La fine di Invincible: la grande visione supereroistica di Robert Kirkman

Grazie a SaldaPress anche in Italia giunge a conclusione Invincible: ripercorriamo il percorso del capolavoro di Robert Kirkman.

La fine di Invincible: la grande visione supereroistica di Robert Kirkman
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Questi anni verranno ricordati come il periodo più importante per il riconoscimento globale del genere supereroistico. Questo è dovuto alla "multimedialità" garantita dal piccolo e dal grande schermo, ma è bene non dimenticare anche il prezioso supporto editoriale delle principali case editrici fumettistiche. Potremmo spendere pagine per parlare del fenomeno Marvel e DC Comics e delle loro controparti cinematografiche, ma fidatevi se vi diciamo che al pari delle due major mondiali c'è una compagnia che ha compiuto miracoli: parliamo di Image Comics, ovviamente.

Il focus di questo approfondimento non è però la gloriosa casa editrice americana, bensì un loro prodotto che, coadiuvato da un team di primo livello, è riuscito tra il 2003 e il 2018 a imporsi in lungo e largo grazie a una sceneggiatura mai banale e di un crescendo qualitativo impronosticabile: Invincible. L'opera è stata partorita dalla geniale mente di Robert Kirkman che, pur avendo a che fare in parallelo con serie dal calibro di The Walking Dead ed Outcast (di cui consigliamo vivamente la lettura, non fatevi spaventare dalla mal riuscita serie televisiva), è riuscito infine a portare a compimento la propria armoniosa visione supereroistica. A garantire la diffusione di queste opere è l'editore italiano SaldaPress: dopo il finale di The Walking Dead, arriva in Italia anche l'ultimo numero di Invincible. Praticamente la fine di un'era.

Un'opera speciale

Dicevamo, come mai Invincible è così speciale? Proviamo a dare un senso a questo quesito con una contro-domanda come risposta: come si può non leggere Invincible? Parliamo di un'opera dalla portata immensa, a tratti generazionale, che mai come negli ultimi archi narrativi è riuscita a descrivere le luci e le ombre della società moderna. Il tutto, ovviamente, rivisitato per essere accordato a un mondo colmo di potenti eroi e altrettanti nemici. Un cocktail ben riuscito tra il sacro e profano del genere fumettistico tanto da farvi, a più riprese, rimanere spiazzati per scelte inusuali colme di drammaticità ed ilarità al tempo stesso.

Complice la recente conclusione dell'edizione mensile da "edicola" (vi è anche l'originale brossurata, ottima nel rapporto qualità/prezzo/contenuto) edita da SaldaPress, di cui approfittiamo di questo articolo per sottolineare l'eccellente lavoro sia in ambito di qualità che di comunicazione editoriale, proviamo dunque a darvi uno o più motivi per dare una chance a quest'opera.

Invincible Universe

Invincible racconta la storia di Mark Grayson e del suo particolare rapporto con la società terrestre e... aliena. Se apparentemente potrebbe sembrare un mero clone di Superman, dato il suo potere e la sua genesi familiare extraterrestre, l'opera di Robert Kirkman avrà come massima espressione quella di rendere la casualità narrativa un sagace espediente per concatenare tra loro le decine di personaggi estrapolati dall'Invincible Universe.

Il solo Robert Kirkman è riuscito infatti a creare un vero e proprio ecosistema attorno al proprio personaggio di punta dando vita, in maniera parallera alla story-line principale, a numerosi archi narrativi con spunti di grande qualità. Le basi sono ovviamente riprese da alcuni capisaldi del fumetto americano, ma con inedite e interessanti sfaccettature. Poca banalità, tanta sostanza.

Troveremo il Wolf-Man di turno che rivisiterà in chiave moderna l'eterna diatriba tra Lupi Mannari e Vampiri, oppure l'inarrestabile Tech Jacket che, strizzando l'occhio alle possenti armature di Tony Stark, porterà il lettore a vivere delle spaziali avventure. Ogni personaggio citato, poi, andrà infine a raccordarsi con le avventure di Mark Grayson in spettacolari crossover che fanno rimanere a bocca aperta.

Parola d'ordine? Versatilità

Invincible vive di un particolare equilibrio, dettato da una ristretta adattabilità tra i disegnatori che, seguendo fedelmente il grande ingegno di Kirkman, sono riusciti a dare quel tocco d'estro utile a iconizzare alcuni tra i personaggi di punta dell'opera. In pochi lo sanno, ma Cory Walker, primo disegnatore di Invincible, abbandonò il progetto dopo soli pochi numeri. Gli successe il buon Ryan Ottley che, non avendo in quel momento alcun incarico di rilievo, prese di buon cuore il lavoro per l'intera serialità.

Un interscambio fondamentale per la crescita stessa del prodotto, considerata l'amalgama perfetta tra Ottley e Kirkman. Punto di forza di Invincible sono le cruenti scene di combattimento, un marchio di fabbrica che alza notevolmente l'asticella qualitativa dell'opera, soprattutto nelle fasi finali.

La simbiosi di questo esile gruppo di lavoro è, forse, il reale motivo che ha portato a una crescita perfetta. In molti definiscono The Walking Dead come il "capolavoro" di Kirkman: riteniamo, nel rispetto dello storico fumetto dedicato agli zombie, che quel titolo vada di diritto proprio ad Invincible.

Una chiusura ben ricercata e non forzata

Concludiamo con un ultimo, doveroso elogio a Robert Kirkman: la conclusione stessa dell'opera. Lo sceneggiatore è riuscito a non divenire schiavo di sé stesso e, pur avendo la possibilità di perpetuare il racconto, ha intelligentemente optato per una più che soddisfacente chiusura di Invincible. Un prodotto partito in sordina che, in maniera gradevole e mai sbrigativa, è riuscito a collimare in un climax narrativo possente.

Tanti autori di Image Comics stessa, e non solo, hanno preso ispirazione dalla serie colossale di Kirkman, un'opera che siamo certi diventerà un vero e proprio cult grazie alle future trasposizioni televisive e cinematografiche. Vi consigliamo di arrivare ben preparati a quel giorno.