi di manga, libri e blu-ray, conferma una partenza sprint per Boruto con i primi volumi, ma l'entusiasmo è andato scemando. Dalle 500.000 e oltre copie del primo volume si è passati a una media di 225.000 copie per i volumi dal 4 all'8, per poi arrivare alle 110.000 copie circa dei volumi 10 e 11. Il volume 12, pubblicato nel mese di settembre 2020, si è fermato poco sotto, a 106.000 copie. Le cifre degli scorsi tre tankobon però vanno leggermente riviste al rialzo considerando le vendite ritardatarie e digitali, questi ultimi numeri conosciuti solo dalla casa editrice e che secondo le stime e la crescita del mercato dovrebbero attestarsi tra il 10% e il 30%.

Per fare un paragone, il primo volume di Burn the Witch ha venduto 205.000 copie, Black Clover vende orientativamente sulle 220.000 copie, mentre il trio composto da My Hero Academia, The Promised Neverland e Haikyu supera solitamente le 600.000 copie per volume. Il recente anime di Jujutsu Kaisen ha spinto invece le vendite del manga dalle 250.000 di media fino a 550.000 copie, con numeri ancora in crescita. Pur distinguendosi e superando le 150.000 copie per volume, cosa che spesso non riesce ai manga di altre case editrici, la Shueisha potrebbe aver deciso che le vendite di Boruto non sono abbastanza per portare avanti una serializzazione ancora per tanti anni.

Infatti l'opera è in fase calante nelle vendite fin dal primo volume e, secondo le tante dichiarazioni sul finale di Boruto, potrebbero esserci almeno altri quattro anni di produzione all'orizzonte. Se il trend discendente proseguisse, l'investimento di Shueisha si trasformerebbe in un guadagno irrisorio e per questo la casa editrice avrebbe giocato questa carta. Anche se in Giappone il nome di un mangaka da solo non basta a spingere un'opera, e l'abbiamo rivisto recentemente proprio con Samurai 8 di Kishimoto, il ritorno del creatore originale sull'universo dei ninja potrebbe avere un effetto terapeutico per le vendite di Boruto.

La vera storia di Boruto sta per cominciare

Ukyo Kodachi ha gestito il manga in modo sufficiente, senza eccellere ma senza neanche combinare disastri; va tenuto anche in conto che la sua origine da scrittore di romanzi, light novel e sceneggiature per episodi televisivi non lo obbliga ad essere un asso nel costruire la stessa storia tramite anime e manga, che seguono regole diverse.

Va anche specificato che Kodachi, dopo alcuni archi iniziali insipidi, era riuscito a trovare la quadra in Boruto: Naruto Next Generations, in particolare dalla saga dell'arrivo di Delta in poi. Sarà quindi interessante capire che stile seguirà Kishimoto nella narrativa, tenendo comunque conto che il sensei era comunque coinvolto nella storia a livello di supervisione e approvava i passaggi dell'ormai ex sceneggiatore, apprezzando quindi anche la divisione dei capitoli e il ritmo imposto al racconto. E la sua mano si sentirà ancora di più dal capitolo 52, il prossimo in uscita. Infatti sorprendentemente l'annuncio conferma che è sarà il numero in uscita tra pochi giorni ad essere stato scritto da Kishimoto, mentre gli annunci di questo genere solitamente arrivano in anticipo. Il sensei inizia quindi la storia proprio nel bel mezzo della battaglia con Isshiki Otsutsuki. Una scelta peculiare dato che a breve si affronterà il probabile sacrificio di Naruto. Sarà proprio il suo papà a far morire il suo iconico protagonista?

Lo scopriremo tra qualche giorno, ma vale la pena soffermarsi anche sulle trame che saranno esplorate anche a lungo termine. Il contributo di Kishimoto potrebbe infatti significare una narrazione diversa da quella a cui siamo stati abituati finora. Anche il sensei dovrà prendere il ritmo con i capitoli di Boruto: l'autore finora ha scritto storie adatte a un capitolo di 19 pagine con cadenza settimanale e, nonostante l'esperienza ventennale nel mondo dei manga, potrebbe potrebbe non essere del tutto preparato.

Infine, se ciò che si presagisce da questi capitoli dovesse avverarsi, finalmente vedremo la vera storia di Boruto, che finora è stato relegato a ruoli quasi marginali a causa della presenza dei ninja leggendari di cui si parlerà ancora per tante generazioni. Il ritorno di Kishimoto in questa fase, anche se repentino, segnerebbe una rinascita per il protagonista, che si avvierebbe di fronte a un percorso completamente inesplorato. Il mangaka potrebbe riuscire a far evolvere Boruto così come capitò per Naruto, concludendone degnamente il sequel.