Naruto, Zabuza e Haku: perché la prima saga è una delle migliori

In concomitanza con l'annuncio dell'arrivo di Naruto su Prime Video, analizziamo gli aspetti che rendono la prima saga memorabile.

Naruto, Zabuza e Haku: perché la prima saga è una delle migliori
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Naruto è disponibile su Amazon Prime Video a maggio, rinforzando un catalogo che da poco si è arricchito della presenza di un altro battle shonen di grande successo, Bleach. Possiamo, dunque, cominciare a gustarci la prima saga della serie, la Saga del Paese delle Onde, ancora considerata da molti una delle migliori dell'opera, per molti aspetti profondamente differente rispetto alla storia, alla configurazione successiva.

La dura legge degli shinobi

Il Naruto degli esordi è ancora una storia di bambini ingenui ma non indifesi, del loro mondo che conosce la durezza e la spietatezza di quello adulto, di innocenti introdotti alla realtà crudele e insensibile degli smaliziati; è ancora la storia di una separazione netta tra le dimensione incontaminata della fanciullezza e quella irreversibilmente corrotta dall'età adulta.

Una corruzione inevitabile, costretta, quella di Zabuza Momochi e Haku Yuki, una malvagità calcolata, intenzionale, quella del malvivente Gato. Questi gli antagonisti indimenticabili della Saga del Paese delle Onde, personaggi a tutto tondo (soprattutto Zabuza e Haku), non villain stereotipati o macchiettistici, non nemici dalla blanda ideologia, ma avversari dalle solide ragioni.
Zabuza e Haku, il loro dramma umano e il loro sviluppo narrativo sono indubbiamente l'elemento migliore dell'intera prima saga di Naruto. Personaggi tridimensionali, con una backstory toccante che rende difficile non empatizzare con loro e comprenderne le azioni, un passato drammatico di chi un infanzia non ha potuto goderla e troppo presto ha appreso l'unica forma di espressione concessagli: la violenza.

Destini incrociati di chi ha conosciuto le stesse sofferenze quelli del Demone della Nebbia e del manipolatore del ghiaccio, il primo naturalmente salvatore e mentore dell'altro, il secondo ossessivamente riconoscente, quasi vivente in funzione della sua protezione, unica ragione di vita, solo compito su cui proiettare un senso.

Zabuza e Haku sono entrambi delle vittime di un mondo in costante conflitto, di una società che rifiuta il diverso e stigmatizza l'unicità: è ciò che accade all'eroe per eccellenza Naruto ed è ciò che i due ninja traditori della Nebbia costretti a provare sulla loro pelle. Lo Spadaccino della Nebbia reagisce e cresce utilizzando quella violenza che è la sua lingua madre; Haku, giovane dall'animo gentile, non dotato di alcun istinto malvagio, agisce facendosi portatore della stessa violenza dell'uomo di cui decide di prolungare la volontà.

Il dramma di Zabuza e Haku

La qualità dei primi villain è insolitamente alta per un battle shonen. Non è raro, infatti, che gli antagonisti della parte iniziale di un'opera di questo genere risultino generalmente dimenticabili, non impeccabilmente caratterizzati, introduttori delle capacità dei protagonisti. Fungono, per lo più, da termine di paragone, cardini, unità basiche per un ideale metro di comparazione dei livelli di potenza.

Sono, molto spesso, personaggi che, depotenziandosi nel confronto con la forza e le abilità dei nemici successivi, si depotenziano (in concomitanza con la perdita di una loro eventuale pericolosità nei nuovi standard raggiunti) anche in termini di credibilità, di valore, rivelando una bidimensionalità fatale e riducendosi a meri portatori di poteri.

Con Zabuza e Haku ciò non accade proprio per la loro ottima caratterizzazione e, soprattutto, per la forza drammaturgica della loro storia, della sua evoluzione e della sua struggente e significativa chiusura. Il sacrificio di Haku, la caparbietà dello Spadaccino ferito che con le unghie e con i denti (letteralmente) si vendica sull'unico vero malvagio, Gato, l'ultima commovente volontà dello stesso Zabuza che, con l'aiuto di chi poco prima aveva decretato la morte dell'amico e determinato la sua (Kakashi), si distende a fianco dell'inerme Haku e, morente, gli accarezza il viso, dimenticando la violenza e imparando, per un istante purificatorio l'amore. Naruto raggiunge, in questa occasione, uno dei suoi picchi emotivi, seppure si tratti solamente dell'episodio 19 di un anime da più di 700 puntate (220 quelle della prima serie).

Il realismo degli antagonisti e la scoperta di nuovi poteri

Un plauso va poi fatto al realismo e alla genuinità delle situazioni dei questa prima saga. Tornando agli antagonisti, siamo ben lontani dai deliranti ed enormi obbiettivi dell'Akatsuki e dall'arzigogolato piano di Madara Uchiha, lontanissimi dalle motivazioni e dalle azioni dei villain successivi.

Quella dei mercenari Haku e Zabuza e dell'imprenditore scellerato Gato è una dimensione minore, più vera, più legata ad una realtà riconoscibile, del tutto verosimile se consideriamo le concretissime mire dell'armatore navale corrotto fino all'orlo e implicato nel contrabbando di merci e traffici illeciti. Siamo ancora in un mondo di ninja e criminali correnti, di violenza non sensazionalistica ma profondamente ancorata al mondo reale, un mondo di eroi dalle tecniche fenomenali, non ancora esseri dalle capacità quasi divine. Tutto ciò è estremamente coerente e credibile, a partire dal sensato pretesto per la collisione tra il Team 7 alla sua prima missione importante (scortare il costruttore Tazuna) e i letali ninja traditori (incaricati di eliminare lo stesso uomo).

C'è, infine, un costante susseguirsi di rivelazioni e scoperte che aumentano la tensione, solleticano la curiosità e si traducono in momenti memorabili: la Saga del Paese delle Onde è una lunga serie di prime volte che non possono che rimanere impresse nella mente degli amanti di Naruto.

Nel succedersi di avvenimenti che portano al faccia a faccia decisivo tra gli shinobi, scopriamo ciò che si cela dietro la benda del maestro Kakashi e le abilità da copy-ninja conferitegli dallo sharingan, conosciamo, insieme ai protagonisti, i poteri che cominciano a svelarsi nei momenti di maggiore tensione e pericolo: è il bagno di fuoco per Naruto e Sasuke che, contro un Haku nettamente più capace, si vedono costretti a far scaturire forze che non conoscono ancora, a sprigionare la potenza latente del chakra della Volpe a Nove Code e dell'Arte Oculare che Sasuke eredita dal suo clan, in uno scontro che entra di diritto negli annali dell'animazione giapponese per la sua valenza simbolica. E mentre ne esploriamo il potenziale che si manifesta, i caratteri dei personaggi si rivelano, i rapporti si rafforzano e le dinamiche si collaudano.

La Saga del Paese delle Onde è la perfetta iniziazione alle complicazioni e alle controversie della vita da shinobi, la prima impattante messa in atto dell'arte ninja per i giovani del Team 7 e la migliore introduzione possibile alla storia, narrativamente intensa e ricca di personaggi profondamente reali, dallo sviluppo memorabile. La prima saga di Naruto è ancora una delle migliori saghe dell'intera serie.