Neon Genesis Evangelion: storia e sviluppo di un capolavoro

Ripercorriamo la nascita e lo sviluppo del progetto Neon Genesis Evangelion, dalla serie TV ai film conclusivi e remake dell'opera.

Neon Genesis Evangelion: storia e sviluppo di un capolavoro
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Cercare di definire una corretta linearità a un progetto tanto immenso, tale è Neon Genesis Evangelion, è molto complicato. Dopotutto, siamo dinnanzi a uno dei progetti più rivoluzionari di sempre per il mondo dell'animazione, un titolo che ha fatto scuola per la TV ed il cinema. Ma è, allo stesso tempo, il risultato più profondo della psiche e dell'anima del suo creatore, Hideaki Anno. Perché il regista di Evangelion è Evangelion stesso: vi basti pensare che il personaggio di Rei Ayanami è stato creato a somiglianza psichica del suo autore. Ma torniamo a noi, allo scopo di questo articolo, ahinoi infarcito di spoiler su Evangelion (ma non potrebbe essere altrimenti), e allo sforzo di evadere per un attimo dalla polemica firmata Netflix per ridare a uno dei capolavori di questo medium che tanto amiamo il rispetto che merita. Facciamo quindi il punto sugli elementi cardine della trama dell'opera di Anno, spiegandovi anche in che ordine guardare tutti i prodotti audiovisivi legati al franchise.

Il dilemma del porcospino

È sempre doveroso, a questo punto, delineare la trama di Neon Genesis Evangelion. Siamo in futuro alternativo, la razza umana è stata dimezzata a seguito di un incidente conosciuto come "Second Impact". Un'ulteriore minaccia, tuttavia, sembra nuovamente arrivare da esseri misteriosi chiamati "Angeli" ("Apostoli" secondo il più letterale adattamento italiano di Gualtiero Cannarsi). A difesa della razza umana, l'agenzia speciale NERV ha creato dei giganteschi robot, i cosiddetti Evangelion, a cui il compito di pilotarli sarà affidato a ragazzini soprannominati "children".

Neon Genesis Evangelion, dunque, si focalizzerà sulle vicende dei children e delle persone a essi collegate, andando a fondo nella psiche umana e sull'importante concetto di "legame" tra le persone. Dopotutto, non c'è da stupirsi se questo tema viene toccato praticamente sin dall'inizio, nel momento in cui Misato e Ritsuko parlano (riferendosi a Shinji) del dilemma del porcospino, principio su cui si basa l'intera opera.

"Tanto più due esseri si avvicinano tra loro, tanto più si feriranno": un potente contrappasso affettivo in cui viene messa in evidenza la recondita difficoltà dell'essere umano nell'avvicinarsi a qualcuno senza fargli del male o, inevitabilmente, provocando del dolore al proprio stesso animo. Perché l'animo è quello che ci differenzia, che ci permette di acquisire un "io" individuale, che ci distanzia grazie al personale AT-Field. Non per niente, esso viene inteso come il muro dell'anima, il primordiale concetto da cui la vita prende forma, il principio per la quale esiste ogni immagine diversa di noi nelle altre persone.

Hideaki Anno punta moltissimo su questo tema, analizzando a fondo tramite i suoi personaggi questa estrema difficoltà relazionale, consapevole che l'esistenza del genere umano è tale poiché ricca di relazioni e, per l'appunto, formata da legami. E sarà sempre questa la parola chiave e colonna portante di quest'opera. Dopotutto, e ve lo citiamo per esempio e importanza simbolica, questo concetto tocca il centro proprio nel rapporto tra Shinji e Asuka.

Due persone che appaiono totalmente diverse: il ragazzo che teme il contatto, che ricerca nelle lodi degli altri l'unico modo per fuggire da una realtà spaventosa, quella di un padre distante e di un peso sulle spalle troppo gravoso per chiunque. Per il second children, spesso accusata e criticata per il suo rude comportamento, è impossibile restare impassibili dinnanzi all'episodio 22, nel momento in cui la maschera cade e si sgretola il castello dell'orgoglio, mettendo in luce le debolezze di una ragazza divenuta adulta troppo in fretta, cresciuta sola nel suo divenire donna.

Proprio loro due, all'antitesi di ogni legame, faranno di tutto per sottrarselo, ma in un destino che pare già scritto: distruggendosi continuamente a vicenda, finiranno per avvicinarsi sempre di più in quel tripudio chiamato The End of Evangelion, in cui il rifiuto della ragazza alla richiesta di aiuto di Shinji sarà la base scatenante per il Perfezionamento dell'Uomo, mutandosi al termine del lungometraggio nel più sincero gesto di affetto, il contatto sempre richiesto e rifiutato da entrambi: la carezza. L'opposto dello strangolamento, della distruzione, l'unico modo che il first children conosce per esprimere i propri sentimenti.

Un fato che sembriamo conoscere e su cui Anno crede moltissimo, dopotutto le Pergamene del Mar Morto non sono altro che la descrizione del passato e del futuro, lo strumento che in mano alla Seele ha dato il via all'ambizioso progetto di redimere l'essere umano dal suo peccato originale. I simbolismi sono lo strumento di cui il regista si serve per rafforzare un processo che va oltre il mero concetto della religione e della filosofia. Una percezione di immortalità, oltre i confini della vita, a cui Gendo Ikari contrapporrà il proprio desiderio di armonia, trovando la pace non nella morte e nel ritorno all'origine ma nell'Eva-01 (Unità Prima, secondo Cannarsi), l'unità che traghetterebbe nel futuro l'animo e i sentimenti di ciascuno, consentendo all'uomo di vivere e tramandare la propria essenza.

I Children, specchio dell'umanità

Tentiamo, senza scendere in maggiori dettagli in merito a questo punto, a fare un po' di chiarezza sulla storia del Progetto di Evangelion e alla moltitudine di titoli che compongono la saga. Com'è evidente, il tutto nasce con la serie tv di 26 episodi, la stessa approdata da poco su Netflix. Inizialmente l'anime non ebbe il successo sperato, anzi, faticò a rientrare nei costi nonostante il budget già di per sé molto limitato.

Le cose iniziarono a cambiare ai tempi delle prime repliche, con la trasmissione dell'opera sui canali notturni: un fenomeno che iniziò rapidamente a far parlare di sé. E a questo punto, grazie ai primi importanti introiti, venne distribuita la prima edizione home video con la celebre "director's cut", una versione rimodulata degli episodi dal 21 al 24, ora sommati a un etichetta indicata col simbolo del primo (ovvero il carattere ' ) subito accanto al numero, in cui vennero aggiunti alcuni punti e rimodulate le animazioni.

Per inciso, si tratta dei prodotti già reperibili su Netflix. Hideaki Anno ricevette diverse critiche e minacce dagli stessi fan per via dell'ambiguo finale della serie televisiva, in cui ci si concentra sul Perfezionamento dell'Uomo dal punto di vista della mente di Shinji. A seguito della grande polemica, dunque, lo studio Gainax si trovo ad annunciare un finale alternativo per la serie animata, in realtà già in lavorazione subito dopo la fine del ventiseiesimo episodio.

Il primo film prese il nome Death & Rebirth, una pellicola suddivisa in due episodi di cui il primo riassuntivo delle prime 24 puntate, mentre Rebirth non era altro che l'episodio 25 dal punto di vista dello spettatore e non del protagonista. Ad esso seguì un secondo lungometraggio, il famoso The End of Evangelion, diviso sempre in due puntate: Air, ovvero Rebirth, e A te, il mio animo sincero, il tanto atteso episodio 26'.

Death (true) e Death (true)2 , non sono altro che, invece, rispettivamente la rimozione e la l'aggiunta del materiale inedito dell'episodio 24. È poi opportuno citare un cofanetto speciale, l'Evagelion Revival, in cui sono presenti delle scene extra in live action. Proprio così, avete sentito bene.

Avete presente quelle scene di vita reale prese da The End of Evangelion? Sappiate che, originariamente, Anno aveva previsto di inserire nel lungometraggio originale delle scene di vita quotidiana - tra quelle rimaste ve n'è una in cui troviamo le tre doppiatrici femminili principali insieme - in cui addirittura Asuka sarebbe andata a letto con Suzuhara. Ma probabilmente, è un risvolto che fa parte di uno dei possibili mondi alternativi di cui abbiamo potuto assaggiare una presunta spiegazione nell'originale episodio 26.

Chiusa questa parentesi, è il momento di citare il famigerato Rebuild of Evangelion, l'ambizioso progetto dello studio Khara, l'azienda fondata da Anno stesso traslando gran parte dei diritti (se non tutti) del suo franchise dallo studio Gainax, promuovendo una tetralogia reboot di NGE. La stessa che ci ha da poco stuzzicati con la notizia bomba dei primi 10 di Evangelion 3.0+1.0 in dirittura d'arrivo in un evento speciale.

Il Rebuild e la serie originale sono e non sono la stessa cosa. Prima di fermarvi alla sporca ovvietà appena affermata, senza scendere nella dichiarazione di Anno in cui il progetto dovrebbe assecondare l'entrata di nuovi appassionati nel franchise, i film sono pieni di rimandi alla serie televisiva da cui prende il nome. La tetralogia è il progetto animato con più teorie nel panorama dell'animazione conosciuta che, a distanza di tanti anni, non ha ancora trovato fondamento e una risoluzione. L'unica cosa certa, a questo punto, sarà l'immensa portata che avrà Evangelion 3.0+1.0 nel 2020, casualmente a cavallo delle Olimpiadi di Tokyo, che ci auguriamo fornisca almeno una delle troppe domande che ci attanagliano ormai da troppo tempo. Senza contare che il regista ha detto più di una volta che non ha intenzione di abbandonare il franchise una volta terminato il Rebuild, seppur il metodo con la quale seguirà questa linea sia molto più che incerto.

Comunque sia, Evangelion non finisce di certo qui. Avete mai sentito parlare di Another Impact? Si tratta del più ambizioso progetto in computer grafica dello studio Khara, nonché fonte principale di ulteriori domande e misteriosi segreti che, al termine della visione, ci ha lasciati con un fortissimo misto di stupore e incredulità. Il video Until You Come to Me, facilmente reperibile su YouTube, fu all'epoca considerato una via di mezzo tra un trailer per 3.0+1.0 e una clip su 3.0 ed è forse tra i corti più complicati di sempre a livello interpretativo - nonostante sia evidente il riferimento al termine dell'ultimo film della tetralogia a ora disponibile.

Come potete notare voi stessi, parlare di Evangelion è un compito arduo e molto lungo, in quanto ricco di così tante meravigliose sfumature che coglierne anche solo una rappresenta un'enorme soddisfazione. Dopotutto, Eva è lo specchio del suo creatore, ma anche il nostro, poiché il principale dilemma dell'essere umano è, sin dai tempi antichi, la sua scarsa capacità di creare legami, di aprire sé stessi gli uni con gli altri, perché trovare un posto nel mondo non è solo il lavoro dei giovani children, ma soprattutto il nostro.

Ed è questo che rende estremamente attuale un'opera del 1995, concentrandosi nel crescente e fondamentale tema di formazione su cui essa si erge. Perché l'essere umano è una creatura difficile da comprendere, e finché vi saranno mura tra di noi allora Evangelion resterà sempre un inno alla quotidianità e alla vita.