Devilman e oltre: i demoni di Go Nagai, un viaggio nell'Inferno del maestro

ripercorriamo le maggiori opere di Go Nagai, da Devilman fino a fine anni 90, analizzando le sue opere e cercando di comprendere i legami tra esse.

Devilman e oltre: i demoni di Go Nagai, un viaggio nell'Inferno del maestro
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Uomini, figlio di Dio, creati a sua immagine e somiglianza ma imperfetti. Colpevoli del peccato originale, commesso sotto tentazione del serpente che simboleggia il demonio. Ma chi è il demonio? Cosa rappresenta? Esso non è altro che un essere divino che ha abbandonato ogni resistenza alle tentazioni e al peccato e cerca di imbrigliare l'anima degli esseri umani con la lussuria ed il piacere.

Piaceri talmente profondi, carnali e viscerali da risultare peccati imperdonabili, meritevoli di un pegno ed una condanna che, dopo la morte, legherà l'anima dell'uomo ad una sofferenza eterna pari alla propria "colpa" commessa in vita. Questa figura da sempre ha affascinato l'essere umano ed in particolar modo un genio dei manga, il grandissimo Go Nagai, artefice di innumerevoli opere che girano attorno a questo tema. Con Devilman, prima di Devilman e dopo Devilman.

Dai mecha ai demoni

Tutti noi, appassionati di manga ed animazione giapponese, conosciamo Go Nagai. Il mitico mangaka creatore, soprattutto negli anni 70, di

innumerevoli opere che hanno scritto la storia e fondato le basi per molte opere moderne. Il "grande maestro" era talmente innovativo nelle tematiche che molti suoi lavori ancora oggi vengono riproposti, modernizzati o adattati. I temi che hanno sempre caratterizzato le sue opere sono stati principalmente due: i Mecha ed i Demoni. In realtà molti di voi conosceranno Go Nagai grazie soprattutto all'animazione ma, in quell'epoca, cioè inizio anni 70, le serie animate erano molto diverse dai manga dai quali erano tratte. In quel periodo anche in Giappone, l'animazione veniva vista perlopiù come un prodotto destinato ad un pubblico giovane, e le opere cartacee risultavano non solo molto più brevi, ma anche più mature e violente.

Detto questo le due grandi saghe Mecha di Go Nagai (Mazinga e Getter Robot), uscirono in televisione e nelle riviste per ragazzi quasi contemporaneamente. La differenza stava soprattutto nella durata, mentre i manga erano composti da 3/5 volumi circa, le serie animate potevano anche arrivare a 90 episodi e gettarono le basi per le grandi serie shonen prodotte poi negli anni 80. Per quanto riguarda invece la saga di Devilman, il discorso fu molto diverso.

Un demone per amico

Mentre nelle serie Mecha la differenza tra le due versioni (animata e cartacea) si limitava soprattutto alla durata, non si può dire la stessa cosa per quella che fu la prima versione televisiva di Devilman. Ma facciamo un passo indietro. In realtà la prima opera, o forse la potremmo definire la "genesi" demoniaca di Go Nagai, non fu Devilman ma Mao Dante, manga uscito nel 1971 composto da 3 tankobon.

La serie purtroppo rimase incompleta e si dovette attendere fino al 2002 per vederne la conclusione in una serie tv composta da 13 episodi. In realtà Mao Dante gettò le basi di ciò che, appena un anno e mezzo dopo, fu Devilman. Gli elementi che accomunano i due manga sono molti: in Mao Dante il protagonista, Ryo Utsugi, avrà sin da subito degli incubi terrificanti in cui vittime di omicidi compiuti da una strana setta invocano il suo aiuto e delle ombre sembrano osservare sia lui che sua sorella, Saori. Da lì la storia si dipanerà in alcuni eventi che porteranno Ryo a diventare un tutt'uno col grande demone Dante e a delle rivelazioni scioccanti su ciò che, fino a quel momento, tutti chiamavano dio. In quest'opera è subito palese l'attitudine di Go Nagai a porsi delle domande e dubitare su ciò che è veramente malvagio. Secondo il maestro la malvagità non è insita in ciò che all'apparenza sembra essere "demoniaco" ma nelle vere intenzioni. Anzi forse proprio ciò che sembra essere perfetto, in tutti gli aspetti, cela dietro di sé le più grandi nefandezze ed intenzioni malvagie.

Devilman, le origini del mito

Come già detto il manga di Devilman venne pubblicato a partire dal 1972 su Weekly Shonen Magazine e fu composto da 5 tankobon. Quasi in contemporanea, neanche un mese più tardi, iniziò anche la serializzazione in tv dell'omonimo anime composto da 39 episodi. Le due opere furono completamente diverse e l'anime non ripercorreva quasi minimamente, a parte una breve parte iniziale, il manga. Questo perché l'opera cartacea risultò troppo cruenta, quindi si decise di distanziarsi dalle atmosfere crude del fumetto originale. È indubbio che Devilman sia il capolavoro di Go Nagai, e forse uno dei migliori manga della storia. Il sensei ci mostra che i veri "demoni" in realtà risiedono in noi e l'unico modo per combatterli è saper resistere alle tentazioni ed agli istinti più animaleschi. Non a caso il maestro li rappresenta come esseri eccessivi, sia negli atti di violenza che in quelli d'amore. Capaci delle più atroci azioni ma allo stesso tempo di provare sentimenti d'amore così profondi da perdurare nei secoli. La critica portata da questo manga è pesante e violenta ma segna una svolta sia per l'autore che per il genere di riferimento.

L'aspetto non conta

In quel periodo Go Nagai era un vero e proprio pozzo senza fondo di idee, ed il successo gli permise di dare libero sfogo a tutto il suo estro. Nel 1973 iniziò un'altra serie che lo impegnò per diverso tempo e che fu spunto (forse anche più di Devilman) per tanti autori posteri: parliamo di Violence Jack. Mai nome fu appropriato per questa serie, dalla trama tanto semplice quanto scioccante.

Qui, ancora di più che in Devilman, la cattiveria degli esseri umani viene messa in risalto in un ritratto di una società anarchica in cui l'uomo si lascerebbe andare alle azioni più peccaminose e disgustose. Ed è proprio questa ambientazione "post apocalittica" dove tutto è permesso, in cui in ogni pagina è un esercizio di violenza indicibile e senza precedenti. In tutto questo l'essere che dimostrerà più umanità sarà proprio Jack, colui che a prima vista sembra il più demoniaco di tutti: la violenza e la possanza fatta persona che, in realtà, nascondono i tratti di un antieroe che ha il compito di punire gli esseri umani più spregevoli.

Dai demoni del passato fino ai giorni nostri

Nel 1976 Go Nagai creò un altro manga in cui, ancora una volta, il Demone lotta per rivendicare la sua umanità e la sua esistenza, Shutendoji. Qui il maestro tentò di mescolare la cultura giapponese a quella occidentale, scrivendo una storia in cui un giovane bambino, chiamato poi Jiro Shutendo, viene consegnato da un Demone (o Oni) ad una coppia con l'ordine di crescerlo per 17 anni (qui la nostra recensione di Shutendoji).

La storia si dirama e prende pieghe inaspettate, con viaggi nel tempo e rivelazioni scioccanti: il risultato fu già all'epoca un manga non apprezzato da tutti. Effettivamente quest'opera, per chi già conosce Devilman e Violence Jack, può risultare più "banale", ma è indubbio che segni un ulteriore step nella produzione nagaiana: unire concetti occidentali, tradizione giapponese e fantascienza in soli 9 tankobon in cui il protagonista lotta per far ritorno dai suoi genitori nel luogo dove e si sentiva amato. Da lì in poi il maestro divenne un po' meno prolifico, ma ugualmente pubblicò opere sui demoni. I più importanti che possiamo citare sono sicuramente La Divina Commedia, manga distribuito in tre tankobon nel 1993 in cui il maestro ripercorre l'incredibile viaggio di Dante tra Inferno, Purgatorio e Paradiso. Opera di discreta qualità che "adatta" il capolavoro di dante ad una forma d'arte diversa quale quella del fumetto.

Ci fu poi Devillady, uscito nel 1997 e composto da ben 17 volumi. Sicuramente non una delle migliori opere dell'autore, che propone, al femminile, una trama abbastanza simile a quella di Devilman, focalizzandosi maggiormente sull'aspetto personale e sulle sensazioni che la trasformazione in demone portano alla protagonista Jun Fudo. Amon è invece un manga composto da sei volumetti ed è uscito nel 1999. Narra ciò che avvenne milioni di anni prima degli eventi raccontati in Devilman, spiegando il rapporto tra Amon e Satana. L'opera non fu disegnata da Go Nagai e la stessa trama non sembra partorita dalla mente del maestro, che fu criticato da molti. Eppure, riteniamo che ebbe il merito di fornire degli elementi cruciali per comprendere appieno il mondo di Devilman.