My Hero Academia: l'analisi del 16° volume del manga di Kohei Horikoshi

Edizioni Star Comics porta sui nostri scaffali il 16° tankobon di My Hero Academia, che ci porta nella psiche di Suneater e Red Riot.

My Hero Academia: l'analisi del 16° volume del manga di Kohei Horikoshi
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La terza stagione animata di My Hero Academia è giunta a conclusione da poco, eppure i fan del brand hanno ancora tanto da vivere per quanto riguarda la serie ideata dal geniale Kohei Horikoshi. Il manga, infatti, prosegue a tambur battente in Giappone sulle pagine di Weekly Shonen Jump, magazine sul quale l'opera ha recentemente superato i 200 capitoli, ma intanto anche l'edizione italiana sta iniziando a mostrare i suoi muscoli rispetto al popolare adattamento televisivo. Superate ormai le vicende della serie anime (anche quelle della trasmissione nipponica), vi abbiamo già raccontato che l'arco narrativo successivo agli esami di licenza provvisoria è probabilmente il più interessante di tutta l'opera fino a questo momento. Nel ricordarvi che il 16° tankobon è giunto sui nostri scaffali nel mese di ottobre grazie a Edizioni Star Comics, gettiamoci a capofitto nell'analisi del volumetto: un albo che, in sintesi, è assolutamente da non perdere.

Heroes vs Yakuza

Il volume racchiude i capitoli dal numero 138 al 147, nei quali l'arco narrativo dedicato alla lotta tra gli Heroes e l'organizzazione criminale degli Hassaikai, il cui leader si è già fatto conoscere nei due precedenti volumi: Kai Chisaki, meglio conosciuto tra i ranghi della yakuza giapponese con il soprannome di Overhaul, cova un profondo segreto che scava a fondo tanto nelle sue origini quanto in quelle della piccola Eri, la bambina che viene maltrattata dalla gang e che Deku è tanto determinato a salvare dalle grinfie del suo aguzzino. L'agenzia di Nighteye, il sidekick che un tempo fu braccio destro di All Might, è decisa a fare irruzione nel covo dell'Hassaikai per sgominare la banda: insieme al misterioso preveggente, fanno parte del team predisposto alla missione il nostro Deku insieme al suo carismatico senpai, Mirio Togata, ma anche tre dei suoi compagni di classe (Tsuyu, Kirishima e Uraraka) insieme ai restanti due Big Three della Yuei (Amajiki e Aido) e infine il professore Shota Aizawa. Senza troppi fronzoli, l'operazione di assalto e irruzione nel nascondiglio degli scagnozzi di Overhaul ha inizio e i nostri eroi iniziano a farsi largo tra i corridoi della base. Quella che prende corpo da qui in avanti è una saga che non farà troppa farica a ricordarvi la rocambolesca avanzata dei Mugiwara tra le mura di Dressrosa in ONE PIECE, con non pochi rimandi anche dal punto di vista narrativo e stilistico: il nostro gruppo di eroi si divide su più fronti per affrontare gli sgherri di Overhaul e, mentre Midoriya e Togata proseguono la loro avanzata verso il villain finale, i loro compagni devono vedersela contro diversi criminali dalla forza spaventosa.
In ogni caso, il 16° volumetto di My Hero Academia ha due veri protagonisti: Tamaki Amajiki ed Ejiro Kirishima.

Suneater e Red Riot

I due, infatti, sono i guerrieri maggiormente coinvolti negli scontri che prendono corpo nei 10 capitoli di cui si compone il tankobon: entrambi, personaggi finora mai davvero esplorati dall'autore nel corso delle saghe di cui si compone l'opera, si renderanno perni centrali di scontri memorabili ed emozionanti su più fronti. La struttura delle due vicende è pressoché identica: messi alle strette dai loro pericolosi nemici, sia Kirishima che Amajiki si ritroveranno a pensare ai loro trascorsi, a ciò che hanno dovuto superare per acquisire fiducia in loro stessi e, infine, a trovare la forza per oltrepassare gli ostacoli che hanno di fronte.
Amajiki, noto anche come Suneater, ha vissuto un'infanzia nell'anonimato all'ombra del suo migliore amico, Mirio: il rapporto tra i due sarà esplorato ulteriormente, facendoci capire quanto rispetto e amicizia intercorre tra di essi. Per contro, è probabilmente Kirishima il vero eroe di questo albo, il cui sottotitolo è non a caso Red Riot (ovvero il nomignolo da Hero del buon Eijiro). Scavando a fondo nel suo passato, che esplora i sogni che covava sin da piccolo, Horikoshi mette in scena un personaggio inedito rispetto allo spensierato e sempliciotto Kirishima, mostrandoci una parte della sua infanzia e le origini della sua forma mentis come la conosciamo. L'arco narrativo dedicato a Overhaul, che culminerà probabilmente nel 17° volumetto, mette in evidenza tutta la forza del cast di My Hero Academia, che non si riduce al solo carisma del protagonista o del suo mentore All Might, ma anzi riesce a focalizzarsi frequentemente sui personaggi secondari, mettendo sotto i riflettori storie e psicologie sempre diverse e sfaccettate.

La saga in questione, inoltre, riesce a imporsi su più fronti narrativi senza mai farci perdere la bussola del racconto, ma soprattutto rende avvincente anche la più secondaria delle battaglie per i motivi di cui sopra. Se dovessimo fare un solo appunto al sensei, c'è una considerazione da fare sullo stile di Kohei Horikoshi, che è andato evolvendosi nel corso degli anni fino ad aver raggiunto oggi una certa maturità artistica. Il character design dell'opera resta sublime, probabilmente uno dei più originali tra i battle shonen degli ultimi anni, ma la messa in scena non è sempre perfetta e pulita come ci si aspetterebbe.

Il maestro, spesso, nel portare su vignetta tutti i Quirk mirabolanti che conferisce ai suoi personaggi, finisce col rendere il suo tratto eccessivamente dinamico, creando un vero e proprio caos su pagina nel quale le linee si districano tra loro senza darci una visione coesa e leggibile dell'azione. Ciò avviene soprattutto con alcuni personaggi secondari, le cui Unicità si fanno sempre più sfaccettate e peculiari, poiché nel caso di alcuni protagonisti (vedere Deku o Kirishima) - che combattono sostanzialmente a mani nude - la messa in scena diventa estremamente più chiara. In ciò, perlomeno in questo momento del suo processo artistico, Horikoshi-sensei si dimostra più vicino allo stile caotico di Eiichiro Oda piuttosto che a quello estremamente pulito e dettagliato di artisti come Toriyama o Kishimoto: un comparto visivo, però, che riesce a farsi perdonare grazie ad alcune pregevoli scelte registiche, che esplodono in primi piani sempre intensi e mai banali.

My Hero Academia (Manga) Il 16° volume del manga di My Hero Academia mette sotto i riflettori due personaggi secondari, le cui vicende e la cui evoluzione pongono in luce tutta la forza del cast dell'opera, che non si riduce semplicemente al protagonista ma piuttosto include un parco di comprimari di tutto rispetto. L'arco narrativo in questione, quello dedicato a Overhaul e alla lotta tra gli Heroes e l'Hassaikai, è finora la saga più emozionante e originale imbastita da Kohei Horikoshi e passa per i 10 capitoli inclusi nell'albo pubblicato da Edizioni Star Comics nel mese di ottobre. È anche una fase dell'opera, questa, in cui l'autore sfoggia un tratto più confusionario rispetto al solito, uno stile che esplode in battaglie roboanti la cui spettacolarità non sempre rende pienamente leggibile l'azione.