La scalata al successo di Demon Slayer: un degno rivale di ONE PIECE?

Il manga di Koyoharu Gotōge sta scalando le vette dell'editoria giapponese, minacciando il dominio incontrastato di Sua Maestà ONE PIECE.

La scalata al successo di Demon Slayer: un degno rivale di ONE PIECE?
Articolo a cura di

Il titolo non deve trarvi in inganno, anzi, dovrebbe stimolare le vostre attenzioni e favorire un'analisi critica sul fenomeno che sta coinvolgendo Demon Slayer. È quasi doveroso premetterlo, ma non vogliamo paragonare in termini concettuali due opere che non hanno quasi nulla a che vedere l'un con l'altra, anzi, ma ci vogliamo invece soffermare su quello che entrambi i titoli rappresentano nel contesto su cui si trovano attualmente.

Dopotutto, stiamo trattando due serie che, a parità di genere, propongono tematiche completamente differenti, e lo dimostrano sotto tantissimi punti di vista, a cominciare proprio dalla costruzione dei personaggi, su cui torneremo più avanti. In ogni caso, quello che stiamo cercando di dirvi è che Demon Slayer e ONE PIECE hanno tutte le carte in regola per una vera e propria sfida "tutta in casa Weekly Shonen Jump", e ne vogliamo approfittare per analizzare quanto la promozione di un franchise influisca nella sua popolarità e, nel bene o nel male, nel futuro della rivista stessa.

Un'autrice promettente

Chiuso questo incpit, iniziamo quest'analisi chiarendo chi sia Koyoharu Gotouge , giovanissima autrice e talentuosa scrittrice. La sua carriera inizia sempre sul magazine di punta di Shueisha, tramite una serie di oneshot che fanno da trampolino di lancio nel 2016 per la sua opera principale, attualmente ancora sotto serializzazione, Demon Slayer appunto.

Una giovane mangaka che nel suo curriculum non ha niente di evidenziabile, nessun titolo famoso, solo tanta voglia di fare e di mettersi in gioco. Da questa apparentemente banale premessa, nacque l'opera che tre anni più tardi avrebbe ricevuto un adattamento animato in grado di ribaltare la sua fama. Come avrete ben intuito, non si tratta di un prodotto che eredita la sua popolarità da una precedente serie, come poteva essere la recente serializzazione di Samurai 8: La Leggenda di Hachimaru, frutto della geniale mente di un autore che ha fatto la storia del fumetto giapponese, Masashi Kishimoto. Ma allora, vi chiederete, qual è il motivo che ha reso Demon Slayer un fenomeno di massa?

L'importanza dell'anime

Nonostante in Giappone il manga abbia sempre ricevuto un'accoglienza più che discreta, la vera esplosione è arrivata in seguito all'anime di Demon Slayer, a cura dello studio ufotable, compagnia celebre per aver lavorato a progetti dello spessore della trilogia di Fate/Stay Night: Heaven's Feel. L'annuncio dell'anime non sconvolse il pubblico, anzi, l'accoglienza della serie televisiva fu appena più che positiva durante i primi episodi, seppur in un crescendo continuo fino all'apice della 19esima puntata, durante lo scontro tra Tanjiro e Rui.

La sequenza di animazione, frutto del cut di Nozomu Abe, rappresenta il vero trionfo della prima stagione dell'anime, un tripudio di colori, effetti particellari gestiti tramite un elaborato movimento di camera in grado di meravigliare lo spettatore. Quella particolare ma complessa scena, in appena 38 secondi, è riuscita a scatenare sul web un'attenzione in grado di far rabbrividire qualsiasi anime attualmente in circolazione. Tendenze, condivisioni su qualsiasi social network dalle più disparate pagine a tema, una mobilitazione così estensiva che, in pochi giorni, permise di far conoscere Demon Slayer a un pubblico vastissimo. E proprio in questo, risulta lo straordinario successo riscosso dall'adattamento animato del manga di Kimetsu no Yaiba.

Il ruolo di una serie televisiva, ma più in particolare la trasposizione animata da una sorgente originale, infatti, ha il compito primario di incrementare le vendite dell'opera principale da cui l'anime deriva. Se il risultato è compiuto, anche qualora fossero poche le copie home video pubblicate, è strettamente probabile che il titolo venga confermato per una seconda o più stagioni. Un banale esempio può essere "Food Wars!", giunto alla sua quarta trasposizione grazie a un'interassante indice di ascolti e a una leggera flessione verso l'alto delle vendite del manga, che hanno convinto i comitati a continuare a puntare su quel franchise purché il progetto resti in positivo.

Diversamente, sempre restando in ottica Weekly Shonen Jump, invece, il discorso può essere fatto per Dr.Stone, con l'adattamento che fatica tantissimo a tendere verso l'alto le vendite del fumetto, rischiando di veder scomparire la possibilità di futuri sequel, nonostante la bontà di un titolo estremamente divertente. L'animazione è un'industria e, pertanto, necessita di introiti sicuri che valorizzino l'investimento e che garantisca agli sponsor un guadagno certo e sicuro.

Demoni contro Pirati

Ma allora cos'è che rende Demon Slayer un diretto concorrente di ONE PIECE? I titoli che riescono a raggiungere il milione di copie si contano appena nelle dita di una mano, vi basti pensare che solo fino a qualche anno fa il capolavoro di Eichiro Oda era campione indiscusso con il doppio, se non il triplo, dei numeri che raggiunge attualmente. Il successo della serie di Koyoharu Gotouge, ovviamente, va contestuallizato alla situazione che l'industria dell'editoria sta vivendo in questo periodo, ma è soprattutto per questo motivo che stupisce l'esplosione del fenomeno, a maggior ragione quando al giorno d'oggi persino i giapponesi fanno un pochino più di attenzione ai soldi che spendono.

Ci teniamo a ricordare un altro manga che, recentemente, sta riscuotendo un successo simile, Spy X Family. Nonostante quest'ultima serie non abbia ricevuto un adattatamento animato e non possieda moltissimi volumi all'attivo, al momento il titolo si aggira sulle 800.000 copie vendute in soli due tankobon. Certo, la popolarità del titolo segue "l'effetto Kemono Friends", ovvero quando una serie diventa popolare in Giappone e tutto il passaparola influenza l'intero andamento della nuova uscita. E qui, finalmente, possiamo parlare del timore che anche Demon Slayer sia nient'altro che un tormentone. Tuttavia, è fondamentale parlarvi di cosa rappresenti Kimetsu no Yaiba nel genere shonen. Certamente, e qui c'è anche poco da discutere, il fumetto è una ventata d'aria fresca, una serie che narrativamente si contrappone in tutto e per tutto a ONE PIECE, permettendoci di sottolineare, nuovamente, perché sia proprio quest'opera l'attuale rivale dell'esperienza di Eichiro Oda. L'immaginario realizzato dalla Gotouge sensei non brilla di certo per un worldbuilding elaborato, un po' come le decine di località che abbiamo visto in vent'anni di scorribande piratesche. Anzi, ci presenta immediatamente il '900 nipponico così per come lo conosciamo, salvo la fantascienza, tramite il periodo Taisho, un'età di profonda modernizzazione del Giappone.

Lo sfondo dell'opera è volutamente semplice, facilmente accessibile e di immediata comprensione, e pertanto non deve brillare più di così. Storicamente, in questo periodo il Paese del Solevante entra nell'avanguardia mondiale, soprattutto tramite la riforma e il potenziamento dell'esercito, anche secondo apparati militari celati all'ordine pubblico. Guarda caso, i cacciatori di demoni sono un gruppo nascosto da parte del governo, agisce nell'ombra riportando l'ordine col fine ultimo di spazzare Muzan e i demoni dalla faccia della Terra. Un background semplicissimo, ma che trova proprio sui personaggi la differenza più grande, e non fa solo con ONE PIECE, ma con numerosissimi titoli in voga in patria.

Demon Slayer presenta pochissimi personaggi, molti di meno rispetto a un qualsiasi battle shonen, ma coloro che prendono il sopravvento tra le pagine di un capitolo, che esso faccia parte dei "buoni" o dei "cattivi", ha il suo palcoscenico. La Gotouge caratterizza splendidamente chiunque gli si pari davanti, offrendo al lettore la capacità di provare empatia persino per il demone più mascalzone, conoscendone la storia, apprezzandone lo sviluppo fino alla sua risoluzione. Tanjiro diventa lo spettatore, e lo spettatore diventa Tanjiro: ci immedesimiamo nella vita di quei personaggi la cui società sta vivendo un periodo di profonde trasformazioni e, con essa, le crisi che ne possono derivare, sia familiari che non.

E qui è dove ONE PIECE, a volte, cade, nella difficoltà di gestire un numero così spaventosamente esponenziale di personaggi estremamente variegati. Demon Slayer fa tutto, in piccolo, ma come si deve, senza tralasciare quella componente "slice of life" che caratterizza il tratto dell'autrice. I momenti di vita quotidiana sono deliziosi al pari di un combattimento, profumano di genuinità e la semplice gesticolazione delle gambe di Nezuko ci trasmette un'atmosfera invidiabile. Non c'è la necessità di stupire i lettori con centinaia di colpi di scena l'uno dietro l'altro, ma di far sentire lo spettatore un personaggio della storia, mentre osserva lo svolgersi della narrazione davanti ai propri occhi. E questa non è solo la dote registica di un'autrice che ha talento, al pari di Eichiro Oda, ma il punto focale di tutto Demon Slayer, la grandiosità di essere gradevole anche senza dover esagerare.

E tutto questo discorso era proprio per arrivare all'aggettivo a cui tanto desideravamo arrivare, il termine "gradevole". Tutto è delizioso, dallo sketch comico, nonostante le criticità e alcuni limiti del caso, al combattimento. Studio Ufotable ha preso queste caratteristiche e mettendole in un prodotto televisivo, non tralascia niente, migliora quel che il fumetto non può raccontare e ci aggiunge l'apparato stilistico che contraddistingue l'azienda. Demon Slayer non fa parlare di sé solo per il successo riscosso, e no, non è un tormentone come potrebbe essere Spy X Family, ma è proprio perché la sua storia merita, e meritava, di farsi conoscere a un pubblico decisamente più ampio. E statene certi che difficilmente non sentirete più parlare di questa perla del mondo fumettistico orientale. Poiché, se lasciarsi conoscere dall'esigente pubblico è dura, ancor più complicato è, infine, farsi dimenticare.