Kaiju no.8 sarà il nuovo Attack on Titan?

Il nuovo manga di Naoya Matsumoto potrebbe ricalcare il successo planetario ottenuto dall'opera di Haijime Isayama, Shingeki no Kyojin.

Kaiju no.8 sarà il nuovo Attack on Titan?
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"Un giovane pieno di risentimento, vittima, come molti, dell'attacco di giganteschi mostri che terrorizzano il Paese e, per questo, determinato a raggiungere le file delle forze speciali con l'unico scopo di attuarne lo sterminio, finendo per combattere i nemici proprio acquisendone i poteri e le capacità distintive". Nel nostro primo sguardo a Kaiju no. 8 avevamo già messo in evidenza le numerose similitudini tra il manga shonen appena pubblicato in Italia da Star Comics e Attack on Titan, l'opera di Haijime Isayama.

Si tratta di analogie legate quasi esclusivamente alle premesse narrative, al concept incipitario della storia, il ché giustifica la pressoché identica sinossi delle opere in questione. Ma al nucleo narrativo comune potrebbe aggiungersi un'ulteriore somiglianza nel percorso specifico verso un eccezionale consenso di pubblico, accompagnato da una smisurata crescita economica.

I Giganti e i Kaiju

La nuova serie di punta della rivista digitale Shonen Jump+ di Shueisha sostituisce i kaiju ai giganti, cambiando la mitologia di fondo degli antagonisti ma mantenendone le proporzioni, affidandosi ad un mostro classico della fantascienza nipponica e replicando la pericolosità e la distruttività delle titaniche creature de L'Attacco dei Giganti.

C'è persino una simile distinzione tra kaiju bestiali, che ricordano i dissennati e selvaggi giganti puri, e kaijin che, oltre ad assumere sembianze antropomorfe, condividono con i giganti mutaforma il mantenimento delle capacità intellettive. Il mistero sulla natura e sulle motivazioni dei kaiju è ancora fitto e da districare ma pare costituire il nucleo problematico (oltre alla loro eliminazione) dell'intera vicenda, proprio come accadeva con Attack on Titan. Il possesso dei poteri mostruosi da parte del protagonista è poi, in entrambi i casi, motivo di controversie iniziali: sia Eren che Kafka Hibino si vedono costretti ad affrontare le conseguenze della propria condizione, tra dissapori e divergenze etiche ed idealistiche che ne complicano l'esistenza, e la consapevolezza che la loro enorme utilità strategica nella difesa dell'umanità possa legittimare il rischio calcolato di una catastrofe legata al loro potenziale distruttivo.

Inoltrandoci nel paragone tra le due opere emerge presto, ovviamente, uno scarto profondo tra la deriva decisamente più adulta e seriosa di Shingeki no Kyojin e la proposta di uno shonen dall'impostazione molto classica come Kaiju no. 8.

Un incipit comune per due storie che divergono fino a diventare opposte per toni ed intenzioni. La serie di Isayama è un'opera che sfora ogni confine di genere, che rifugge alle etichette, spaziando dall'action duro e puro al dramma politico, passando per segmenti da splatter horror e da thriller psicologico, fino ad arrivare a situazioni da vero war drama, dimostrando una stratificazione e una profondità ben lontane da un Kaiju no. 8 che è, invece, un prodotto meno virtuoso, uno shonen che non desidera essere altro, che non pretende si sconfinare e di allontanarsi dai topoi che lo definiscono. Il manga di Matsumoto sceglie la strada della semplicità, dichiarandosi meno pretenzioso e ambizioso ma imponendosi grazie all'efficacia degli elementi che lo compongono.

Siamo indubbiamente lontani dalla complessità della scrittura di AoT, opera destinata a fare scuola per la qualità della sceneggiatura (la serie di Isayama vanta un intreccio esemplare tra plot e subplot portati avanti con estrema attenzione, con un processo narrativo decisamente appagante). Kaiju no. 8 è un manga di genere, Attack on Titan è un fenomeno generazionale: lo è sia per quanto riguarda il peso concettuale, spartiacque nella maniera di pensare il fumetto, vero e proprio modello in termini di qualità narrativa, sia per il clamoroso impatto mediatico, supportato da vendite straordinarie e la capacità di raggiungere un pubblico esterno al fandom di anime e manga.

Un successo colossale

Comparando lo schiacciante successo economico e la popolarità di AoT con le promettenti premesse della serie di Matsumoto, non è difficile prevederne un simile esito valutando proprio i risultati raggiunti dal manga in appena due anni di serializzazione. Nel 2011 (a distanza di due anni dalla prima pubblicazione sul Bessatsu Shonen Magazine di Kodansha) il manga di Isayama registrava già vendite importanti, sfondando la parete delle 3.5 milioni di copie vendute (in Giappone) in un anno.

Nel 2013 le copie vendute erano ben 15.933.801 (dietro solo a un mostro sacro come One Piece), una crescita considerevole giustificata dal debutto dell'anime nell'aprile dello stesso anno. Un successo poi planetario che ha visto il manga e la sua trasposizione animata raggiungere vette straordinarie, entrando regolarmente nelle classifiche di vendita degli ultimi 10 anni e guadagnandosi una risonanza notevole in tutto il mondo. Un'egemonia che potrebbe presto lasciar spazio a nuove hit (data la conclusione del manga e la chiusura, ormai prossima, della serie animata), tra cui proprio Kaiju no. 8 sembra possedere tutte le carte in regola per raccogliere l'eredità in termini di successo mondiale.

Il decennio dei kaiju?

Il passaggio di testimone tra colossi, la staffetta tra titani potrebbe effettivamente verificarsi e i segnali ci sono tutti. Il manga ha macinato e continua a macinare visualizzazioni su Shonen Jump+, diventando la serie più veloce nella storia della rivista digitale a raggiungere il traguardo del milione di copie in circolazione. 6.7 milioni in due anni, numeri impressionanti per un'opera ancora in attesa di ricevere un adattamento animato, superiori a quelli raggiunti da Aot nel suo primo biennio.

Kaiju no. 8 potrebbe realmente essere la prossima serie di punta di Shueisha e il successo potrebbe essere favorito dall'uscita di scena di molte delle hit più seguite degli ultimi anni: con Shingeki no Kyojin e Demon Slayer ormai conclusisi, un My Hero Academia che è da poco entrato nel sul ultimo arco narrativo, un One Piece il cui finale sarebbe sempre più vicino (per quanto continui a rimanere un'incognita), Kaiju no. 8 potrebbe proprio spiccare il volo nel corso del prossimo anno, scalando le classifiche e affiancando un Jujutsu Kaisen che viaggia spedito ma che dovrebbe terminare la sua serializzazione nel 2023 (secondo quanto dichiarato da Gege Akutami, autore del manga).

Insomma, la strada sembra spianata per Kafka e compagni, protagonisti del battle shonen probabilmente più indicato per ricevere l'eredità di Shingeki no Kyojin e non solo, quello più quotato e più "spinto", con un'investitura importante da parte dei mercati occidentali (come non se ne vedevano da tempo), basti pensare alla grande campagna pubblicitaria pianificata e portata avanti da Star Comics in occasione dell'uscita del manga in Italia.

A meno di clamorosi stravolgimenti nello sviluppo tematico-narrativo, Kaiju no. 8 non riuscirà, probabilmente, farsi carico della stessa cifra rivoluzionaria di Shingeki no Kyojin, dati obiettivi e ambizioni meno velleitarie, ma sembra davvero poter essere the next big thing, pronto a giganteggiare nel mercato internazionale, ad abbattere mura che i Giganti avevano lasciato intatte, a conferma che una formula semplice come "umani vs mostri" può continuare a funzionare e a dire la sua nel panorama dell'intrattenimento nipponico.