Da Capitan Harlock a Doraemon: i migliori anime 3D da recuperare

Tra film e serie TV, ecco una lista di anime realizzati in 3D da gustare se avete apprezzato Exception, il nuovo racconto sci-fi approdato su Netflix.

Da Capitan Harlock a Doraemon: i migliori anime 3D da recuperare
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Il 13 ottobre approda su Netflix Exception, la serie animata diretta da Yuzo Sato e che vede la collaborazione di altre tre personalità fenomenali: Hirotaka Adachi ne é lo sceneggiatore, Yoshitaka Amano il direttore del character design e Ryuichi Sakamoto il compositore di una bellissima colonna sonora. Questo lungo racconto sci-fi, che si articola in 8 episodi, è interamente realizzato con l'animazione 3D, una novità che, prima del debutto, era stata accolta con pareri contrastanti, tra curiosità da un lato e titubanza dall'altro. Se non avete ancora preso visione della serie, vi consigliamo di consultare la nostra recensione di Exception.

Captain Harlock

Capitan Harlock è un film del 2014 basato sull'omonimo manga di Leiji Matsumoto (1977), da cui trae ispirazione anche la serie anime di Rintaro del '78. Distribuito in Italia da Key Films, è diretto da Shinji Aramaki.

Nel 2977, 500 miliardi di esseri umani popolano l'Universo, e sono i diretti discendenti di coloro che sono stati esiliati dalla Terra. Questa è controllata dalla Coalizione Gaia, che esercita un potere dittatoriale su tutto il genere umano. L'ultima speranza per sconfiggere questo malsano governo è il misterioso Capitan Harlock.
Il film viene presentato per la prima volta in Italia al concorso della 70ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia, è realizzato con la tecnica della motion capture, che registra i movimenti del corpo umano per poi trasporli su modelli 3D. Risulta il film anime con maggiori incassi in Italia. L'opera di Aramaki si distacca un po' dal plot che i fan di Capitan Harlock conoscono, presentando infatti numerose differenze, quale l'assenza delle Mazoniane, popolo alieno nemico del protagonista. In ogni caso, si tratta di un prodotto godibile, capace di intrattenere persino i fan più esigenti.

Doraemon - Il Film

Veniamo ora al terzo film anime con maggiori incassi in Italia. Doraemon - Il Film (Stand By Me Doraemon) è un altro progetto di Key Films, diretto da Takashi Yamazaki e Ryuichi Yagi. Il lungometraggio, interamente in computer grafica 3D, è tratto chiaramente dalle vicende del più famoso gatto spaziale del Giappone.

Doraemon prende vita nel manga di Fujiko Fujio del 1969, per poi divenire un fenomeno della cultura di massa con la serie anime del 1979, diretta da Tsutomu Shibayama.
Stand By Me Doraemon riprende fedelmente il plot originale. Nobita Nobi è un ragazzo molto sfortunato, è sempre in ritardo, non fa mai i compiti, è vittima dei bulli ed è impacciato con la sua amica Shizuka Minamoto, per cui ha una cotta. L'arrivo dal futuro di un gatto robot e di Sewashi, pronipote di Nobita, mette in chiaro il futuro disastroso del povero ragazzo. Per questo motivo, il curioso animaletto blu di nome Doraemon dovrà aiutare il suo nuovo compagno d'avventura a cambiare il suo avvenire. Ancora una volta, i fan abituati al disegno di Fujio possono sorprendersi dinnanzi ad un aspetto totalmente rinnovato, ma il film si rivela un ottimo prodotto, estremamente piacevole, nonché simbolo di un profondo rinnovamento del concetto di anime.

Final Fantasy VII: Advent Children

La computer grafica 3D, tuttavia, non è solo un fenomeno dell'ultimo decennio. Già nel 2005, l'animazione giapponese sperimenta questa tecnica in un franchise in cui la tridimensionalità è un carattere fondamentale. Si tratta di Final Fantasy VII: Advent Chilidren diretto da Tetsuya Nomura, distribuito in Italia da Sony Pictures Entertainment. Considerato tra i più amabili della saga cinematografica, il film si colloca cronologicamente dopo il capitolo videoludico Final Fantasy VII, precisamente ambientato due anni dopo.

Conclusasi la battaglia nel Cratere del Nord, che aveva visto Cloud e i suoi compagni lottare contro Sephiroth, il mondo vede un periodo di pace. Midgar, che porta i segni della distruzione, è colpita da un virus detto Geostigma. Mentre Tifa e Barret gestiscono un bar (copertura del gruppo ecologista Avalanche) e Cloud è colpito dal morbo, qualcuno sta cercando di mettere su la Reunion che Sephiroth ha tentato di costruire due anni prima.

Vero è che questo film può essere pienamente apprezzato solo da chi conosce il gioco da cui esso deriva, ma a prescindere dalla sua effettiva fruibilità, c'è da dire che costituisce una grande innovazione per quel tempo. Nonostante ci sia una versione rimasterizzata in 4K prodotta da Sony e da Square Enix, quella del 2005 si presenta godibile tutt'oggi. Recuperate qui la recensione di Final Fantasy VII: Advent Children.

Dragon Quest: Your Story

Torna la regia di Takashi Yamazaki con Dragon Quest: Your Story (2019), film basato sulla popolarissima saga JRPG Dragon Quest. Si ispira al quinto capitolo della serie videoludica, pubblicato nel 1992 da Square Enix. La storia si basa sulle vicende di Luca, figlio del Re di Gotha Pankraz. Quando sua madre viene rapita, il giovane protagonista si mette sulle sue tracce, ma il viaggio è pieno di pericoli inaspettati.

Primo adattamento animato dedicato a Dragon Quest, il lungometraggio è realizzato con una CGI in 3D di splendida qualità. L'iconico immaginario di Yuji Horii e il character design di Akira Toriyama trovano qui un a forma nuova, che non compromette l'affetto dei fan. Con una certa fedeltà alle atmosfere originali, esso arricchisce la nota saga senza mai stravolgerla.

Un caso eccezionale: Land of the Lustrous

Nonstante la vasta gamma di serie TV anime realizzate in CGI, quelle più diffuse sfruttano comunque la tecnica del 2D. Si può dire, però, che il confine sia ormai davvero labile; spesso, quindi, si è di fronte a forme ibride, in cui diversi piani dimensionali si uniscono, fino a confondersi. È il caso di Land of the Lustrous, serie animata tratta dall'omonimo manga di Haruko Ichikawa (2012), al momento in pausa.

A curarne la versione italiana è Edizioni BD. L'anime di Takahiko Kyogoku, prodotto dallo studio Orange, risale al 2017 e conta 12 episodi complessivi.
In una terra circondata dal mare vivono alcune Gemme antropomorfe, ognuna con un proprio compito unico rispetto a quello delle altre. Le loro nemiche, le Seleniti, esseri biancastri provenienti dalla Luna, le attaccano per appropriarsene. La protagonista Phosphophyllite, una Gemma turchese, è ancora priva di un vero e proprio compito, essendo più fragile delle altre. Tra i continui attacchi e incredibili avventure, la protagonista cercherà di farsi valere a tutti i costi. Se una prima occhiata può fuorviare, a guardar bene siamo di fronte ad un'animazione 3D davvero raffinata, visibile soprattutto nella resa dei capelli delle Gemme e di tutti i materiali preziosi. Rispetto alle opere finora citate, Land of Lustrous sembrerebbe legata ad uno stile più tradizionale, ma in realtà si tratta di una tridimensionalità meno "spigolosa", meno accentuata, forse più apprezzata di esperimenti più impavidi.

Un bonus: Il serpente verde

Il serpente verde è un anime cinese scritto da Damao e diretto da Amp Wong, approdato su Netflix nel 2021. È il diretto sequel di White Snake: The Origin (2019). Nel primo film, la protagonista è Blanca, un demone-serpente con il dono dell'immortalità. Insieme al suo compagno Xuan cercherà di trovare un equilibrio nella dura battaglia tra demoni ed esseri umani, mentre sua sorella Verta si mette sulle sue tracce.

Proprio quest'ultima è la protagonista de' Il serpente verde. Anch'essa mezza demone, dopo una lotta con il potente monaco Fahai, si ritrova nel regno di Azuraville. Questo è un mondo in cui il tempo si ferma, dove le persone che cercano qualcosa o qualcuno restano intrappolate. Ella, infatti, deve ancora una volta cercare Blanca, portata via chissà dove durante la prima battaglia. Qui Verta farà un incontro misterioso, un giovane ragazzo con cui coalizzarsi per tentare di tornare a casa.

Questo lungometraggio immerge lo spettatore in un'atmosfera che unisce la cultura tradizionale cinese all'atmosfera cyberpunk. L'animazione 3D è ben resa, soprattutto nelle lunghe e numerose scene d'azione e di combattimento. L'anime, infatti, ha un carattere meno leggero e romantico del primo, con un atteggiamento più dinamico e tensivo. Talvolta, sembra quasi di star assaporando un capitolo videoludico, perché la resa grafica e i movimenti dei personaggi contaminano una fruizione che, altrimenti, risulterebbe passiva. Vi invitiamo a recuperare la recensione de' Il serpente verde.