Hunter x Hunter su Prime Video: com'è il doppiaggio italiano dell'anime?

Hunter x Hunter sbarca su Prime Video con la prima stagione dell'anime adesso interamente doppiata in italiano e disponibile per la visione.

Hunter x Hunter su Prime Video: com'è il doppiaggio italiano dell'anime?
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A 10 anni dalla messa in onda in Giappone (è il 2 Ottobre 2011 quando la seconda trasposizione animata dell'opera viene trasmessa in patria) arrivano sulla piattaforma streaming di Amazon i primi 36 episodi della serie anime dedicata alle avventure di Gon e compagni, con delle voci nuove di zecca per gli amati hunters.

Dopo aver proposto un riuscito adattamento dell'anime di Bleach (disponibile a sua volta su Prime Video), Dynit si ripete con un'edizione italiana di Hunter x Hunter che tardava ad arrivare, dato un finale di serie datato 2014. Dopo 7 anni l'editore affida finalmente il doppiaggio a un cast di tutto rispetto, con una scelta delle voci che accontenterà i novelli fruitori e farà forse storcere il naso ai puristi della versione originale.

L'ottimo lavoro di Dynit

Si tratta del terzo doppiaggio in lingua italiana per i personaggi dell'opera scritta da Yoshihiro Togashi: nel 2004 Shin Vision affida ad Alessio De Filippis (Gon), Leonardo Graziano (Killua), Davide Perino (Kurapika), Massimo De Ambrosis (Leorio), Roberto Chevalier (Hisoka) le voci dei protagonisti; del doppiaggio degli OAV del 2008 (con la saga di Greed Island) si occupa invece lo studio milanese Merak Film, con Patrizia Mottola, Massimo Di Benedetto, Renato Novara, Diego Sabre, Luca Bottale a prestare le voci ai personaggi di Hunter x Hunter.

Il cast di doppiatori scelto per il reboot del 2011 compie, nel complesso, un ottimo lavoro di interpretazione, con una recitazione inappuntabile e un'espressività sempre all'altezza delle aspettative. Come nel caso del primo doppiaggio della serie del 1999, mandato in onda da Mediaset, il lavoro svolto per questa nuova veste vocale della versione prodotta da Madhouse risulta, per tutta la durata dei primi 36 episodi, sempre calzante ed efficace, con esecuzioni azzeccate e, in generale, una performance collettiva degna della controparte originale.

Assodata la capacità tecnica degli interpreti, autori di ottime prove, non è difficile riscontrare problematiche di natura valutativa e "selettiva". Sebbene non ci sia nulla da dire sulla bravura del cast di doppiatori, alcune scelte e associazioni non possono non essere messe in discussione soprattutto da un orecchio abituato alle voci giapponesi dei personaggi dell'opera di Togashi.
Nonostante la somiglianza tra la voce originale e la controparte italiana non debba essere necessariamente prerogativa nella scelta dell'interprete, seppure le voci giapponesi assumano, di fatto, una forma ideale, paradigmatica, non è altrettanto accettabile la mancata corrispondenza, la cattiva adesione della voce al personaggio in sé, al suo spirito e alla sua personalità.

Il cast composto da Alessio Puccio (Gon), Roberta De Roberto (Kurapika), Emiliano Reggente (Leorio), Danny Francucci (Killua), Gabriele Vender (Hisoka), risulta a volte inadeguato non nell'interpretazione ma nella riproduzione delle peculiarità di alcuni personaggi.

Il problema della scelta delle voci

La scelta di affidare ad una voce femminile l'interpretazione di un personaggio maschile ripaga nel caso di Kurapika ma sarebbe forse sembrata più adeguata per i personaggi di Gon e Killua. Le voci dei due undicenni sono decisamente troppo adulte nella versione proposta da Dynit, con un'inevitabile perdita di quell'infantilità vocale che è ovviamente caratterizzante per i due bambini protagonisti.

È soprattutto nella voce di Puccio che è difficile riscontrare quella spensieratezza e quell'allegrezza puerili che sono proprie del personaggio di Gon Freecss. Più ingenua, erroneamente, risulta, invece, la voce di Killua, privato della sua accezione graffiante, della sua indole "malvagia" da assassino esperto e senza scrupoli, con una voce forse troppo "pulita" e poco tenebrosa, una "tenebrosità" che la maturità della voce di Francucci non sostituisce.

La voce di Roberta De Roberto conferisce, invece, a Kurapika la giusta dose di gelida spietatezza, restituendo l'acutezza della voce originale di Miyuki Sawahiro e donando al personaggio quella sfumatura "robotica" da freddo saccente che lo definisce. Ottima anche la scelta della voce di Leorio, che, sebbene differisca da quella più profonda di Keiji Fujiwara, è perfetta per il carattere scanzonato da sempliciotto e falso burbero che appartiene all'aspirante medico.

Inarrivabile, invece, il doppiaggio di Hisoka da parte di Daisuke Namikawa, con la controparte italiana che non riesce a replicarne la seducente ambiguità, con una voce che non è né suadente, né viscida, né maliziosa, né inquietante come quella del doppiatore giapponese e che non riesce a fornire al meglio tridimensionalità ad uno dei personaggi più complessi di Hunter x Hunter, memorabile anche grazie all'interpretazione di Namikawa, e in questo caso non sopra le righe come dovrebbe, leggermente alterato e privo di alcune sfaccettature, con peculiarità che non si colgono per una voce che è, però, difficilmente replicabile e, dunque, comprensibilmente sottotono nella resa del personaggio.

Poco da dire sui personaggi secondari, con voci valide e "aderenti" nel più dei casi. È ottima la voce di Paolo Buglioni per il personaggio di Netero, bene anche il lavoro compiuto dai doppiatori di Tonpa, Illumi e gli Zoldyck, così come per le voci degli esaminatori Satotsu, Menchi e Buhara e i combattenti Hanzo, Todo e il resto dei partecipanti all'esame da hunter.

Buono, nel complesso, l'adattamento, che non si rende protagonista di evidenti scivoloni, seppure minato da un'improbabile pronuncia del nome Kurapika (chiamato Kurapìka), della denominazione del clan del suddetto (qui Kurta anziché Kuruta) e scelte di traduzione non sempre del tutto appropriate (è il caso del Gen'ei Ryodan, tradotto con un poco felice "brigata illusoria" riproponendo l'accezione semantica già utilizzata per il doppiaggio della serie del 1999).

Un'operazione, insomma, ben realizzata quella del cast scelto da Dynit per l'arduo compito di doppiare Hunter x Hunter, con un risultato soddisfacente dal punto di vista tecnico, ottimo nelle intepretazioni e frutto di indubbie capacità recitative. Rimane qualche errore di troppo nell'adattamento e una più problematica fatica nella delicata "associazione" tra personaggi e voci, in alcuni casi poco aderenti, non sempre adatte vocalmente ai protagonisti