Lucca Comics & Games 2017: la conferenza di Robert Kirkman

Abbiamo assistito alla conferenza di Robert Kirkman durante il Lucca Comics & Games 2017: l'autore racconta i retroscena delle sue opere più acclamate.

Lucca Comics & Games 2017: la conferenza di Robert Kirkman
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Giovedì 2 novembre, durante il Lucca Comics & Games 2017, abbiamo preso parte alla conferenza stampa di Robert Kirkman. Nei circa 30 minuti disponibili, l'autore di The Walking Dead, Outcast e Invincible ha parlato a tutto tondo dei suoi progetti attualmente in fase di produzione ma anche del futuro: nel 2018, infatti, uscirà il nuovo fumetto che Kirkman firmerà insieme ad alcuni autori italiani. Parliamo di Oblivion Song, progetto inedito dell'artista targato Image Comics e Skybound. Tante altre le dichiarazioni dell'autore, che spaziano dalla sua attività fumettistica al suo coinvolgimento nell'audiovisivo: scopriamo insieme tutte le sue rivelazioni.

Eroi italiani

Lucca Comics & Games 2017 ha come tema principale il topic "Heroes": gli eroi sono il centro della nuova edizione della kermesse lucchese, eroi che nelle opere di Robert Kirkman trovano uno spazio e una caratterizzazione particolare e distopica - esattamente come accade per storie come The Walking Dead o Outcast, ma anche per opere al di fuori dagli schemi canonici del genere come Invincible. Un eroe, racconta Kirkman, è qualcuno che riesce a uscire dalla propria comfort-zone, dall'ambito che gli è più congeniale, per fare qualcosa di buono per gli altri. La cosa più importante, in questo, è l'elemento del sacrificio, ed è questo che rende eroe nel contesto: sacrificare qualcosa per fare un gesto per gli altri. Quindi, quando un personaggio si trova in una situazione in cui è a proprio agio ed esce da questa comfort-zone, si trasforma o può trasformarsi in eroe. I nuovi eroi di Kirkman porteranno anche una firma italiana: in particolare, nel nuovo progetto intitolato Oblivion Song in uscita nel 2018, sarà coinvolto il fumettista italiano Lorenzo De Felici. I due, dopo aver collaborato saltuariamente alla realizzazione di alcune copertine di The Walking Dead, sigleranno una prima partnership effettiva proprio in Oblivion Song. Quale sarà l'apporto dell'artista italiano al nuovo fumetto di Kirkman?

"Non so se Lorenzo ha portato qualcosa di specificamente italiano in Oblivion Song, è possibile che lo abbia fatto ma io non ci abbia fatto caso. Però c'è una particolare sensibilità nel suo modo di lavorare che potrebbe essere italiana, perché non la riconosco, non l'ho mai vista prima. Il suo è un contributo molto importante: il mondo di Oblivion viene creato da zero. Questa dimensione, l'Oblivion appunto, esiste un ecosistema completamente nuovo, peculiare, che deve essere creato e deve funzionare. Deve avere un senso, essere scientificamente plausibile ed essere al contempo unico, ed è lì che il contributo di Lorenzo è maggiore".

Supereroi e paure

In seguito il papà di The Walking Dead è passato a parlare di Invincible, la celebre serie supereroistica di cui è autore dal 2002. La saga, con il numero 144, si avvia alla sua conclusione che per ora sembra ufficiale, anche se pare che Robert Kirkman speri che altri autori, in futuro, ne raccolgano l'eredità e che ne proseguano il franchise con un nuovo corso - pur volendo dare, almeno per il momento, una chiara risposta ai supereroi mainstream, destinati (a differenza della sua opera) a non avere mai una conclusione e a riproporsi periodicamente sempre in nuovi cicli editoriali.

"Già molti anni fa dissi che avrei voluto vedere Invincible sopravvivermi e andare avanti con qualcun altro. L'idea di fondo è quella di immaginarmi da vecchio, con in mano un numero di Invincible, leggerlo e trovare qualcosa che non mi piacesse. Perché le mie idee sarebbero state datate, quindi il nuovo team creativo avrebbe avuto idee che non mi sarebbero piaciute perché ero della generazione passata. Però, man mano che andavo avanti con la storia, mi sono reso conto che aveva un inizio, uno svolgimento e una fine. E, andando avanti, ho capito che la fine mi interessava molto e che tutte le storie supereroistiche americane vanno avanti senza avere un vero finale. Una delle caratteristiche di Invincibile è andare contro questo tipo di convezioni, quindi ho pensato fosse adeguato che avesse una fine decisa, ed è questo il motivo per cui ho voluto concluderlo".

Durante il Press Cafè di Lucca Comics & Games 2017, Robert Kirkman ha avuto anche tempo e spazio per qualche dichiarazione personale. Quali sono le paure e i valori di un autore che, all'interno delle sue storie, pone le diverse sfumature di questi due temi con una grande e poliedrica capacità espressiva. Kirkman ha dunque parlato, non senza una punta di ironia e suscitando (come suo solito) l'ilarità della stampa presente all'evento, di come affronta determinati argomenti nella vita reale e come certe paure - sia quelle nei confronti della società, come in The Walking Dead, che in quelle interiori, come in Outcast - si riflettono su di lui.

"Sapete che parlo sempre di Donald Trump. Il mio modo di affrontare la situazione è cercare di ignorarla. In questi tempi difficili non riesco a negare il fatto che ci sia una necessità di fuggire dalla realtà. Più che altro la situazione attuale mi ha dato voglia di inserire più elementi di speranza nelle mie storie, perché ne abbiamo bisogno in questo momento. Quindi aspettatevi un grosso aumento di canto e danza in The Walking Dead. Paure esterne o interne? Credo che mi spaventino entrambe. Esistono dei mali esterni, ma è anche plausibile che dentro di noi ci sia qualcosa di malvagio. Non dentro di me, però, probabilmente dentro di voi! La cosa più interessante è il percorso che ci porta a realizzare ciò di cui siamo capaci e ciò di cui sono capaci gli altri. Ognuno ha un punto di rottura, ognuno ha una linea che non vuole attraversare, eppure può spingersi a farlo, ad esempio, se vuole salvare una persona. E questo è ciò che ritengo più interessante, quel momento lì. Fidatevi".

Outcast, Invincible, Battle Pope

Kirkman non ha parlato, come vi abbiamo già anticipato, soltanto di fumetti o di valori, ma anche di alcune opere audiovisive legate ai suoi lavori più celebri e acclamati dal pubblico. A cominciare da Outcast, di cui al momento non si conosce nessuna informazione sulla terza stagione a causa di problemi organizzativi dovuti al publisher americano, fino al misterioso film su Invincible, passando per una panoramica su certi, dimenticati aspetti della sua carriera. Partendo da Outcast, di cui ancora non conosciamo dettagli sulla terza stagione:

"Il partner americano per Outcast (Cinemax) è in fase di ristrutturazione innterna, questo ha portato al fatto di non poter trasmettere la seconda stagione negli USA fino a questa estate. Sfortuntamente siamo tutti in attesa per capire come poter proseguire. Crediamo di poterlo fare".

Il film di Invincible, invece, si farà? Ecco le dichiarazioni di Kirkman:

"Sto lavorando gomito a gomito con i produttori del film. Le cose stanno andando molto bene, siamo sempre in contatto e la speranza è che ci sarà una sceneggiatura definitiva molto presto. È tutto ciò che posso dire per il momento".

Infine, parliamo di Battle Pope: è stata la prima opera fumettistica di Kirkman e si differenzia da tutto ciò che è venuto dopo per i suoi toni ironici e demenziali. L'autore ha svelato che, così come ha iniziato la sua carriera con questo fumetto, gli piacerebbe concluderla allo stesso modo (ma solo tra moltissimi anni!).

"È molto difficile scrivere opere umoristiche: quando scrivi una storia c'è sempre molta pressione. Mi è sempre piaciuta l'idea di iniziare la mia carriera con battlepop e finire con battlepop, ovvero il progetto più stupido e demenziale che abbia mai fatto. Quando arriverò alla fine e sarò vecchio con i capelli bianchi farò di nuovo Battlepop".

The Walking Dead

The Walking Dead è senza dubbio l'opera di Robert Kirkman famosa e apprezzata dal pubblico. Checché possiate crederci, l'autore crede che valori come la famiglia o soprattutto la speranza abbiano un'importanza centrale nel fumetto e nelle serie TV dedicate ai non-morti.

"Credo che sia un tema interessante da esplorare, perché quello delle relazioni familiari è un tema poco trattato dagli sceneggiatori. In generale chi scrive, scrive quello che conosce: essendo io sposato e con due bambini scrivo ciò che mi capita con loro. Il fatto di avere una famiglia e coinvolgerla sembra dare più forza a una storia. Per esempio, se in una storia cerco di prendere l'autobus può diventare noiosa. Se invece sono con i miei figli la narrazione è più interessante: le famiglie ci complicano la vita in maniera interessante e la stessa cosa succede con le storie che raccontiamo. La maggior parte delle persone tende a dire che The Walking Dead non ha speranza al suo interno. Ma dissento su questo. In film come ‘Night of the living dead" di Romero non c'è speranza: penso che sia perché sceglie di finire con una nota di speranza. Credo che ci sia speranza nelle narrazioni di Romero, ma il mezzo non gli ha consentito di esplorare questa tematica. Io invece ho una superficie illimitata in cui sperimentare, per quanto riguarda fumetto e serie TV. Anzi, potrei argomentarvi che nei film di Romero c'è una speranza maggiore rispetto a The Walking Dead, perché gli zombie di evolvono".

Sul finire della conferenza, Kirkman si è lasciato sfuggire qualche commento divertente sulla presenza di alieni in The Walking Dead e sul personaggio della serie che vorrebbe riportare in vita.

"Non volevo mettere alieni in The Walking Dead! Ho mentito solo per vederli pubblicati. Non posso dire di avere dei personaggi preferiti, perché ci sono degli attori coinvolti. Però Tyreese, perché il suo attore è il migliore".

Voi siete lettori assidui delle opere di Robert Kirkman? Qual è la sua opera che preferite? E quanto attendete Oblivion Song, in uscita nel 2018? Vi invitiamo a seguire le nostre pagine su ogni sezione, per essere sempre aggiornati sulla nostra copertura di Lucca Comics & Games 2017.