Dragon Ball è un fenomeno sociale che non finirà mai, nel bene e nel male

Dragon Ball Super Super Hero ha dimostrato ancora una volta che l'opera di Akira Toriyama è diventata un fenomeno sociale globale intramontabile.

Dragon Ball è un fenomeno sociale che non finirà mai, nel bene e nel male
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A volte mi dimentico quanto Dragon Ball sia importante. Per me, per noi, per tutti gli appassionati di tizi colorati che vogliono diventare sempre più forti. Forse negli anni l'emozione un po' si assottiglia, sbiadisce, si rifugia nei momenti da piccoli quando alzavamo le mani per aiutare Goku con l'Energia sferica, o saltavamo in piedi dal divano pronti a fare l'Onda energetica con Gohan per sconfiggere Cell.

Ma quell'emozione non se ne va mai. Sicuramente cambia forma, magari avrebbe bisogno di un senzu per riprendersi, ma non muore. E voi giustamente potreste dirmi: ma dove stai andando a parare? Beh, se siete stati in sala a vedere un certo film (qua la nostra recensione di Dragon Ball Super Super Hero) forse lo avete già capito. Sedili ricolmi di gente, pubblico di qualsiasi età, sempre pronto a correre al cinema per Dragon Ball. Nonostante tutto. E nonostante Dragon Ball Super Super Hero sia un titolo orribile.

Dragon Ball non finirà mai

Forse non è il massimo avere la certezza che Dragon Ball in qualche maniera non finirà mai. Le storie terminano, hanno una loro esistenza fissa nel tempo. Eppure alcune storie la travalicano.

Sembra possano fermarsi, ma ancora hanno qualcosa da dire. Anche se quel qualcosa spesso non ci piace. È innegabile che dopo Dragon Ball Z la qualità sia drasticamente calata. Super non è riuscito a fare breccia nel cuore dei fan, come fosse un more of the same con poche idee. Tra cui, ad esempio, Black Freezer che arriva nel manga, riciclando di nuovo l'ennesima trasformazione del villain. Ma la sala piena per Super Hero ci ricorda una lezione banalissima eppure cruciale: Dragon Ball è sempre Dragon Ball. Ha con se una forza ancestrale, una semplicità che si appiglia ai pomeriggi dopo scuola, ai contorni di bene male che all'inizio sono netti, poi si sfumano. Al voler imitare i propri eroi e volare con loro. E magari a voler scoprire sempre chi è il più forte di Dragon Ball.

Super Hero e il senso del cinema

Ci sarà sempre una nuova trasformazione. Un nuovo colore di capelli. Una nuova forma. E quasi sicuramente, ormai, sarà un riciclo di elementi già visti, masticati e risputati.

La domanda è: noi saremo lì a vederla? Magari in tanti storceranno il naso, convinti del no, eppure la lezione di Dragon Ball Super Super Hero rimane. Anche se sembra tramontare, il manga di Akira Toriyama scalda ancora. Riesce a portare in sala generazioni diverse, persone di tutte le età che hanno amato Dragon Ball in momenti e situazioni lontanissimi, ma che riescono ad avvicinarli nel buio di fronte allo schermo. Questa è la vera forza di un'opera immortale come Dragon Ball: esserci anche quando ci sembra di non averne più bisogno. E poco importa se davvero la qualità è più bassa, se le glorie sono nel passato, se Super Hero non è un film perfetto. Perché la condivisione cinematografica, elemento che ultimamente solo il Marvel Cinematic Universe è riuscito a cementare, vale qualsiasi cosa. Il sentirsi parte di gruppo più grande che valica confini anagrafici vale l'ennesimo ritorno di Freezer o il nuovo taglio di capelli di Gohan. Ci ricorda che non tutto è passato, e non è sempre un male tornare dove si è stati bene. Anche con occhi e spirito diverso, come se facessimo un'Onda energetica assieme alla nostra controparte bambina. Perché ci sarà sempre un nuovo cattivo da sconfiggere più forte del precedente. Ma in qualche maniera, qualsiasi essa sia, ci saremo anche noi a dare una mano.