Naruto: perché l'evoluzione del giovane Sasuke è perfetta

Con l'arrivo della stagione 5 di Naruto su Prime Video, torniamo a tirare le somme riguardo al percorso di Sasuke Uchiha nella prima parte dell'opera.

Naruto: perché l'evoluzione del giovane Sasuke è perfetta
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In attesa di Shippuden, arrivano gli ultimi episodi di Naruto sulla piattaforma streaming di Amazon e giunge, dunque, al termine la prima parte dell'anime prodotto da Studio Pierrot. Le 5 stagioni che compongono la prima serie dello shonen di Masashi Kishimoto sono ancora tra le più apprezzate dell'intera saga e contribuiscono a regalare momenti e scontri memorabili: dalla prima missione del Team 7 con la minaccia e la commovente storia di Zabuza e Haku (ecco perché per noi la saga di Zabuza è una delle migliori di ) agli esami di selezione dei chunin, dal primo inquietante incontro con Orochimaru al maestoso combattimento con Gaara e il suo cercoterio Shukaku.
Momenti che hanno messo a dura prova gli ancora poco esperti ninja della foglia, delineandone il carattere, rivelandone lo spinoso passato e mostrando le loro abilità da shinobi alle prime armi.

Sasuke nel Team 7

Durante il percorso di crescita del Team 7 vengono fuori la vivacità e la genuinità di Naruto, la fedeltà e la determinazione di Sakura, la freddezza e l'opportunismo di Sasuke. Il trio stringe forti legami mentre Naruto inizia a tastare il suo potenziale da forza portante e il giovane Uchiha sperimenta l'abilità innata ereditata dal suo clan, lo Sharingan.

Una naturale rivalità tra i due si placa durante le prime missioni (è il caso del "sacrificio" di Sasuke nello scontro contro Haku e del salvataggio dell'Uchiha da parte di Naruto in occasione del combattimento con Orochimaru) per poi riaffiorare con forza nelle ultime battute della prima parte, in concomitanza con lo sviluppo delle rispettive capacità, e sfociare in un primo vero scontro frontale che li vede padroneggiare e mettere in mostra il rasengan e il chidori. Il segno maledetto applicato da Orochimaru a Sasuke e l'incontro di quest'ultimo con il fratello Itachi, che ne manifesta in maniera impietosa la schiacciante inferiorità, risultano decisivi per la svolta in realtà naturale e in qualche modo preannunciata che vede Sasuke abbandonare il Team 7 bramante potere e assetato di vendetta.

Il percorso che vede Sasuke inizialmente reticente a far parte del gruppo, poi inevitabilmente trasportato e sempre più coinvolto emotivamente nel team a seguito delle prime missioni e delle prime difficoltà condivise, si conclude con l'esplosione di quell'odio latente e accecante che, di fatto, torna ad essere prioritario nelle azioni dell'Uchiha e a sovrastare ogni sorta di vincolo positivo con Naruto, Sakura e gli altri componenti del Villaggio della Foglia, a calpestare l'ostacolante amicizia in nome della vendetta sul fratello.

Sasuke è, inizialmente, incapace di amalgamarsi a causa del suo incurabile egoismo e del suo profondo trauma, razionalmente collaborativo in virtù di una buona riuscita delle missioni (da unico vero shinobi "professionista" del team di novizi) ma, fin dall'inizio, deciso nel proposito di uccidere Itachi in nome del suo clan inspiegabilmente sterminato, e pronto a tutto pur di raggiungere il proprio sanguinario scopo. Pronto a rinunciare a qualsiasi distinzione tra bene e male, a considerare solo l'utile, a vagliare ogni occasione o possibilità per accrescere la propria forza e avvicinarsi al fratello maggiore.

La vendetta di Sasuke Uchiha

E il percorso di Sasuke Uchiha nel corso della prima parte della serie è, allora, perfetto perché estremamente coerente (e interessante) dal primo all'ultimo episodio, esplicita la sua evoluzione interiore insieme tortuosa e lineare, un'interiorità tormentata ma sempre assolutamente chiara fin dalla sua primissima "dichiarazione d'intenti".

Si tratta della sua presentazione ufficiale ai membri del Team 7, che è in sé sintesi esaustiva del carattere, dell'obbiettivo e dell'attitudine di Sasuke, ne preannuncia la condotta, ne traccia il cammino e stabilisce inevitabilmente il peso dei rapporti con i compagni. Dopo una scanzonata e innocente presentazione da parte di Naruto e l'infantile imbarazzo nelle parole di Sakura, è il turno dell'Uchiha: "Io mi chiamo Sasuke Uchiha, ci sono un sacco di cose che non mi piacciono e non ho preferenze particolari. Un sogno l'avrei, ma non lo considero una fantasia perché so che diventerà realtà: io farò di tutto per ridare vita al mio clan e uccidere chi so io". Il personaggio sorprende già per la minacciosa convinzione e per la maturità delle sue parole, per la mancanza di scrupoli e per un'ingenuità puerile assente.

E gli avvenimenti che segnano la crescita di Sasuke sono tutti evidentemente azzeccati e adatti a rendere logica l'eclatante scelta finale di voltare le spalle ai propri compagni. Il sigillo di Orochimaru, appostogli durante l'incursione nella sede dell'esame per la selezione dei chunin, è allo stesso tempo conferma di un dissimulato lato oscuro nella personalità di Sasuke, della sua indole malvagia alimentata dall'odio che ne permea l'animo (conferma data dalla scelta oculata di Orochimaru che si accorge proprio di tale occulta oscurità), e pretesto per un cambiamento in quella direzione da parte dell'Uchiha, ingolosito dalla possibilità di trarne vantaggio.

L'incontro con Itachi, in cui il chidori di Sasuke viene facilmente neutralizzato ed è necessario l'intervento di Jiraiya, ravviva proprio quella fiamma dell'odio che si era decisamente attenuata (ma mai spenta) nel corso delle avventure con il Team 7 e finisce per portare Sasuke a contemplare l'eventualità di affidarsi al peggior nemico del Villaggio della Foglia per assottigliare l'enorme differenza con Itachi. È questo il momento in cui Sasuke rinuncia alla sua moralità, a discernere il bene dal male e l'amico dal nemico e trova la via più facile e veloce per concretizzare il suo sogno e rispondere al patto con se stesso che fin dall'inizio aveva giurato di rispettare.

Il percorso di Sasuke è perfetto perché perfetta è la sua caratterizzazione, perfette sono le premesse e la sua backstory e, ancora, le conseguenze in termini di azioni ed atteggiamenti. La sua evoluzione è impeccabile perché non banale o retorica, perfino coraggiosa nello stravolgere (con cognizione) la posizione di Sasuke, di cambiarne, in realtà, la posizione concreta ma lasciarne inalterata quella ideale ed ideologica, quella che è costitutiva della sua essenza e, dunque, perfettamente messa in atto proprio nella spietata svolta da "villain" del membro del Team 7.

La battaglia finale con Naruto nella Valle della Fine è l'epica ed emblematica conferma del cambiamento di Sasuke e la fine del suo irreprensibile percorso, approdato nell'inevitabile scontro tra chi considera l'altro un vero e proprio fratello, l'amico più caro, e chi, ormai corrotto nell'animo e nel fisico (l'Uchiha riesce a padroneggiare i poteri conferitigli dal segno maledetto), rinnega ogni legame, ogni evento felice trascorso insieme e rifiuta ogni possibilità di redenzione in nome della rabbia, dell'odio e del disprezzo, in nome della vendetta.