Spider-Man e la morte di Gwen Stacy: la fine dell'innocenza per la Marvel

Era il 1973 e la Marvel Comics stravolse tutto: era la svolta, era il dolore, era il trauma. Era "la notte in cui morì Gwen Stacy".

Spider-Man e la morte di Gwen Stacy: la fine dell'innocenza per la Marvel
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Nella prefazione al volume "La morte degli Stacy" della Spider-Man Collection si legge un commento che, negli anni Settanta, lo sceneggiatore Genry Conway rilasciò in seguito alla decisione di Stan Lee di uccidere Gwen Stacy: la morte dell'innocenza nei fumetti Marvel. Ed è così: la dipartita della prima fidanzata di Peter Parker è uno dei primi avvenimenti drammatici dell'universo Marvel e, a distanza di tanti anni, uno dei più dolorosi. Il completamento di un percorso iniziato pochi anni prima, con la scomparsa di suo padre, l'inizio di un cammino che avrebbe portato l'Uomo Ragno alla definitiva maturazione psicologica, a un nuovo e tremendo dolore che non avvertiva dai tempi della morte di zio Ben, al rafforzamento del legame con Mary Jane, destinata a diventare il suo più grande amore. Gli eventi che portarono a quella tragica caduta dal ponte di Brooklyn, spinta dal malvagio Goblin, sono adesso disponibili in un volume cartonato a cura di Panini Comics. Ripercorriamo insieme le due storie che hanno segnato la Silver Age dell'arrampicamuri.

L'addio del capitano Stacy

Tutto inizia da una mente e da quattro braccia metalliche: il ritorno sulle scene del Dottor Octopus scombussola l'Uomo Ragno, che in quella fase della sua attività non se la vede proprio benissimo. New York è ancora divisa tra chi crede nell'eroe e chi, fomentato dalla propaganda di J. Jonah Jameson non lo reputa migliore dei molti criminali che Spidey stesso ha contribuito a catturare.

Come se non bastasse, Peter è in preda a una brutta influenza: dettaglio non da poco, visto che fu proprio questo fattore umano a caratterizzare il leggendario personaggio creato da Stan Lee. E non solo: lo stato febbrile di Peter, nelle ore in cui è costretto ad affrontare Octavius, costerà caro al nostro eroe. Un attacco di Octopus, una schivata da manuale, macerie che cadono; e il povero capitano Stacy muore, il padre di Gwen, amorevole genitore tanto gentile con il buon Parker, travolto dal cemento, sacrificatosi al posto di un bambino.

Un evento che avrà ripercussioni violente: su Spider-Man, esposto all'opinione pubblica come una minaccia che ha causato la morte dell'amato capitano di polizia; su Gwen, che sviluppa un profondo odio nei confronti di Spidey ignorando che dietro la maschera del tessiragnatele si nasconde il suo amato Peter; e su Parker, ovviamente, che non ha protetto un mentore, che non ha salvato il padre del suo grande amore.

La notte in cui morì Gwen Stacy

L'alba di una nuova era giunse anni dopo. La prima parte del volume "La morte degli Stacy" include di numeri dall'88 al 92 di Amazing Spider-Man, pubblicati nel 1963. In quegli albi, oltre alla morte del capitano Stacy, gli autori affrontarono le conseguenze della scomparsa di una figura di spicco delle forze di polizia e della politica newyorkesi. La seconda parte, invece, propone gli storici numeri 121 e 122 del '73, che furono serializzati nello stesso anno: il ritorno di Norman Osborn, che riacquista la memoria sull'identità di Spider-Man, il nuovo avvento di Goblin, il rapimento di Gwen Stacy, la caduta, la ragnatela, il collo che si spezza, il confronto finale, la morte di un nemico storico.

In poche pagine la Marvel Comics scrisse un pezzo fondamentale di storia del fumetto: mai prima di allora un supereroe aveva affrontato un lutto simile e una furia così cieca. Le tavole, supervisionate da Stan Lee, scritte da Genry Conway e disegnate da John Romita, sono diventate un sacro materiale di adattamento per varie trasposizioni cinematografiche: la caduta di Gwen dal ponte, traslata nel capitombolo di Mary Jane nel primo film di Raimi, la fine di Goblin per mano del suo stesso aliante nella stessa pellicola, la triste dipartita della Gwen Stacy di Emma Ston in Amazing Spider-Man 2.

Un evento così traumatico da ricevere reiterazioni, omaggi, cover speciali e storie dedicate: il dolore e la colpa di Peter furono oggetto di un racconto bellissimo intitolato Spider-Man Blu: una toccante lettera a cuore aperto di Peter alla sua Gwen, celebrazione di una storia capace di resistere all'incedere del tempo. Una lettura attuale ancora oggi, quarant'anni dopo: perché, prima ancora di farci sognare, l'Uomo Ragno ha sempre saputo farci piangere.