Dragon Ball Super, un nuovo Goku: l'evoluzione che stavamo aspettando

Considerazioni sull'evoluzione di Son Goku dopo gli sviluppi dei capitoli 63 e 64 di Dragon Ball Super: finalmente Kakaroth matura.

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Da alcuni anni a questa parte, con il debutto di Dragon Ball Super, il mito di quel portentoso bambino con la coda che, una volta cresciuto, divenne un uomo saggio e consapevole delle proprie responsabilità è diventato un ricordo più o meno lontano. Abbiamo già parlato della repentina involuzione di Goku durante i vari archi narrativi della serie sequel di Dragon Ball Z, e dobbiamo confermare che la caratterizzazione dell'iconico protagonista nel suo percorso di ascesa verso lo status divino è rimasta inversamente proporzionale all'acquisizione delle sue nuove abilità, il che è un gran bel paradosso.

Tutto questo, almeno, fino ad ora: era chiaro sin dai primi capitoli che la saga di Molo avesse qualcosa di diverso rispetto alla narrazione un po' scialba che il sensei Toriyama ha imbastito nei primi 131 episodi dell'anime. Proseguita nelle pagine del manga ottimamente disegnato da Toyotaro, e probabilmente libera dai vincoli di una produzione settimanale un po' troppo intensiva come quella dei circuiti televisivi, la penna e la matita dei due mangaka hanno potuto comporre una parentesi narrativa assai più coerente e ragionata, ma soprattutto rispettosa degli archetipi dell'opera classica, quegli stessi stilemi che hanno permesso a Dragon Ball di affermarsi come il re dei battle shonen.

E in effetti, alla luce delle incredibili novità del capitolo 64 di Dragon Ball Super, possiamo finalmente affermarlo: ci sono voluti più di sessanta capitoli ed un lustro abbondante, ma infine è accatuto: Son Goku è nuovamente maturato.

Il saiyan cresciuto sulla Terra

Inutile soffermarsi troppo su concetti che abbiamo già espresso, ma basti ricordare che il nostro pensiero sul protagonista di Dragon Ball dipingeva un eroe assai ridimensionato rispetto alle sue gesta giovanili e alla sua prima parentesi adulta nel manga classico. Sostanzialmente, l'impressione è che Akira Toriyama abbia cercato di calcare la mano sull'evoluzione smodata dell'orgoglio saiyan di Kakaroth, dimenticando forse troppo in fretta che il suo potentissimo protagonista si è sempre riferito a se stesso come "un guerriero saiyan cresciuto sulla Terra".

Un'affermazione tanto semplice quanto potente, testimonianza del cuore puro e dell'eroismo che ha sempre permeato l'animo di Son-kun. L'acquisizione di poteri divini, e la voglia smisurata di confrontarsi con avversari sempre più forti, ha invece portato il Goku di Dragon Ball Super ad agire molto spesso seguendo soltanto l'ambizione personale, scadendo in atti di puro e crudele egoismo come l'aver convinto Zeno ad organizzare il Torneo del Potere, ben consapevole di aver condannato la quasi totalità degli universi alla cancellazione dall'esistenza.

Lo stesso confronto con Broly, pur poggiandosi su una svolta narrativa inedita e destinata ad approfondire la lore dei saiyan, ha effettivamente ampliato ancor di più l'ego Son Goku, che in una prima fase di confronto con il figlio di Paragas non desidera altro che mettere alla prova l'infinito potenziale del brutale Super Saiyan dai capelli verdi, senza curarsi troppo delle conseguenze che la furia del berserker potrebbero provocare sulla Terra. Con Molo, però, è cambiato tutto.

Il "nuovo" Goku

Rispetto ai precedenti avversari della serie Super, Molo è il primo grande villain invincibile. Se fino a questo momenti rivali come Beerus, Hit e Jiren (superiori a Goku, ma mai davvero identificati come villain), hanno rappresentato nient'altro che uno sprone perché privi di un'aura del tutto negativa, d'altro canto i pochi villain comparsi in DBS non hanno mai posto i Guerrieri Z di fronte ad una disfatta come quella orchestrata da Molo: un certo Kaioshin del Decimo Universo, pur essendo in possesso di poteri fuori scala, è stato ben presto soppiantato dalla forza della Fusion e dalla determinazione di Trunks, dandoci conferma di quanto Zamasu sia un antagonista un po' sprecato.

Tornando a Molo, l'infinita malvagità del Prigioniero della Pattuglia Galattica, unita alla frustrazione e al senso d'impotenza provato dal nostro saiyan, hanno pian piano decostruito il combattente un po' egoista che avevamo conosciuto sin dall'avvento di Lord Beerus.

La scomparsa del povero Merus, che per Kakaroth è stato un mentore oltre che un amico, è stata la proverbiale goccia che ha fatto traboccare un vaso ormai stracolmo. Quasi un inverso dell'iconica morte di Crillin, che ha però innescato una reazione completamente diversa. Goku ha finalmente capito cosa significa lottare per proteggere gli altri, e il successivo dialogo con Jaco ha finalmente chiarito qual è il suo ruolo nei confronti dell'universo.

Kakaroth si sente adesso molto più simile ad un pattugliatore galattico: un guerriero che combatte non più per il suo orgoglio, ma per la salvaguardia del suo stesso mondo.
Un dettaglio sottile, ma a parer nostro prezioso, che segna un importante character development per il protagonista di Dragon Ball. Un cambiamento sostanziale che coincide, non a caso, con il completamento dell'Ultra Istinto: ora, il saiyan cresciuto sulla Terra è un guerriero dal cuore calmissimo, che riesce a bilanciare la potenza e la furia emotiva con la serenità d'animo. Uno status quo perfetto, insomma, per questo "nuovo" Goku, un eroe che finalmente è pronto a caricarsi sulle spalle il destino dell'umanità. Come ha fatto innumerevoli volte, prima di smarrire la sua verità più grande: essere un orgoglioso saiyan, ma cresciuto con umanità e compassione nei confronti del prossimo.