ONE PIECE: Le 3 migliori saghe del manga di Eiichiro Oda

Vediamo insieme le tre saghe di ONE PIECE che hanno segnato maggiormente i fan dell'epopea piratesca creata più di vent'anni fa da Eiichiro Oda

ONE PIECE: Le 3 migliori saghe del manga di Eiichiro Oda
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Sono passati ormai più di vent'anni da quando Eiichiro Oda cominciò la pubblicazione della sua serie sulle pagine di Weekly Shonen Jump. In questo lungo ventennio il noto mangaka ha regalato ai lettori della sua opera numerose saghe, che pian piano sono andate a delineare quell'enorme macrocosmo fatto di personaggi, Frutti del Diavolo, storie e leggende che prende il nome di ONE PIECE. Il mondo costruito da Oda, un arco narrativo alla volta, è una realtà immaginifica in cui ogni singolo elemento inserito esiste anche al di fuori della trama principale e si sviluppa parallelamente alla narrazione. In poche parole, il mondo di ONE PIECE è vivo e vegeto e niente è lasciato al caso. Esempio fulgido di ciò è la saga attualmente in corso nel manga, dove numerosi personaggi, nozioni e leggende sono tornati sotto la luce dei riflettori, ma maturati rispetto alle loro precedenti comparse. Il merito è certamente di Oda e della sua capacità di narratore onnisciente, che tutto sa, ma niente rivela. Saga dopo saga, il creatore di ONE PIECE ha inserito sempre più pezzi al suo puzzle, e il disegno tratteggiato in ventun'anni di pubblicazione sta prendendo sempre più forma. Ma quali sono le saghe che più di tutte sono state amate dai fan e hanno segnato prepotentemente l'epopea piratesca? In questo articolo ne abbiamo scelte tre che, a giudizio insindacabile della redazione, sono quelle che hanno inciso con maggior vigore nello sviluppo della trama orizzontale dell'opera e che si sono scavate un posto nel cuore dei lettori.

Ennies Lobby

Quella che parte da Water Seven e arriva all'isola governativa di Ennies Lobby è forse la saga che si è impressa nella mente dei lettori come la più legata, fino a quel momento, al Governo Mondiale e alla lore di ONE PIECE. I motivi per cui questa lunga parabola narrativa ha fatto breccia sono molteplici, ma quattro ragioni in particolare hanno aiutato la saga ad imporsi come la migliore: la struttura marcatamente spy-thriller, un nemico da antologia come Rob Lucci, l'introduzione della tecnica del Gear e lo straziante addio alla Going Merry. Tutto comincia nell'isola dei carpentieri di Water Seven e vede intrecciarsi molteplici trame che spingono, un passo alla volta, i nostri Mugiwara nell'isola governativa di Ennies Lobby dove devono affrontare il terribile CP9, il potente gruppo di assassini che si occupa di eliminare chiunque sia d'intralcio al Governo Mondiale. A differenza degli altri CP (Cipher Pol), questo coacervo di spaventosi elementi è tenuto segreto al resto del mondo proprio per la sua natura destabilizzante. Rufy e compagni, nell'affrontare uno a uno i membri di questo temibile gruppo, supereranno i propri limiti, rivelando ai lettori nuove tecniche di combattimento. Ed è qui che entra in gioco il secondo fattore che ha decretato il successo di questa saga. Nel corso delle precedenti avventure, i Mugiwara avevano si ampliato il loro ventaglio di tecniche, ma mai come a Ennies Lobby hanno dovuto spingersi al limite e giocare con le loro capacità per estrapolarne nuove e devastanti mosse. L'esempio più lampante è il Gear di Rufy, tecnica che è tutt'ora la massima espressione delle sue capacità di adattamento in battaglia e della sua esperienza sul campo. Come si sa, le idee (anche per nuove tecniche) nascono dalle necessità, e quella di Cappello di Paglia è sconfiggere Rob Lucci, il membro più forte del CP9 - nonché uno degli avversari che hanno dato più filo da torcere al protagonista. Il loro scontro nell'isola governativa è entrato di diritto tra i migliori apparsi in ONE PIECE, sia per intensità che per gestione dell'azione. Una volta terminata la saga, Oda decise di chiudere il cerchio così come era cominciato, cioè con il doloroso addio alla Going Merry, motivo primario dell'arrivo dei Mugiwara a Water Seven. In definitiva una saga enorme, ben congeniata e ottimamente narrata, che ha spezzato cuori, affilato lance e gettato le basi per l'avvenire. Una saga, per così dire, di rottura con il passato.

Marineford

La saga di Marineford è forse quella che più di tutte ha mostrato ai lettori le potenzialità di un mondo pulsante come quello di ONE PIECE: personaggi introdotti anni addietro riunti in un unico e gigantesco campo di battaglia per decretare le sorti del mondo in una vera e propria guerra per la supremazia. Marina, Imperatori, Flotta dei Sette e chi più ne ha più ne metta: erano tutti presenti quando gli equilibri si sono spezzati e il caos è piombato nel globo terracqueo creato da Eiichiro Oda. La saga fu a lungo introdotta, prima con lo scontro tra Ace e Barbanera, successivamente con l'incontro tra Shanks e Barbabianca e infine con la cattura e la condanna a morte di Ace. Proprio quest'ultimo è il cuore di questa parabola narrativa, alfa e omega di una saga che ha ridefinito alleanze, sconvolto potenze e riscritto limiti geografici. Marineford è il Rubicone di ONE PIECE: una volta attraversate le sue acque non si può più tornare indietro. E così è stato. Dopo questo scontro, niente è più come prima e tutto è cambiato, in primis il nostro Rufy. Si, perché Cappello di Paglia era presente, come tristemente sappiamo, quando Akainu ha ucciso Ace facendo piombare il nostro protagonista in uno sconforto tale da farlo svenire e perdere i sensi proprio prima dell'arrivo del suo amico Shanks il Rosso, che ha posto fine alle ostilità. La battaglia è stata lunga, caotica e violenta, ma non serve dilungarsi molto sui fatti che hanno avuto luogo a Marineford, perché, come in ogni guerra, ci sono stati caduti in entrambi gli schieramenti; c'è chi ha pianto in silenzio i suoi morti e chi ha guadagnato posizioni di comando; c'è chi ha vinto e chi ha perso. E Come ogni guerra, è stata combattuta per non combatterne più.


Alabasta

Alabasta fu la prima, vera saga che prese piede nel Grande Blu. Prima di allora, divisa in archi narrativi, avevamo assistito a quella che viene chiamata saga dell'East Blue (Mare Orientale), dove Rufy cominciò la sua avventura. Una volta entrati nella Grand Line, i Mugiwara si imbatterono immediatamente nella principessa Bibi sotto le mentite spoglie di Miss Wednesday, membro della Baroque Works: un incontro che diede il via a quella che tutt'ora rimane una delle migliori saghe di ONE PIECE.

La struttura di questa lunga parabola era basata sul viaggio per tornare a casa, che ha portato Rufy e compagni a visitare molte isole della Rotta Maggiore, a conoscere nuovi compagni (Tony Tony Chopper) e a introdurci molte figure di spicco del mondo creato da Oda. È qui che facciamo la conoscenza dell'ormai defunto Ace, qui che apprendiamo meglio la struttura della Marina e della Flotta dei Sette e che veniamo a conoscenza, per la prima volta, del misterioso Marshall D. Teach detto "Barbanera". Ma oltre a tutte queste importanti informazioni di contorno, vero motivo del successo di questa saga è uno e uno soltanto: il villain. Fino a questo momento, Rufy e compagni avevano affrontato avversari temibili, ma nessuno aveva dato così filo da torcere ai nostri Mugiwara come Crocodile e la sua Baroque Works. Anche stavolta, prima ancora (molto prima) di Water Seven, la struttura era fortemente politica, con un gruppo di mercenari (la BW appunto) che aveva destabilizzato il trono per poter mettere la mani su artefatto a cui aveva accesso solo la famiglia reale. Il piano era tuttavia noto solo a Crocodile e alla sua protetta, Nico Robin; come ricorderete, l'artefatto in questione era il primo Poignee Griffe apparso nella serie, uno dei più importanti tasselli dell'enorme puzzle di ONE PIECE. Da non trascurare anche i membri della Baroque Works, forse tra i migliori avversari che i compagni di Rufy abbiano mai dovuto affrontare, sia per qualità del character design, sia per i vari scontri che li hanno visti contrapposti ai Mugiwara. Una saga che in definitiva ha in qualche modo dato una struttura anche alla saghe a venire e che ha regalato ai lettori un ampia gamma di emozioni durante la traversata che ha portato Bibi dalla Reverse Mountain fino ad Alubarna, la capitale del regno di Alabasta.

Delle molte saghe - e archi narrativi - comparsi tra le pagine di ONE PIECE, queste tre sono quelle che più di tutte hanno influito sulla crescita dell'opera, sullo stile di disegno e sulla struttura narrativa stessa. Da Marineford in poi (dopo il timeskip quindi) Oda non è più riuscito, o non ha più voluto donare ai lettori saghe così complete, vertendo verso una struttura diversa, più confusionaria e fatta di molti archi narrativi. Non che sia un vero e proprio difetto, sia chiaro, gli ultimi capitoli hanno ampiamente dimostrato la bontà stilistica del mangaka anche dopo vent'anni di pubblicazione, ma l'effetto nostalgia si sente eccome.