Holly e Benji: perché la serie calcistica domina gli anime sportivi

Dopo quasi 40 anni Holly e Benji restano i protagonisti dell'anime sportivo più acclamato di sempre. Ecco alcuni buoni motivi.

Holly e Benji: perché la serie calcistica domina gli anime sportivi
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Dal 1983 ai primi anni Duemila, la saga di Holly e Benji si è realizzata in molteplici modi. Tra manga, serie anime e qualche lungometraggio, si è diffusa in tutto il mondo, riscontrando un enorme successo anche in Italia. Holly e Benji - Due fuoriclasse, in particolare, è il primo adattamento del manga Capitan Tsubasa di Yoichi Takahashi, da qualche mese disponibile su Amazon Prime Video insieme ad alcuni episodi speciali indipendenti.

Nel nostro articolo sul perché guardare Holly e Benji su Prime Video non è lo stesso avevamo analizzato il diverso approccio che il pubblico - specialmente quello dei veterani - ha oggi nei confronti della serie animata. Sebbene ci siano delle sostanziali differenze, anche in senso negativo, c'è da dire che i fan più affezionati riescono ad ignorare i piccoli difetti, portando l'anime (e chiaramente anche il manga) su un piedistallo difficile da demolire.

Quali sono i veri punti di forza di Holly e Benji? Si tratta solo di un legame affettivo oppure è vero che, nel corso degli anni, quegli elementi caratterizzanti conservano il loro potere e il loro valore? A tal proposito, esistono almeno tre importanti motivi per cui l'opera di Takahashi resta intramontabile e, soprattutto, ha mantenuto un numero molto alto di appassionati nonostante il passare del tempo.

Il calcio

Nonostante l'infinità varietà di attività sportive, specie a livello agonistico, sappiamo che il calcio in Italia è da sempre quella più spettacolarizzata. Ad ogni modo, gli anni '80 e ‘90 sono stati un periodo d'oro per il calcio italiano ma anche internazionale: Holly e Benji è arrivato, dunque, proprio nel momento giusto.

Il successo ha continuato a persistere anche negli anni Duemila, alimentando quello che chiaramente era ed è ancora uno stereotipo. Holly e Benji univa la passione per quel tipo di sport all'interesse per le serie animate. Non è un caso, d'altronde, che l'anime attirava anche un grandissimo numero di spettatrici.

Eppure, stiamo parlando dell'unica saga sportiva? Certamente no. Dagli anni '80 fino all'ultimo ventennio la produzione giapponese ha esplorato una marea di sezioni sportive, riuscendo ad accontentare davvero i gusti di tutti. Chiunque ricorda, per esempio, Mila e Shiro - Due cuori nella pallavolo (1984), nato dapprima come manga di Jun Makimura e Shizuo Koizumi. Il volleyball rimane uno sport molto seguito in Italia e, negli stessi anni, l'anime ha avuto un destino simile, eppure già all'epoca i fan costituivano una fetta di pubblico più modesta. Lo stesso potrebbe valere per opere come Slam Dunk, manga creato nel 1990 da Takehiko Inoue, la cui versione anime è stata diretta anni dopo da Nobutaka Nishizawa. Parliamo di un'opera famosissima tra gli appassionati; in quegli anni, tra l'altro, il basket era uno sport acclamato grazie anche alla Space Jam Mania a cui difficilmente si poteva sfuggire. Si potrebbe continuare quasi all'infinito, citando opere legate agli sport più svariati: pensiamo al nuoto con Free! (2013) di Hiroko Utsumi o al pattinaggio con Yuri!!! on Ice (2016) di Sayo Yamamoto. Ciononostante, soprattutto in Italia, sembra proprio che il calcio sia pur sempre il calcio.

La trasmissione televisiva

Holly e Benji è sempre stato trasmesso in TV in una fascia oraria strategica, raggiungendo un target ben preciso. Guardare anime in TV a pranzo o negli orari pomeridiani era davvero il primo pensiero dei piccoli spettatori e questo ha sicuramente contribuito a una diffusione di massa che in quegli anni ha raggiunto livelli stratosferici. Nel 2021, con lo streaming, c'è una maggiore libertà di scelta rispetto a un periodo in cui la televisione (specie quella per i più giovani) proponeva un palinsesto ben preciso. Se qualcosa interessava lo si guardava, se qualcos'altro interessava meno spesso lo si guardava ugualmente, specie in quella fascia d'età.

Oggi per guardare qualcosa bisogna quasi sempre cercarlo appositamente, dunque può capitare che alcuni anime risultino quasi totalmente sconosciuti persino agli amanti della categoria. Sta di fatto che quasi tutte le persone conoscono Holly e Benji, pur magari non avendolo mai seguito assiduamente.

Lo streaming, dunque, può risultare un mezzo assai controverso. Se da un lato rappresenta la vera innovazione, dall'altro cambia radicalmente il rapporto tra opera e pubblico. Qui i più nostalgici avrebbero sicuramente qualcosa da dire, avendo perso un po' quella magia che l'attesa di un nuovo episodio riusciva a regalare.

Tanta spettacolarità in poche semplici mosse

Guardare Holly e Benji nel 2021 è un'esperienza particolare. Gli anni dell'anime si sentono e bisogna ammettere che, per certi versi, è invecchiato un po' male. Inutile dire che, a livello grafico e visivo, siamo ormai abituati a ben altro. Il nostro occhio ricerca la definizione, l'accuratezza, l'alta qualità. In questo senso, infatti, manga e soprattutto anime sportivi più recenti riescono ad accontentare questa richiesta. Proprio questo Novembre, come vi abbiamo raccontato nella nostra recensione di Kuroko's Basketball: Last Game, il film conclusivo della saga sportiva è stato distribuito su Netflix.

È l'opera finale che, tra colori luminosi che sfiorano l'astratto e animazioni coinvolgenti, è sicuramente un prodotto valido in primis da un punto di vista estetico. Ricordiamo, inoltre, che si parla di Production I.G., studio che ha prodotto anche Haikyuu!!, noto manga e anime sulla pallavolo maschile, anch'esso particolarmente fresco nel suo stile. Non mancano, dunque, opere più recenti che, a livello di animazione, godono di uno stile maturo e ben elaborato. Il tratto estremamente semplice e "grezzo" di Holly e Benji, eppure, sembra davvero essere rimasto nel cuore.

Se da un lato l'aspetto grafico ed artistico è pur sempre avvolto da quel velo nostalgico che piace molto ai fan, dall'altro è un aspetto che riesce a passare in secondo piano. Se prendiamo come esempio Due Fuoriclasse, l'anime ha tenuto incollati gli spettatori per 128 episodi nei quali il ritmo della narrazione - col senno di poi - era tremendamente lento ma, allo stesso tempo, pregno di spettacolarità. L'entusiasmo nel vedere quel pallone lanciato con una potenza micidiale, ritardando sempre più la resa dei conti, era sicuramente ciò che legava l'opera ai suoi spettatori. Holly e Benji riesce a unire la semplicità del tratto e dell'animazione alla grandiosità dei colpi di scena ricchi di pathos, capaci di regalare al pubblico - anche a quello di oggi - un turbinio sempre nuovo di emozioni.
La lunga storia di Oliver Hutton e Benjamin Price continua a coinvolgere gli appassionati e, sicuramente, continuerà a farlo per chissà quanto tempo ancora.