A volte amiamo usufruire di prodotti che tengono impegnata la nostra mentre con questioni esistenziali e domande sui massimi sistemi. Altre volte, invece, preferiamo spegnere il cervello e assistere a del puro intrattenimento fine a sé stesso. Questo è proprio il caso di ONE PIECE: Stampede.
Ai tempi dell'uscita del film nelle sale italiane vi avevamo già proposto una recensione di ONE PIECE: Stampede, e dal 24 ottobre la pellicola è disponibile anche su Netflix. Un film scritto e supervisionato da Eiichiro Oda in persona, che tuttavia aggiunge davvero poco all'immaginario dell'opera originale: il suo unico scopo è quello di intrattenere, nel segno di un esplosivo fanservice.
Luci e ombre di ONE PIECE Stampede
ONE PIECE: Stampede vive di luci e ombre. La trama è piuttosto semplice, lontana dalla qualità narrativa cui ci hanno abituato altri lungometraggi dello stesso franchise, la regia non lascia spazio a guizzi particolarmente creativi, le animazioni sono gradevoli e l'utilizzo delle tecniche digitali non compromettono il comparto tecnico, risultando credibili nel contesto in cui sono inserite.
Un film che, insomma, è pensato più come esercizio di stile che altro. Eppure è un lungometraggio che merita di essere visto, poiché ha individuato e replicato al meglio l'anima del brand, e con essa tutte le caratteristiche che hanno reso grande ONE PIECE. La forza di queste pellicole risiede nel riuscire a trasmettere l'essenza del franchise da cui sono tratti, confezionandosi come prodotto godibile sia per gli spettatori affezionati sia per i neofiti, che più di tutti devono ricevere sensazioni forti e immediate.
E in questo Stampede eccelle, ricalcando il paradigma che ha reso grande il manga di Oda: l'esplorazione di una nuova isola, alcuni personaggi bizzarri e altri seriosi, un worldbuilding in costante espansione, flashback e colpi di scena.
A tutto ciò si aggiunge una narrazione dal ritmo concitato, grazie alla quale è facile mantenere la sospensione dell'incredulità (e senza la quale l'artificiosità della pellicola sarebbe ben più evidente) e scene d'azione dinamiche e ben girate. Si tratta di un prodotto votato al puro intrattenimento, e ONE PIECE: Stampede diverte alla grande (non a caso ONE PIECE: Stampede è il film più redditizio della saga).
Un uso sapiente del fanservice
Il punto di forza principale di quest'opera risiede nell'ottima gestione del fanservice. Per fanservice si intende tutta quella serie di elementi che vengono inseriti in una determinata opera unicamente perché attirano spettatori. Finché esso mantiene un carattere "decorativo" e irrilevante ai fini della trama non è un male, ma soprattutto nell'industria anime diverse serie si sono snaturate per rispondere a logiche di mercato legate all'erotismo, a una certa caratterizzazione - fisica e psicologica - dei personaggi, e a certe dinamiche che si ripetono sempre allo stesso modo.
ONE PIECE: Stampede è un capolavoro del fanservice. Sono state inserite dozzine di personaggi che compongono il mondo fittizio ideato dal sensei Oda, e per gli amanti dell'opera è il massimo osservare determinati soggetti interagire tra loro per la prima volta. Va però detto che le relazioni interpersonali di alcuni personaggi sono diverse rispetto ai legami instauratisi nel manga, e che i rapporti di forza sono piuttosto sbilanciati.
Per tutto il film, ci si sente vicinissimi a conoscere finalmente la verità sul famigerato tesoro che tutti i pirati cercano, e più in generale tutta l'opera è caratterizzata da una forte autoreferenzialità che i fan della prima ora potranno apprezzare particolarmente. Per rendere la pellicola ancora più appetibile al pubblico generalista giapponese, invece, sono stati inseriti riferimenti ai mecha, i classici robottoni diventati culto grazie all'animazione nipponica, e i kaiju, i mostri giganti il cui portabandiera è Godzilla. Sia i mecha che i kaiju, nel sol levante, sono sinonimo di incassi.
Questa moltitudine di elementi rende l'ultimo film di ONE PIECE un prodotto commerciale piuttosto che autoriale, ma visto il risultato finale non è da considerarsi per forza una cosa negativa. Due ore di puro intrattenimento, caratterizzate da una discreta qualità audiovisiva che, unita a ai personaggi che abbiamo imparato ad amare durante le nostre letture, è capace di incollare lo spettatore allo schermo grazie anche ad un'azione frenetica e incessante.
ONE PIECE Stampede su Netflix: il trionfo del fanservice
Luffy e la sua ciurma sono sbarcati su Netflix insieme a tante vecchie conoscenze, e tutti insieme animano le caotiche vicende di One Piece: Stampede
A volte amiamo usufruire di prodotti che tengono impegnata la nostra mentre con questioni esistenziali e domande sui massimi sistemi. Altre volte, invece, preferiamo spegnere il cervello e assistere a del puro intrattenimento fine a sé stesso. Questo è proprio il caso di ONE PIECE: Stampede.
Ai tempi dell'uscita del film nelle sale italiane vi avevamo già proposto una recensione di ONE PIECE: Stampede, e dal 24 ottobre la pellicola è disponibile anche su Netflix. Un film scritto e supervisionato da Eiichiro Oda in persona, che tuttavia aggiunge davvero poco all'immaginario dell'opera originale: il suo unico scopo è quello di intrattenere, nel segno di un esplosivo fanservice.
Luci e ombre di ONE PIECE Stampede
ONE PIECE: Stampede vive di luci e ombre. La trama è piuttosto semplice, lontana dalla qualità narrativa cui ci hanno abituato altri lungometraggi dello stesso franchise, la regia non lascia spazio a guizzi particolarmente creativi, le animazioni sono gradevoli e l'utilizzo delle tecniche digitali non compromettono il comparto tecnico, risultando credibili nel contesto in cui sono inserite.
Un film che, insomma, è pensato più come esercizio di stile che altro. Eppure è un lungometraggio che merita di essere visto, poiché ha individuato e replicato al meglio l'anima del brand, e con essa tutte le caratteristiche che hanno reso grande ONE PIECE. La forza di queste pellicole risiede nel riuscire a trasmettere l'essenza del franchise da cui sono tratti, confezionandosi come prodotto godibile sia per gli spettatori affezionati sia per i neofiti, che più di tutti devono ricevere sensazioni forti e immediate.
E in questo Stampede eccelle, ricalcando il paradigma che ha reso grande il manga di Oda: l'esplorazione di una nuova isola, alcuni personaggi bizzarri e altri seriosi, un worldbuilding in costante espansione, flashback e colpi di scena.
A tutto ciò si aggiunge una narrazione dal ritmo concitato, grazie alla quale è facile mantenere la sospensione dell'incredulità (e senza la quale l'artificiosità della pellicola sarebbe ben più evidente) e scene d'azione dinamiche e ben girate. Si tratta di un prodotto votato al puro intrattenimento, e ONE PIECE: Stampede diverte alla grande (non a caso ONE PIECE: Stampede è il film più redditizio della saga).
Un uso sapiente del fanservice
Il punto di forza principale di quest'opera risiede nell'ottima gestione del fanservice. Per fanservice si intende tutta quella serie di elementi che vengono inseriti in una determinata opera unicamente perché attirano spettatori. Finché esso mantiene un carattere "decorativo" e irrilevante ai fini della trama non è un male, ma soprattutto nell'industria anime diverse serie si sono snaturate per rispondere a logiche di mercato legate all'erotismo, a una certa caratterizzazione - fisica e psicologica - dei personaggi, e a certe dinamiche che si ripetono sempre allo stesso modo.
ONE PIECE: Stampede è un capolavoro del fanservice. Sono state inserite dozzine di personaggi che compongono il mondo fittizio ideato dal sensei Oda, e per gli amanti dell'opera è il massimo osservare determinati soggetti interagire tra loro per la prima volta. Va però detto che le relazioni interpersonali di alcuni personaggi sono diverse rispetto ai legami instauratisi nel manga, e che i rapporti di forza sono piuttosto sbilanciati.
Per tutto il film, ci si sente vicinissimi a conoscere finalmente la verità sul famigerato tesoro che tutti i pirati cercano, e più in generale tutta l'opera è caratterizzata da una forte autoreferenzialità che i fan della prima ora potranno apprezzare particolarmente. Per rendere la pellicola ancora più appetibile al pubblico generalista giapponese, invece, sono stati inseriti riferimenti ai mecha, i classici robottoni diventati culto grazie all'animazione nipponica, e i kaiju, i mostri giganti il cui portabandiera è Godzilla. Sia i mecha che i kaiju, nel sol levante, sono sinonimo di incassi.
Questa moltitudine di elementi rende l'ultimo film di ONE PIECE un prodotto commerciale piuttosto che autoriale, ma visto il risultato finale non è da considerarsi per forza una cosa negativa. Due ore di puro intrattenimento, caratterizzate da una discreta qualità audiovisiva che, unita a ai personaggi che abbiamo imparato ad amare durante le nostre letture, è capace di incollare lo spettatore allo schermo grazie anche ad un'azione frenetica e incessante.
Altri contenuti per ONE PIECE: STAMPEDE