Haikyu come Slam Dunk e Tsubasa: perché è uno dei migliori spokon di sempre

Il manga di Haruichi Furudate sulla pallavolo ha spopolato in questi ultimi anni. Ma cosa ha reso quest'opera così famosa? Vediamolo insieme.

Haikyu come Slam Dunk e Tsubasa: perché è uno dei migliori spokon di sempre
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Dopo l'enorme clamore che ha avuto soprattutto dopo la sua prima apparizione sul piccolo schermo, Haikyu!! ha sicuramente lasciato il segno come uno degli spokon meglio realizzati negli ultimi anni. Il manga della pallavolo scritto e disegnato da Haruichi Furudate (ed edito in Italia da Star Comics, che ha portato l'ultimo volume dell'opera in tutte le fumetterie a luglio dello scorso anno), ha conquistato il cuore del pubblico grazie alla trasposizione animata a cura di Production I.G. che conta quattro stagioni totali. Una anime che, ad oggi, è ancora tristemente a metà del suo decorso e che avremo la possibilità di rivedere (anche doppiato in italiano) grazie agli ultimi annunci di Yamato Video che porterà Haikyu!! e Naruto su Anime Generation.

Non a caso sono tante le domande che ruotano intorno a quest'opera: molti si chiedono che fine abbia fatto la quinta stagione di Haikyu!!, mentre altri si domandano ancora oggi come sia possibile che un anime sulla pallavolo abbia ricevuto così tanto consenso tra il pubblico nonostante parli di uno sport generalmente poco seguito nel paese del sol levante (e non solo). Con questi interrogativi, proviamo quindi ad analizzare insieme questo incredibile spokon.

Uno spokon nel vero senso della parola

Abbiamo visto tutti come Haikyu!! sia riuscito a conquistare i suoi fan includendo anche coloro che di spokon masticano poco o niente. Ma come ha fatto quest'opera ad attirare tanto l'attenzione? Primo dettaglio che emerge tra tutti è sicuramente l'attendibilità delle informazioni.

Haikyu!! non si concentra solo sui sentimenti dei protagonisti, esaltando esclusivamente la loro estrema passione per questa attività, ma spiega con sempre maggior dettaglio tutte le regole e i ruoli della pallavolo. Durante tutta l'opera, a seconda degli avvenimenti e partendo sempre dalle basi, vengono introdotte tutte le sue caratteristiche facendole risaltare ancor di più dalle singolari peculiarità di ogni personaggio. Esattamente come negli anni 90' Slam Dunk non ha permesso che le regole del basket andassero alla deriva, adesso Haikyuu!! ripercorre gli stessi passi glorificando lo sport protagonista dell'opera.

Proprio per questo, Haikyu!! può essere definito come uno spokon a 360° che, al di là della sua componente shonen che non manca di presentare le sue solite "esagerazioni", mostra una visione precisa e completa del mondo della pallavolo senza che essa venga eclissata da altre vicissitudini in cui sono implicati i giovani atleti. Infatti, in questo caso, lo sport non è un semplice filo conduttore che unisce e lega sentimentalmente i personaggi (caratteristica presente in molte opere di questo genere come Free!!, Yuri On Ice o Kuroko No Basket), bensì è l'unica vera star che viene elogiata grazie al profondo amore che i giovani liceali provano nei suoi confronti.

Un forte senso di completezza (emotiva)

Un'altra caratteristica importante che spicca particolarmente è l'uniformità degli eventi narrati. Haruichi Furudate ci permette di conoscere e empatizzare con tutti i ragazzi membri della squadra principale, approfondendo le loro più piccole sfaccettature che, con un po' di attenzione, potremmo veder mutare e crescere durante ogni singola partita. Infatti, quella del Karasuno è una crescita esponenziale verso una maturità silente che, inconsciamente e non, porta gli stessi personaggi a mettersi in discussione fino al quasi totale abbandono di vecchi traumi o convinzioni (molte volte sbagliate) che li hanno sempre contraddistinti fin dal principio.

Questo non aiuta solo a sviluppare una caratterizzazione sempre più profonda, ma anche a sottolineare ancora una volta come la pallavolo sia il punto fondante che permette un'evoluzione sia fisica che psicologica dei protagonisti, in una continua lotta per superare i propri limiti. Parlando proprio di crescita, anche la rivalità gioca un ruolo fondamentale. Captain Tsubasa ne è uno degli esempi lampanti tanto che poggia tutta la sua storia sulla competizione tra i due protagonisti principali (qui vi spieghiamo perché Holly e Benji domina gli anime sportivi). Ovviamente, il concetto di rivalità non è una novità, ma in questo caso, in Haikyu!! essa non viene intesa come un semplice omaggio nei confronti delle squadre avversarie, bensì come monito per i ragazzi del Karasuno per superare anche i propri compagni di squadra, rendendo la loro perseveranza ancora più marcata durante questa loro scalata al successo. Riallacciandoci proprio a questi particolari, e in particolar modo all'estrema grinta dei piccoli corvi del Karasuno, Haikyu!! può essere definito come uno shonen vero e proprio che sa intrigare il suo pubblico con partite cariche di adrenalina e suspance da cui è quasi impossibile staccare gli occhi. Non a caso, una storia risulta avvincente soprattutto se si è in grado di raccontarla, e lo staff di Production I.G. è riuscito nell'intento, portando sul piccolo schermo una narrazione sportiva che ha saputo esaltare ancor di più quegli infiniti momenti carichi di emozione che incorrono in ogni singola partita.

Ma proprio mentre veniamo trasportati dalle intrepide gesta della nostra squadra del cuore, ci rendiamo conto che il focus dell'attenzione viene catturato anche da altri piccoli dettagli.

Infatti, quando si parla di uniformità degli eventi, non si fa riferimento soltanto alla completezza sportiva ed emozionale dell'opera, bensì anche a tutti quegli aspetti esterni al Karasuno che mettono in risalto ogni singolo personaggio secondario. Il soffermarsi concretamente anche sulle emozioni dei giocatori di altre squadre permette allo spettatore di avere una visione a tutto tondo del mondo dello sport. E questa premura che l'autore ha concesso anche a personaggi che sono solo di contorno (sebbene alla lunga questo focus rallenta di molto la narrazione), rende ancora più concreta e palpabile la consapevolezza che, nonostante la felicità nel vedere i nostri protagonisti trionfare, dall'altra parte c'è (e ci sarà sempre) una squadra che ha perso tutto, anche il suo orgoglio.