Da Planets a ONE PIECE FILM RED: l'inossidabile Goro Taniguchi

Ospite illustre del Lucca Comics and Games 2022, Goro Taniguchi è tra i veterani più noti del settore. Ripercorriamo insieme la sua carriera.

Da Planets a ONE PIECE FILM RED: l'inossidabile Goro Taniguchi
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Goro Taniguchi, verso la fine degli anni Ottanta, entrava di petto nel settore dell'animazione giapponese, ottenendo un contratto presso lo studio J.C. Staff. Lo studio era stato fondato proprio in quegli anni (1986) da Tomoyuki Miyata, un ex dipendente della Tatsunoko Production. Fu l'inizio di una carriera stellare, che ha portato l'autore alla direzione di ONE PIECE FILM RED (leggete la nostra recensione di ONE PIECE FILM RED!). Oggi Taniguchi è tra i registi animepiù noti del settore, al punto da aver strappato nel tempo finanche un ricco contratto allo staff di Sunrise. Di seguito proveremo a ripercorre diverse tappe del percorso autoriale del director.

One Piece: Sconfiggere Il Pirata Gunzack

Il 26 luglio del 1998 esce a sorpresa un particolarissimo OAV, diretto da un giovane Taniguchi e prodotto dal prestigioso Production I.G. Stiamo parlando di ONE PIECE - Sconfiggere il Pirata Gunzack!. L'episodio unico è stato realizzato in occasione dell'annuale Jump Super Anime Tour, allestito dalla Shueisha con il chiaro obiettivo di promuovere i loro manga di punta mediante un approccio multimediale, servendosi pertanto di special animati destinati poi all'home video.

L'opera in esame è alquanto importante, poiché si tratta del primissimo adattamento animato dell'ormai celeberrimo manga di Eiichiro Oda. La serie anime non era ancora apparsa nelle televisioni giapponesi, infatti fece il suo esordio il 20 ottobre del 1999, pertanto il lavoro di Taniguchi rappresenta una sorta di episodio pilota per il franchise televisivo. Altresì interessante l'inizio del film con Rufy, Nami e Zoro dispersi su una zattera in mezzo al mare, morenti di fame. Il trio fatica e non poco e sicuramente non aiuta l'attacco istantaneo di un mostro marino che rapisce la navigatrice dei Cappello di Paglia. I due pirati scavezzacollo, incuranti della fame, si buttano a capofitto alla ricerca dell'amica sbarcando su un'isola alquanto atipica e controllata dal maligno pirata Gyanzac; quest'ultimo ha ridotto in schiavitù la popolazione, costringendoli a duri turni di lavoro, privandola poi della dignità e del cibo. Rufy e Zoro non possono di certo assistere inermi.

Taniguchi lavorò a stretto contatto con il mangaka ed il risultato non fu assolutamente malvagio. Le animazione sono di buona fattura, laddove spiccano le poche scene di combattimento egregiamente dirette dal regista; validi poi i disegni, che richiamano non poco lo stile dei primi volumi del manga.

Infinite Ryvius: tra William Goldin ed Evangelion

Taniguchi, dopo aver co-diretto con il maestro Ryousuke Takahashi la serie cult Gasaraki (1998-1999, 25 episodi) presso lo studio Sunrise, viene promosso dai vertici dell'azienda a regista "primario", occupandosi quindi in solitaria della sua prima serie: Infinite Ryvius. L'anime è composto da 26 episodi trasmessi da Tv Tokyo; siamo di fronte ad una serie fantascientifica, laddove veniamo subito catapultati all'anno 2137.

Oltre ottant'anni dopo le conseguenze di una tremenda eruzione, l'attenzione si sposta su un enorme astronave-scuola, la quale subirà un attentato terroristico. I giovani cadetti riescono a fortuna a rifugiarsi su una misteriosa nave, nascosta nell'immensa astronave. I ragazzi, ormai soli e senza adulti, dovranno organizzarsi in una micro-società. L'obiettivo è sopravvivere.

Il regista, forte anche della buonissima sceneggiatura di Yosuke Kuroda, realizza una potente space-opera densa di riferimenti psicopedagogici che ripercorrono sia un classico della letteratura contemporanea mondiale quale Il signore delle mosche di William Goldin del 1954, sia una serie nipponica misconosciuta: Round Vernian Vifam del 1983 prodotta sempre dallo studio Sunrise.

Infinite Ryvius è una lugubre odissea nelle pulsioni dell'animo umano, laddove i giovani protagonisti sono costretti a crescere in fretta sperimentando sulla propria pelle esperienze e sentimenti contrastati. La serie, in modo arguto e maturo, espone senza retorica analisi sociologiche e comportamentali dell'individuo, assai precise, ricalcando una certa attenzione intimista e psicologica vicina -concettualmente - al celeberrimo Neon Genesis Evangelion.Infinite Ryvius, premiata all'Animeshon Kobe del 2000, è inoltre nota per essere stata un po' l'apripista alla distribuzione via Internet. Difatti vennero subito realizzati 6 cortometraggi parodistici, in animazione Flash, intitolati Mugen no Ryvius Illusion, scaricabili dal sito web dell'anime ed in seguito pubblicati come extra nella versione home-video della stessa serie.

Planetes: una fantascienza ecologista

Nel 2003 ormai regista di punta della Sunrise, Taniguchi firma la sua creazione più riuscita: Planetes. Una complessa avventura spaziale incentrata su un gruppo di giovani e variegati spazzini, intenti nel ripulire lo spazio dai vari detriti che lo attanagliano; detriti che ogni giorno possono causare ingenti danni.
L'anime, diviso in 26 episodi, è tratto dall'omonimo manga di Makoto Yukimura e pur espandendone la trama rimane fedele allo spirito del mangaka riproponendo la stessa maniacale attenzione verso il realismo scientifico e tecnologico.

Il regista realizzò una storia complessa in cui il tema ecologista, da filtrare e ricollegare al presente, è penetrato da una serie di spunti molto importanti. Spunti che riguardano spesso le singole storie individuali dei protagonisti, che rimandano ad un contesto storico e politico veritiero e contemporaneo caratterizzato dal progresso tecnologico, da speculazioni affaristiche, attentati terroristici, divario tra Primo e Terzo Mondo fino a discorsi inerenti la religione. Planetes sfrutta benissimo la cornice fantascientifica, realizzando quindi un intrigante e a tratti poetico viaggio sull'ambizione, sulle paure e sulla crescita umana fornendoci poi, come già evidenziato, svariati spunti di riflessione sulla realtà contemporanea. Taniguchi con quest'opera realizza, molto probabilmente, uno dei più riusciti ed artistici esempi di fantascienza tecnologica dell'intera storia animata.

La shonen-mecha mania: da s-CRY-ed a Gun X Sword

Siamo giunti a metà dei primi anni duemila ed il nostro Taniguchi è ormai un uomo di punta dello star system animato giapponese. Un professionista instancabile, con un amore viscerale verso il genere mecha. Vi citiamo a tal proposito il mini-cult s-CRY-ed sempre diretto per Sunrise. Qui il regista ha dimostrato di sapersi destreggiare, e bene, con il classico battle-shonen in salsa mecha.

La serie è un guilty pleasure che, a parte travolgere alcuni cliché di carattere sentimentale, prosegue in maniera molto lineare e disinteressata posizionandosi su binari esclusivamente action. Il regista pertanto omette l'analisi verso una certa profondità psicologica, ammirata in altri lavori, a favore di mirabolanti combattimenti supersonici con particelle che si trasformano in armi mastodontiche fino ad entità che si materializzano dal nulla nello stile degli Stand di Jo Jo (leggete qui quali sono i 3 Stand più forti di Jojo).

Taniguchi prova da sempre ad esplorare nuove forme di racconto e messa in scena, modus operandi che riesce a portare nuovamente a compimento nel 2005 con Gun X Sword. Anime, questa volta non prodotto dallo Studio Sunrise, con cui il regista collaborò poco dopo, ma da studio AIC (2005). La serie è ambientata nell'inospitale pianeta Endless Illusion, una sorta di prigione a cielo aperto. Il pianeta, o meglio l'anime, si distingue subito per la presenza massiccia di una tecnologia si evoluta ma con uno sviluppo altamente asimmetrico al punto da rievocare il selvaggio west americano. Come se non bastasse, di tanto in tanto compaiono pirotecnici ed esuberanti mecha. Detto questo, la serie segue le vicissitudini di Van e del suo percorso di vendetta.

Gun X Sword è una pietra miliare del genere action, la regia pirotecnica è vicina alla dinamicità di Shoji Kawamori, fino ad uno certo gusto tipico dei ragazzi della Gainax. Azione ponderante, studiata nel dettaglio, laddove si distinguono segmenti virtuosi e adrenalinici con il campo di battaglia pronto ad essere disintegrato. Momenti folli intervallati da raffinati inserti drammatici, al punto da raggiungere spesso le vette del lirismo.

Ad ogni modo la serie è altresì caratterizzata da una fortissima componente comico-demenziale, oltre ad un numero spropositato di rimandi e omaggi: Taniguchi, senza nasconderlo, dimostra una certa affezione verso il super robot classico nagaiano, passando poi per autori e opere a lui contemporanei: Cowboy Bebop e Trigun su tutti.

Taniguchi l'infermabile

Arriviamo al 6 ottobre del 2006, data di uscita dell'ennesima serie cult firmata dal sensei: Code Geass, nuovamente prodotta da Sunrise. L'opera propone un mondo ucronico-fantascientifico, dove non mancano i mecha, dominato dalla Britannia, una sorta di perpetuazione dell'impero britannico ottocentesco.

Impero che tra l'altro ha sottomesso il Giappone, ora semplicemente chiamato Area 11. La serie segue le avventure belliche del giovane Lelouch, figlio minore dell'imperatore britannico, intento a riconquistare la posizione che merita.

Taniguchi torna su lidi action visti in precedenze, riproponendo tra l'altro iconici e folli intermezzi demenziali; un'azione molto marcata, ma focalizzata su archi narrativi sicuramente più complessi e vicini alle sue opere di inizio carriera. Il regista in più occasioni presenta tenebrose riflessioni sul concetto di giustizia o machiavellici piani militari che prevedono ampi spargimenti di sangue, fino agli immancabili intermezzi psicologici.
Code Geass - Lelouch of the Rebellion, seguita a ruota da una seconda stagione, conta poi su un budget altisonante; soldi spesi per ingaggiare il celeberrimo gruppo delle Clamp, autrici del character design. Spicca poi il mecha designer e animatore capo Eiji Nakada, infine determinante anche il lavoro del produttore Yoshitaka Kawaguchi, che aveva proposto il progetto a Taniguchi già nel lontano 2003.

Lucca Comics & Games 2022

Dal 2006 ad oggi, Taniguchi ha continuato a dirigere e sfornare serie di successo (ID-0 o Back Arrow ) oltre ad aver ricoperto praticamente tutti i ruoli della filiera: creative producer (Linebarrels of Iron), production assistance (Dogs: Stray Dogs Howling in the Dark), chief director (Active Raid), creative supervision (Estab Life: Great Escape), fino a singoli storyboards (Space Dandy, ep. 7 e 14).

Senza ombra di dubbio, siamo di fronte ad un maestro assoluto dell'animazione commerciale e non solo; autore in grado di catturare una platea internazionale con storie avvincenti, dinamiche, entusiasmanti e spesso distinte da una lettura critico-sociale della nostra società; lettura avviata mediante l'utilizzo della fantascienza robotica. Concludiamo questo approfondimento sottolineando la presenza del maestro Taniguchi al Lucca Comics & Games 2022. Il noto cineasta è stato presente sabato 29 ottobre in occasione del più grande evento a tema ONE PIECE mai apparso in Italia; evento sponsorizzato da Toei Animation Europe e Anime Factory. La presenza del regista non è ovviamente casuale e questo perché Taniguchi ha firmato la regia dell'ultimo lungometraggio incentrato sulla celeberrima ciurma di Rufy e company: ONE PIECE FILM RED.