Da Stone Ocean a Odd Taxi: i migliori anime del 2021

Anche nel 2021 l'animazione giapponese ci ha regalato molte serie meritevoli. Ecco quali sono, a nostro parere, i dieci anime più belli del 2021.

Da Stone Ocean a Odd Taxi: i migliori anime del 2021
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Dopo un 2020 molto complicato a causa dell'insorgere della situazione pandemica, ma assolutamente non avaro di produzioni meritevoli (ecco i nostri migliori anime del 2020), nel 2021 che sta per volgere al termine l'industria dell'animazione giapponese ha potuto stabilizzarsi e riprendere fiato, regalando agli appassionati tante belle cose. Come di consueto, vi presentiamo in questo articolo i nostri 10 migliori anime del 2021, un anno davvero memorabile sia per la quantità che per la qualità delle serie trasmesse in ogni stagione, come al solito senza alcuna classifica e tenendo conto anche dei titoli non licenziati ufficialmente nel nostro paese.

Prima di proseguire, vi comunichiamo che abbiamo deciso di non includere in questa lista la seconda stagione di Demon Slayer in quanto i primi episodi rappresentano una mera riproposizione sul piccolo schermo dei contenuti del film Il Treno Mugen, laddove il nuovo arco narrativo è iniziato solamente da poche settimane. Non dimenticate di farci sapere i vostri anime preferiti del 2021 nei commenti!

L'Attacco dei Giganti: Stagione Finale

Saremo banali e prevedibili, ma non possiamo non iniziare con un'opera che non ha certo bisogno di presentazioni. L'ultima stagione de L'Attacco dei Giganti, o meglio la sua prima parte, era molto attesa non solo per l'indubbia popolarità del franchise nato dalla penna del mangaka Hajime Isayama, ma anche perché segnava il passaggio di testimone da WIT Studio all'indaffaratissimo Mappa, ed erano in molti a chiedersi se il nuovo studio sarebbe stato capace di mantenere gli elevati standard qualitativi settati dal suo predecessore. Fortunatamente, le aspettative non sono state deluse.

La stagione finale prende il via dal time skip che segue la sconcertante rivelazione a cui hanno assistito i protagonisti nella cantina della casa di Eren Jaeger, ovvero che ad attenderli oltre il mare vi è la nazione di Marley, potenza bellica che ha sempre assoggettato gli Eldiani per i loro scopi, costringendoli a vivere da discriminati.

I primi episodi sono ambientati proprio a Marley e presentano allo spettatore un nuovo cast di personaggi come il taciturno Falco Grice e la spavalda Gabi Braun, ma anche alcune facce note, in quello che è a tutti gli effetti l'inizio della resa dei conti.

Escludendo qualche calo grafico e la triste scelta di interrompere la narrazione sul più bello, in attesa dell'imminente seconda parte che concluderà in modo definitivo anche l'anime de L'Attacco dei Giganti, Mappa prosegue l'ottimo lavoro svolto da WIT Studio nelle passate stagioni confezionando un adattamento dagli elevati livelli produttivi, rendendo così giustizia a un manga straordinario che, proprio in questa occasione, segna il suo cambio di rotta trasformandosi in un'opera adulta e matura che riflette sulle conseguenze della guerra e della discriminazione razziale.

Mushoku Tensei

Negli ultimi anni il sottogenere degli isekai ha letteralmente saturato il mercato dell'intrattenimento giapponese, eppure gli appassionati hanno dovuto attendere parecchio tempo dopo l'esplosione della moda per veder adattato sul piccolo schermo uno dei capostipiti di questa corrente. Ci riferiamo a Mushoku Tensei, nato nel 2012 come web novel sul noto sito Shosetsuka ni Naro a opera dell'autore Rifujin na Magonote e successivamente pubblicato a partire dal 2014 come light novel, con le illustrazioni di Shirotaka, e come manga adattato da Yuka Fujikawa.

La trasposizione animata, prodotta da Studio Bind (creato appositamente per questo scopo), ha iniziato la sua trasmissione nel mese di gennaio 2021 per poi riprendere nell'ottobre dello stesso anno, per un totale di 23 episodi.

Il protagonista di Mushoku Tensei è un NEET giapponese di 34 anni (di cui non conosciamo il nome) che, sfrattato di casa, muore in un incidente stradale e si reincarna in un mondo fantasy sotto forma di bambino. Rudeus Greyrat, questo il nome della sua nuova veste, è il figlio di un potente guerriero, ma dopo aver scoperto di essere molto dotato negli incantesimi, diventa l'apprendista della giovane maga Roxy Migurdia e, successivamente, il precettore della scontrosa e irascibile Eris Boreas Greyrat.

Mushoku Tensei è, senza troppi giri di parole, uno dei pochi anime isekai davvero validi degli ultimi anni. Al netto di un utilizzo della componente sessuale che a molti potrebbe risultare indigesto (ma che è perfettamente contestualizzato), la serie svolge un lavoro davvero encomiabile nella narrazione della crescita del protagonista e della sua vita in un nuovo mondo, le cui caratteristiche vengono sviluppate in ogni minimo dettaglio. Dopo un inizio lento ma fondamentale per poter gettare le basi, l'anime esplode nella sua seconda, intensa metà. Impeccabile, infine, il comparto tecnico di Studio Bind. Anche se odiate gli isekai, sarebbe davvero un peccato lasciarsi sfuggire questa piccola perla.

Vivy: Fluorite Eye's Song

È sempre più raro trovare anime originali, cioè non tratti da opere già esistenti (manga, light novel, videogiochi), nei moderni palinsesti televisivi giapponesi. Ed è ancora più raro trovare produzioni originali di alto livello, viste le sfide conseguenti all'assenza di materiale su cui basarsi. Vivy: Fluorite Eye's Song, anime di WIT Studio scritto da Eiji Umehara (Chaos;Child) e Tappei Nagatsuki (Re:Zero - Starting Life in Another World), appartiene fortunatamente a questa categoria.

Trasmesso durante la scorsa primavera e lungo 13 episodi, Vivy è ambientato in un'epoca dove l'avanzamento tecnologico ha permesso la realizzazione di androidi dotati di intelligenza artificiale (comunemente chiamati IA) con l'obiettivo di adempiere a una specifica missione.

Vivy, la protagonista della serie, è una IA programmata per portare la felicità attraverso le sue canzoni che si esibisce nel parco di divertimenti NiaLand. Un giorno si presenta nella sua memoria l'IA Matsumoto, proveniente da 100 anni nel futuro, per convincerla a partecipare al Progetto Singolarità, un piano per prevenire la futura ribellione delle IA attraverso l'alterazione di alcuni eventi chiave della storia del mondo.

Pur non brillando certamente per l'originalità della sua premessa (Terminator e Nier Automata sono le prime cose che vengono in mente), Vivy si conferma uno dei migliori anime d'azione dell'anno, grazie alla splendida cornice visiva di WIT Studio e all'ottima colonna sonora del compositore Satoru Kosaki. La storia risulta appassionante e coinvolgente per la sua intera durata - al netto del finale un po' prevedibile - ma a dominare è senza dubbio la coppia di protagonisti, la tenace e combattiva Vivy e il suo (fin troppo) loquace assistente Matsumoto. Se amate la musica e la fantascienza non potete lasciarvelo sfuggire.

SSSS.Dynazenon

SSSS.Dynazenon è un'altra serie di altissimo livello trasmessa durante la scorsa primavera, una delle stagioni anime più memorabili degli ultimi anni. A maggior ragione se stiamo parlando dell'attesissimo seguito del sottovalutato SSSS.Gridman (recuperate il nostro speciale sugli anime più sottovalutati di sempre), vera e propria perla nascosta dello studio Trigger nata dalla collaborazione con la storica azienda Tsuburaya Productions e basata sulla serie tokusatsu Gridman the Hyper Agent (1993-94). Non era affatto scontato che il regista Akira Amemiya e lo staff di Trigger potessero replicare il successo del predecessore, eppure ci sono riusciti.

SSSS.Dynazenon è ambientato nello stesso universo del franchise ma racconta una nuova storia con nuovi protagonisti. Yomogi Asanaka è un normale studente liceale che un giorno incontra il misterioso e stravagante Gauma, che si definisce un utilizzatore di Kaiju.

Quando proprio uno di questi mostri giganti attacca la città, Gauma evoca il robot Dynazenon per combatterli, e Yomogi, la sua compagna di classe Yume Minami e il NEET Koyomi Yamanaka finiscono per diventare i suoi copiloti. Insieme, dovranno porre fine alla minaccia rappresentata dai Kaiju e da coloro che li controllano.

SSSS.Dynazenon, esattamente come Gridman, non è solo uno straordinario omaggio al genere tokusatsu e al fascino dei robottoni giapponesi, ma riesce ancora una volta a raccontare una bellissima storia di crescita e di introspezione accompagnata dagli spettacolari combattimenti tra robot e kaiju, e condita dalla stessa atmosfera che aveva reso Gridman, all'epoca, una graditissima sorpresa per l'intero pubblico di appassionati. Che abbiate visto il predecessore o meno, che siate esperti di tokusatsu oppure completi neofiti, SSSS.Dynazenon è semplicemente un must watch.

Miss Kobayashi Dragon's Maid S

Correva il 18 luglio 2019 quando l'edificio principale dello studio Kyoto Animation, uno dei più prolifici e influenti della moderna animazione giapponese, diventava il teatro di una delle più terribili stragi della storia recente del Sol Levante, un incendio di natura dolosa in cui persero la vita ben 36 persone (tra cui il regista Yasuhiro Takemoto).

Due anni più tardi, Kyoto Animation ritorna sul piccolo schermo con Miss Kobayashi's Dragon Maid S, sequel dell'apprezzato anime del 2017 tratto dall'omonimo manga di Coolkyousinnjya in arrivo il prossimo gennaio anche in Italia grazie a J-Pop.

Lunga 12 episodi, la seconda stagione di Miss Kobayashi's Dragon Maid riprende esattamente dove era terminata la prima. Ritroviamo così la mitica cameriera drago Tohru, la signorina Kobayashi, la piccola e dolce Kanna e tutti gli altri personaggi che avevamo imparato a conoscere durante le puntate precedenti alle prese con le loro (dis)avventure quotidiane, ma ovviamente non mancano le new entry.

Pur mantenendo la medesima struttura e un pregevole equilibrio tra commedia e dramma, questa seconda parte si concentra maggiormente sul resto del cast approfondendo così la sua caratterizzazione e il rapporto tra umani e draghi. Il più grande merito dell'opera, tuttavia, è il suo impeccabile comparto grafico, che dimostra ancora una volta la grandissima cura che Kyoto Animation ripone in ogni sua produzione, anche dopo aver attraversato un periodo così complicato. Una sequenza di combattimento, in particolare, rappresenta a mani basse uno degli apici di questa annata e vale da sola la visione dell'intera serie (che, vi ricordiamo, trovate su Crunchyroll sottotitolata in italiano).

Komi Can't Communicate

Se siete alla ricerca di un anime ad ambientazione scolastica, orientato prevalentemente sulla commedia ma anche molto delicato e riflessivo, allora non potete non prendere in considerazione Komi Can't Communicate, adattamento in 12 episodi dell'omonimo manga di successo scritto e disegnato da Tomohito Oda, tuttora in corso dal 2016 e pubblicato nel nostro paese da J-Pop.

La serie, prodotta dallo studio OLM e diretta da Ayumu Watanabe (After the Rain, I Figli del Mare), ha iniziato la sua trasmissione lo scorso ottobre ed è disponibile in streaming su Netflix, che sta rilasciando gli episodi a cadenza settimanale. Una seconda stagione, già annunciata, è prevista per la primavera del prossimo anno.

Liceo privato Itan High. Komi Shouko, la protagonista, è una ragazza molto bella e attraente che tuttavia soffre di un grave disturbo della comunicazione che le impedisce di parlare faccia a faccia con gli altri e, di conseguenza, farsi degli amici. Durante il primo giorno di scuola, Komi incontra Tadano Hitohito, un suo compagno di classe che per primo comprende le difficoltà della ragazza e si offre di aiutarla a raggiungere il suo obiettivo: stringere amicizia con cento persone.

Le premesse della storia ricordano senza dubbio quelle del ben più conosciuto La Forma della Voce, ma a differenza di quest'ultimo Komi Can't Communicate è in tutto e per tutto una commedia che vi farà morire dal ridere grazie ai numerosi equivoci che scaturiscono dalla condizione di Komi, ma che al tempo stesso riesce a far riflettere su un problema spesso incompreso e sottovalutato. Una delle serie più divertenti dell'anno, trasposta egregiamente dalla carta allo schermo dalle mani sapienti dello staff di OLM.

Heike Monogatari

I fan di Kyoto Animation conoscono sicuramente Naoko Yamada, regista che ha diretto alcuni dei lavori simbolo dello studio come K-On!, La Forma della Voce e il bellissimo Liz and the Blue Bird. In molti sono rimasti sorpresi all'annuncio che il suo ultimo progetto, un anime originale ispirato al famoso romanzo epico giapponese Heike Monogatari, sarebbe stato realizzato presso Science SARU (Devilman Crybaby, Ping Pong the Animation) ricostruendo parte dello staff che aveva già lavorato proprio a La Forma della Voce. Oltre alla Yamada, infatti, ritroviamo la sceneggiatrice Reiko Yoshida e il compositore Kensuke Ushio.

Trasmesso durante il periodo autunnale per una durata complessiva di 11 episodi, e sfortunatamente ancora inedito nel nostro paese, Heike Monogatari è ambientato durante l'epoca Heian (794-1185 d.C.) e segue la storia del clan Taira, famiglia che ha esercitato un potere considerevole in quel periodo, dalla sua ascesa al suo declino. Gli eventi sono narrati seguendo il punto di vista di Biwa, una ragazzina affetta da eterocromia (occhi di colore diverso) e con doti divinatorie che viene presa sotto l'ala protettiva di Shigemori, un membro molto influente dei Taira.

Heike Monogatari non è esattamente una serie di facile approccio: è piena di personaggi dall'aspetto simile e dai nomi improbabili, non prende per mano lo spettatore dando per scontata la conoscenza (anche superficiale) di buona parte del suo affascinante contesto, e si caratterizza per una narrazione in costante bilico tra verbosità ed ellissi.

Chi tuttavia ha la pazienza di seguire con attenzione lo svolgimento della storia lasciandosi trasportare dalle sensazioni più che dall'intreccio effettivo verrà ripagato con una delle esperienze più emozionanti e peculiari dell'anno, tradotta in immagini dal meraviglioso comparto artistico e tecnico dello studio Science SARU. Se cercate un anime capace di restituirvi la stessa magia delle pellicole ghibliane, allora Heike Monogatari è quello che fa per voi.

Le Bizzarre Avventure di JoJo: Stone Ocean

Pur essendo disponibile su Netflix solo a partire dallo scorso 1° dicembre, e ancora senza conferme in merito al rilascio dei restanti episodi, abbiamo comunque deciso di non escludere Le Bizzarre Avventure di JoJo: Stone Ocean da questa selezione in quanto le 12 puntate attualmente disponibili - equivalenti a un singolo cour - sono sufficienti per esprimere un giudizio sul nuovo lavoro dello studio David Production.

Come avete già potuto constatare dalla nostra anteprima di JoJo Stone Ocean, anche stavolta ci troviamo di fronte a un adattamento impeccabile della sesta parte della saga ideata da Hirohiko Araki. Stone Ocean è ambientato in Florida dieci anni dopo gli eventi di Vento Aureo e vede per la prima volta nella serie un personaggio femminile come protagonista.

Trattasi di Jolyne Kujo (Cujoh, nell'adattamento italiano), la figlia diciannovenne del mitico Jotaro Kujo che, seppur innocente, finisce in prigione a causa di un incidente stradale in cui si è trovata coinvolta assieme al suo fidanzato. Dopo aver acquisito il suo potere Stand, Stone Free, la sfortunata Jolyne dovrà imparare a sopravvivere alle insidie quotidiane della sua nuova casa, il penitenziario Green Dolphin Street, un vero e proprio covo di possessori di Stand.

Stone Ocean è considerata da molti appassionati come la pecora nera della saga di JoJo, a causa di alcuni problemi come i disegni sempre più confusionari di un Araki che di lì a poco si sarebbe liberato dai soffocanti vincoli della serializzazione settimanale su Weekly Shonen Jump. Proprio come accaduto con Vento Aureo, il lavoro di David Production migliora il contenuto originale permettendogli di risplendere sul piccolo schermo, grazie a una trasposizione fedele ai limiti del maniacale (se si esclude qualche piccolissima differenza) e a un comparto visivo bizzarro e visionario proprio come l'opera da cui trae origine. Speriamo di non dover attendere troppo per gli episodi successivi!

Osama Ranking

Graditissima sorpresa della stagione autunnale, Osama Ranking è un anime di WIT Studio basato sull'omonimo manga di Sosuke Toka, in corso dal 2017 con 12 volumi all'attivo. Annunciato di recente in streaming su Crunchyroll anche nel nostro paese, sono previsti 23 episodi in totale. Si tratta di una serie dalla premessa molto originale per il suo genere: un fantasy di stampo classico (tranquilli, niente isekai) dove il protagonista è un portatore di handicap.

Il principe Bojji è l'erede al trono del suo regno, ma sfortunatamente è nato sordo e non possiede alcun talento per il combattimento (non riesce a brandire nemmeno una spada giocattolo). Per questo motivo viene considerato un buono a nulla del tutto inadatto a ricoprire il suo futuro ruolo.

Un giorno, tuttavia, Bojji incontra Kage, l'ultimo esponente ancora in vita di un famoso clan di assassini, con il quale stringe un'inaspettata amicizia. Questo evento è destinato a sconvolgere per sempre la vita del giovane principe, che si ritroverà presto a vivere una grande avventura.

Prendete un anime fantasy vecchio stile come Dragon Quest o Lodoss, aggiungete un tocco di sensibilità moderna sulla scia di titoli come La Forma della Voce o il già menzionato Komi, ed ecco che avrete Osama Ranking. Una serie davvero deliziosa che vi catturerà grazie al suo comparto grafico impeccabile e squisitamente retrò (che conferma lo stato di grazia di WIT Studio), alla sua storia ricca di sentimenti e colpi di scena, ma soprattutto grazie all'ottimo cast dove spiccano i due protagonisti, che formano una delle coppie più indimenticabili di questa annata. Ci sarà da vedere se i restanti episodi riusciranno a mantenere lo stesso livello dell'eccezionale prima metà, ma siamo molto fiduciosi a riguardo.

Odd Taxi

Fino a questo momento vi abbiamo presentato i titoli selezionati senza alcuna classifica, ma giunti al termine dell'articolo abbiamo deciso di rivelarvi quello che secondo noi è il miglior anime in assoluto del 2021. Stiamo parlando di Odd Taxi, una serie per la quale non esitiamo assolutamente a utilizzare l'abusato termine "capolavoro", un vero e proprio underdog che ha sconvolto pubblico e critica la scorsa primavera.

A maggior ragione se consideriamo che si tratta di un'opera originale, realizzata da due studi non certo quotatissimi (OLM e P.I.C.S.), e che i suoi ideatori, il regista Baku Kinoshita e lo sceneggiatore Kazuya Konomoto, sono praticamente dei debuttanti nel settore.

Odd Taxi è ambientato in una versione alternativa della moderna società popolata da animali antropomorfi e vede come protagonista Hiroshi Odokawa, un tricheco tassista dal carattere mite e solitario, ma sveglio e dalla lingua graffiante, che si ritrova invischiato suo malgrado in un intrigo mafioso che coinvolge una ragazza liceale scomparsa e che rischia di mettere in pericolo la sua incolumità e quella di molte persone a lui vicine.

A un primo sguardo, è facile scambiare Odd Taxi per l'ennesimo clone di opere dal contesto simile come Zootropolis oppure Beastars. In realtà, la serie di Kazuya Konomoto è probabilmente quanto di più vicino a una pellicola di Quentin Tarantino l'animazione giapponese abbia avuto in questi ultimi anni.

Un vero e proprio mystery-thriller da manuale con un intreccio sensazionale, che parte lentamente per poi esplodere nelle battute finali, personaggi memorabili, dialoghi acuti e taglienti, e capace di riflettere in modo per nulla banale su molti vizi della società giapponese (e del mondo moderno in generale), come l'influenza dei social network e la ricerca del successo. Disponibile in streaming su Crunchyroll, che amiate gli anime o che siate semplicemente alla ricerca di una grande storia, Odd Taxi è un capolavoro che non potete lasciarvi sfuggire.