Capitan Harlock: dalle origini al film in 3D disponibile su Prime Video

In occasione dell'arrivo su Amazon Prime Video del film in 3D-CGI dedicato a Capitan Harlock, ripercorriamo la storia del mitico pirata spaziale.

Capitan Harlock: dalle origini al film in 3D disponibile su Prime Video
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Quella del pirata è da sempre una delle figure più affascinanti delle opere di fantasia. Sebbene responsabili nella realtà di azioni tutt'altro che legali e pacifiche - stiamo pur sempre parlando di marinai che assaltano, saccheggiano e affondano le navi in mare aperto - l'immagine del pirata, nella sua accezione più romantica e idealizzata, è diventata sinonimo di libertà, di anarchia, di uno stile di vita avventuroso e privo di vincoli, lontano dalla massa e non piegato a qualsiasi forma di legge o istituzione. Un archetipo che ha le sue origini nella letteratura mondiale (pensiamo a L'isola del tesoro di Stevenson o ai romanzi di Emilio Salgari) e che continua a ispirare numerosi prodotti della cultura di massa.

Nel mondo dei manga e degli anime, se si parla di pirati è impossibile non pensare a un nome in particolare, Capitan Harlock. A differenza della maggior parte dei suoi colleghi, costui non solca i mari a bordo del suo veliero, bensì lo spazio a bordo della sua mitica astronave Arcadia. In occasione dell'arrivo su Amazon Prime Video di Capitan Harlock 3D, pellicola che vede per la prima volta il celebre personaggio in computer grafica tridimensionale, andiamo a ripercorrere la storia e l'evoluzione del celebre pirata spaziale.

Una nave che solca lo spazio, l'Arcadia

Capitan Harlock nasce nel 1977 dalle matite di Leiji Matsumoto, vero nome Akira Matsumoto, che pubblica l'omonimo manga dal gennaio 1977 al gennaio 1979 sulla rivista shonen quindicinale Play Comic dell'editore Akita Shoten. Grazie al successo ottenuto l'opera, raccolta in cinque volumi, è stata subito adattata in quella che è la forma con cui il personaggio si è fatto conoscere in tutto il mondo: la prima, storica serie animata. Diretto da Rintaro, figura importantissima dell'animazione giapponese, e realizzato dallo studio Toei Animation, l'anime di Capitan Harlock è stato trasmesso sulla rete televisiva nipponica dal 14 marzo 1978 al 13 febbraio 1979 per una durata totale di 42 episodi.

Dopo queste due pietre fondanti, il franchise si è espanso negli anni successivi grazie a nuove produzioni animate, lungometraggi e manga, alcune delle quali non direttamente collegate a Capitan Harlock (come Galaxy Express 999 e Queen Emeraldas) ma facenti parte del cosiddetto Leijiverse, l'universo delle opere di Matsumoto che si distingue per la mancanza di logica e coerenza narrativa.

Nel 1982 esce il film Capitan Harlock: L'Arcadia della mia giovinezza, per la regia di regia di Tomoharu Katsumata, prequel della seconda serie televisiva Capitan Harlock SSX - Rotta verso l'infinito (1982-1983), lunga 22 episodi e diretta sempre da Rintaro presso Toei.

Nel 1999 è la volta di Harlock Saga - L'anello dei Nibelunghi, serie OAV di 6 episodi basata sulla saga dei Nibelunghi, opera della mitologia norrena di Richard Wagner, della quale esiste anche una versione cartacea in 8 volumi differente da quella animata.

Nel 2001 abbiamo Cosmowarrior Zero, nuovo anime di 13 episodi (+ 2 special) che funge da prequel alla saga di Capitan Harlock, mentre l'anno successivo è la volta di Space Pirate Captain Herlock - The Endless Odyssey, 13 OAV diretti ancora una volta da Rintaro e realizzati dallo studio Madhouse che rivisitano liberamente il personaggio di Matsumoto.

Esiste inoltre Gun Frontier, una versione che potremmo definire alternativa di Capitan Harlock ambientata nel Far West americano. Si tratta di un manga del 1972 scritto e disegnato da Matsumoto, trasposto nel 2002 (ben 30 anni più tardi) in un anime di 13 episodi. Gun Frontier è il primo prodotto dove l'autore introduce i due personaggi più famosi del franchise, Tochiro e Harlock.

Il lungometraggio Capitan Harlock del 2013 è tuttora l'ultimo adattamento animato dedicato al personaggio di Leiji Matsumoto, mentre nel 2014 è iniziato (ed è ancora in corso) il manga Capitan Harlock: Dimension Voyage, retelling in chiave moderna e con alcune differenze della storia originale, scritto dallo stesso Matsumoto e illustrato dal mangaka Koichi Shimaboshi.

L'ultima iterazione cartacea è Capitan Harlock - Memorie dell'Arcadia, realizzato dal fumettista Jérôme Alquié e nato come collaborazione fra Akita Shonen e l'editore francese Kana. In corso sul sito web Manga Cross da giugno 2019, l'opera arriverà in Italia grazie a Panini Comics.

Il Capitano e il Belpaese

L'autore e la sua creazione più celebre hanno sempre avuto un rapporto speciale con il nostro Paese. Il fumetto capostipite è stato infatti pubblicato per la prima volta da Granata Press, editore fra i primi a importare e tradurre manga e anime sul suolo italico, suddiviso in 15 volumi dal 1993 al 1994. In seguito, i diritti sono passati a Panini Comics, che ha ripubblicato la serie nel 2001 sotto l'etichetta Planet Manga in un'edizione in 5 volumi, fedele alla controparte giapponese ma con il senso di lettura ribaltato. La stessa operazione è stata compiuta nel 2010 dall'editore d/visual. Attualmente, la licenza di buona parte delle opere di Matsumoto è in mano a RW-Goen, che fra il 2013 e il 2014 ha pubblicato nuovamente il manga in un'edizione Deluxe, e nel 2019 in un volume unico cartonato da collezione.

Se il manga ha rappresentato uno dei primissimi fumetti giapponesi tradotti e pubblicati nel Bel Paese, un ruolo ancora più importante lo ha avuto l'anime. Trasmessa per la prima volta su Rai 2 nel 1979, in una versione con numerosi tagli e censure inizialmente incompresa dalla critica italiana, la serie ha cementato nel tempo il mito di Capitan Harlock e lo status di personaggio simbolo dell'animazione giapponese.

Indimenticabile la sigla di apertura scritta da Luigi Albertelli, composta da Vince Tempera ed eseguita da La banda dei bucanieri, che fu anche un notevole successo discografico e che rappresenta una delle sigle italiane più famose e celebrate nella community di appassionati, e non solo.

Un rapporto davvero speciale, quello fra il maestro e l'Italia, che avrebbe dovuto essere celebrato lo scorso novembre, in occasione dei 40 anni dell'arrivo della serie animata nel nostro paese, ma che purtroppo ha rischiato di trasformarsi in tragedia.

La sera del 15 novembre 2019 infatti, mentre si trovava a Torino, Leiji Matsumoto ha accusato un grave malore per il quale è stato subito ricoverato in ospedale. Fortunatamente l'artista si è ripreso dopo pochi giorni e, come testimoniano alcune foto postate di recente dall'Associazione Culturale Leiji Matsumoto, sembra tornato in piena salute.

Il fascino del pirata spaziale

Ambientata nel 2977, la storia vede il pianeta Terra guidato dal cosiddetto Governo Unificato e conosce da tempo un periodo di pace e stabilità. A causa di questo, le persone sono ormai diventate apatiche e indifferenti a tutto ciò che accade intorno a loro, mentre la classe dirigente punta solo a farsi rieleggere negando con forza qualsiasi tipo di problema: chiunque si opponga a questa situazione viene considerato un fuorilegge o un pazzo. In questo contesto, Harlock è un emarginato divenuto pirata spaziale che solca le stelle a bordo di un'astronave chiamata Arcadia, assieme al suo equipaggio. L'arrivo sulla Terra di una misteriosa e gigantesca sfera nera, chiamata Pennant, è il presagio di una guerra imminente contro la popolazione aliena delle Mazoniane e la loro regina Raflesia, intenzionate a conquistare il pianeta.

Il successo e il fascino di Capitan Harlock sono da ricercare in tutta una serie di motivi. Il primo è legato sicuramente dai personaggi. In un mondo immobile, statico e in preda all'indifferenza, Harlock e la sua ciurma rappresentano lo spirito di ribellione. Il protagonista è un tipico eroe romantico, un uomo che ha rinnegato la società e le sue convinzioni, che vive seguendo il suo cuore e il suo desiderio di libertà, taciturno e con un animo all'apparenza imperscrutabile.

Fisicamente Harlock è inoltre il prototipo del perfetto pirata: basti vedere la benda sull'occhio, la cicatrice sul viso, e il fidato dodo Tori-san che fa le veci del classico pappagallo. Al suo fianco troviamo l'equipaggio dell'Arcadia, a prima vista uno strano assortimento di personaggi strampalati, indisciplinati e svogliati. Nel momento del bisogno tuttavia, diventano semplicemente i migliori nelle rispettive mansioni.

Anche la storia e le tematiche ideate da Leiji Matsumoto hanno giocato un ruolo chiave. Attraverso il racconto della battaglia fra i pirati dell'Arcadia e le Mazoniane, donne dall'aspetto bellissimo ma dal comportamento ostile, il manga mette in scena uno scontro fra ideologie e civiltà, fra uomo e natura, fra due popoli all'apparenza molto diversi ma in realtà molto più simili di quanto si possa credere.

Non è un caso che il nome dell'astronave di Harlock, Arcadia, richiami l'omonimo mondo idilliaco della mitologia greca, a testimoniare la volontà di Matsumoto di condannare qualsiasi forma di odio e di guerra. Una filosofia che l'anime accentua rispetto alla controparte cartacea grazie alla regia drammatica, quasi malinconica, e alla splendida colonna sonora eseguita dalla Tokyo Philharmonic Orchestra.

L'approdo nella modernità

Dopo aver attraversato tre decadi, intere generazioni e numerose rivisitazioni, nel 2013 Capitan Harlock si adegua per la prima volta ai nostri tempi. Esce infatti nei cinema giapponesi Space Pirate Captain Harlock, lungometraggio in 3D-CGI realizzato da Toei Animation e Marza Animation Planet.

Diretto da Shinji Aramaki (Appleseed, Ghost in the Shell: SAC_2045) e scritto da Harutoshi Fukui, il film è stato presentato fuori concorso alla 70a Mostra del cinema di Venezia, ed è uscito nelle sale italiane il 1° gennaio 2014 distribuito da Lucky Red. Da giugno 2020 questa versione di Capitan Harlock è disponibile anche su Amazon Prime Video.

Il film è una rivisitazione in chiave moderna e attuale del personaggio, che si ispira all'opera originale ma con numerose differenze. Dopo aver lasciato la Terra, il genere umano ha conquistato l'universo raggiungendo l'incredibile cifra di 500 miliardi di abitanti. Una pesante crisi legata all'esaurimento delle risorse dei pianeti colonizzati fa nascere il desiderio di tornare a casa, là dove l'umanità ha avuto inizio.

Il pianeta è diventato tuttavia un santuario protetto dalla Coalizione Gaia, un'entità sovranazionale decadente e corrotta che governa la società in maniera dispotica. L'unico che si oppone a questa situazione è il pirata spaziale Harlock, capitano dell'Arcadia. La Coalizione Gaia, temendo la minaccia rappresentata da Harlock, decide di inviare un infiltrato per ucciderlo: il giovane Yama, fratello di Ezra, pupillo della Coalizione e uomo ambizioso e privo di scrupoli.

Quella che ci viene presentata in questa pellicola è una visione del personaggio per l'appunto moderna, più oscura ed estrema, quasi folle e nichilista, come testimoniato da alcuni risvolti della trama che gettano la luce sul suo passato, sui suoi obbiettivi e sull'origine del suo conflitto con la Coalizione Gaia.

In questa recente e ultima versione animata del personaggio di Matsumoto sono assenti alcuni capisaldi dell'opera originale, come le Mazoniane, la cui presenza avrebbe probabilmente impedito al film di poter sviluppare il racconto nel modo adeguato senza dover ricorrere a un seguito, e ci sono delle differenze importanti come il ruolo del pianeta Terra e del governo, oppure la sottotrama parallela che vede coinvolti Ezra e Yama, un'aggiunta che rende la storia più profonda e affascinante. In tutto questo, la figura di Harlock sembra quasi rimanere sullo sfondo ma in realtà è ben presente, diventando un ideale da seguire, come testimoniato sul finale quando il giovane Yama, a tutti gli effetti il vero protagonista e figura che si rifà a quella del Tadashi del manga e anime originali, assume il ruolo di nuovo capitano dell'Arcadia per guidare il genere umano, ormai libero dal dominio della Coalizione Gaia, verso un futuro di lenta ma costante rinascita.

Space Pirate Capitan Harlock è quindi un film che mantiene tutto lo spirito e la natura del personaggio come Leiji Matsumoto lo aveva concepito, collocandolo in un contesto e in una forma più adatti ai giorni nostri. Per quanto riguarda la seconda, il lavoro svolto è stato eccellente, perché Capitan Harlock rappresenta ancora oggi uno dei migliori esempi di CGI in un anime giapponese.

Realizzato con tecniche innovative, come il facial capture, e costato 30 milioni di dollari, una cifra non esigua ma lontana dal budget stanziato per produzioni milionarie come quelle di Disney e Pixar, il film purtroppo si è rivelato un flop al botteghino, e paradossalmente (o forse no) è stata proprio l'Italia il Paese dove, in proporzione, ha avuto gli incassi maggiori. Prima di concludere questa retrospettiva, vi invitiamo a leggere la recensione di Capitan Harlock 3D presente sul sito.

Capitan Harlock Anche dopo 40 anni di onorata carriera, la figura di Capitan Harlock continua ad affascinare e a far sognare moltissimi appassionati. Il mitico pirata spaziale di Leiji Matsumoto è una vera e propria istituzione della cultura pop giapponese, che nel corso delle numerose iterazioni (fumettistiche, animate o cinematografiche che dir si voglia) ha saputo rinnovarsi e adattarsi ai tempi, mantenendosi però fedele ai principi con i quali il creatore lo ha concepito. L'ultima pellicola in 3DCGI è un prodotto perfetto per chi vuole avvicinarsi al personaggio, un film che dona a Capitan Harlock una veste grafica moderna senza snaturarne l'essenza, non privo di difetti ma imprescindibile per qualsiasi appassionato di animazione e fantascienza. Qualunque cosa gli riservi il futuro, siamo certi che il pirata spaziale più amato del Sol Levante continuerà a solcare le stelle in nome della libertà.