Capitan Harlock e oltre: l'eredità di Leiji Matsumoto

L'eredità artistica e culturale di Leiji Matsumoto è destinata a essere ricordata ancora per molti anni, approfondiamo i suoi aspetti più importanti.

Capitan Harlock e oltre: l'eredità di Leiji Matsumoto
Articolo a cura di

In un'epoca a dir poco funesta per il mondo dell'arte e dello spettacolo, un altro gigante della cultura pop giapponese è venuto tristemente a mancare. Stiamo parlando di Leiji Matsumoto, il leggendario autore di Capitan Harlockè deceduto lo scorso 13 febbraio a causa di un'insufficienza cardiaca all'età di 85 anni. Scomparsa che lascia un vuoto indelebile nel mondo dei manga e degli anime, ma che difficilmente verrà dimenticata grazie al valore inestimabile delle opere da lui realizzate in un arco di tempo capace di attraversare più generazioni.

Riassumere in poche parole l'importanza e la profonda influenza della poetica di Leiji Matsumoto nella cultura degli ultimi decenni è un'impresa ardua, ma in questo articolo abbiamo deciso di approfondire quelli che sono a nostro parere i tre aspetti più importanti dell'eredità artistica dell'autore di Capitan Harlock, Galaxy Express 999 e tanti altri titoli memorabili.

Un immaginario maestoso

Sebbene salito alla ribalta e conosciuto ai più per le sue opere fantascientifiche e per il suo personaggio più celebre, il mitico pirata spaziale con la benda e la cicatrice, Matsumoto è stato un autore visionario ed eclettico capace di mescolare i generi e le influenze più disparate nel corso della sua carriera pluridecennale.

Esempi sono la space opera in Corazzata Spaziale Yamato (1974), la serie che ha reso popolare in Giappone questo florido e longevo filone; il western in Gun Frontier (1972), manga che vede la prima apparizione dei personaggi di Harlock e Tochiro; l'epica mitologica in Harlock Saga - L'Anello dei Nibelunghi (1999), adattamento in chiave scifi dell'omonimo dramma musicale di Richard Wagner; e titoli dove le suddette componenti si mescolano in modo fluido, come i già menzionati Capitan Harlock e Galaxy Express 999 (1977). Tutte le opere di Leiji Matsumoto, sia in forma cartacea che animata, fanno parte di un universo condiviso noto come Leijiverse, termine ormai consolidato con cui si indica la continuità narrativa che le accomuna. Continuità che tuttavia è solo sulla carta, in quanto deficitaria di quella coerenza necessaria per poter essere definita tale. Basta poco, infatti, per rendersi conto che gli avvenimenti di molti titoli (soprattutto nelle versioni animate) si contraddicono tra loro, anche a causa delle successive modifiche introdotte dall'autore stesso. Le dinamiche del Leijiverse sono dunque destinate a scontentare gli appassionati della fantascienza più classica e rigorosa, governata da leggi ben precise, ma forse è proprio questo immaginario così astratto, concettuale, sfuggente e affascinante al tempo stesso ad aver aver contribuito, tra le altre cose, a rendere Leiji Matsumoto uno dei punti di riferimento di questo genere nel corso degli anni Settanta e Ottanta.

Immaginario che, all'atto pratico, svolge soprattutto la funzione di contesto, di ricettacolo volto a contenere le meravigliose storie raccontate nelle sue opere, attraverso le quali l'autore si è fatto portavoce di tematiche e ideologie che sono diventate un suo marchio di fabbrica. La più evidente è con tutta probabilità quella legata alla guerra, non a caso Matsumoto era figlio di un ufficiale delle forze aeree imperiali e ha vissuto in prima persona le conseguenze della Seconda Guerra Mondiale.

Corazzata Spaziale Yamato è il titolo che più di tutti ci mostra la visione che Matsumoto ha di questo argomento, uno strumento necessario per poter sopravvivere e salvare la propria specie, ampliandola ulteriormente nel successivo Capitan Harlock, dove la battaglia diventa sia concreta (quella contro le Mazoniane, popolo alla ricerca di una nuova patria) sia ideologica. Ma nei lavori di Leiji Matsumoto è possibile trovare numerosi altri temi come l'ecologia, la crescita personale, la ricerca di sé stessi, l'oscurità e le debolezze dell'animo umano, molti dei quali ancora così attuali e credibili nella loro universalità.

Pirati e donne misteriose

Un universo così vasto e sfaccettato non avrebbe avuto la stessa attrattiva se non fosse stato popolato da un insieme di figure destinato a imprimersi nella memoria del lettore (e dello spettatore). Ecco quindi che arriviamo al secondo aspetto più importante dell'eredità di Leiji Matsumoto: l'averci regalato alcuni dei personaggi più memorabili della moderna cultura dell'intrattenimento.

La prima cosa che salta all'occhio è la grande varietà di stili grafici con cui vengono rappresentati. Nei manga e nelle serie animate del Leijiverse si spazia infatti tra possenti eroi senza macchia, personaggi femminili dai lineamenti sinuosi e uomini dall'aspetto sgraziato, grottesco e caricaturale (pensiamo a Tochiro), in un gioco di contrasti che rende ancora più incisiva ognuna di queste categorie. Le donne di Matsumoto, in particolare, meritano una menzione a parte. Non tutti sanno che l'autore, prima di dedicarsi alle opere fantascientifiche per ragazzi, ha fatto la sua gavetta cimentandosi nella serializzazione di numerosi shojo manga, esperienza che deve aver giocato un ruolo decisivo nella sua sensibilità verso il genere femminile. I personaggi di questo sesso sono infatti quasi sempre raffigurati con un corpo elegante e slanciato, aggraziato e statuario, e l'alone spesso misterioso e tragico che li avvolge accresce ancora di più il loro fascino.

Particolarmente rappresentativa sotto questo punto di vista è Maetel (Maisha, nell'adattamento italiano), l'enigmatica e imperscrutabile co-protagonista di Galaxy Express 999 che accompagna Tetsuro Hoshino nel suo lungo viaggio.

Se si parla dei personaggi di Leiji Matsumoto è però impossibile non citare il più importante e famoso di tutti, anche presso il pubblico mainstream: Capitan Harlock. Emblema dell'(anti-)eroe romantico per eccellenza, il pirata spaziale ha saputo conquistare il pubblico di tutto il mondo sin dalla sua prima comparsa nella serie animata, grazie al suo carisma e ai suoi ideali nobili e puri. Per approfondire questo protagonista fondamentale della storia della cultura giapponese, vi invitiamo a recuperare il nostro speciale sulle origini e l'evoluzione di Capitan Harlock.

Un autore crossmediale

Concludiamo l'articolo parlando della terza e ultima eredità di Leiji Matsumoto, quella sotto gli occhi di tutti e al tempo stesso messa in secondo piano quando si tratta di analizzare il suo operato. Sin dal debutto nel mondo della fantascienza, l'autore ha saputo dimostrare le sue incredibili doti poliedriche sviluppando in parallelo due carriere: quella fumettistica e quella nell'animazione. Due mondi da sempre interconnessi, ma che all'epoca raramente vedevano la stessa persona contribuire in modo decisivo in entrambi i settori (pensiamo a due giganti come Osamu Tezuka e Go Nagai).

Corazzata Spaziale Yamato è ancora una volta l'esempio perfetto della versatilità di Leiji Matsumoto: nata in forma animata nel 1974 come serie di 26 episodi, con l'autore stesso a curarne il design e la regia (assieme a Noboru Ishiguro), e trasposta come manga nell'anno successivo. Nel caso di Capitan Harlock, invece, abbiamo avuto la situazione opposta, con l'anime ritenuto all'unanimità superiore all'originale cartaceo grazie anche all'operato del leggendario regista Rintaro.

Non solo anime e manga, tuttavia. La prolifica carriera di Matsumoto ha toccato anche il mondo della musica, come dimostrato dal lungometraggio Interstella 5555 (2003), interamente basato sulle canzoni dell'album Discovery del duo elettronico francese Daft Punk. O ancora la progettazione di navi e aerei, come nel caso di Himiko, il futuristico battello che collega Tokyo all'isola artificiale Odaiba, da lui progettato. Un'ulteriore testimonianza dell'incredibile sensibilità artistica (e non solo) di un protagonista assoluto dell'immaginario contemporaneo.