The First Slam Dunk: una grafica per chi ama davvero il basket

Un tuffo nel comparto tecnico e artistico di The First Slam Dunk, un film frutto della profonda paternità di Takehiko Inoue.

The First Slam Dunk: una grafica per chi ama davvero il basket
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"The First" Slam Dunk è proprio il titolo appropriato per la nuova pellicola d'animazione ispirata al manga cult sportivo più famoso di sempre. Perché non soltanto segna il ritorno della banda di combinaguai dello Shohoku, ma soprattutto sancisce il debutto di Takehiko Inoue alla regia di un film, che arriva in Italia da oggi fino al 17 maggio doppiato in italiano grazie ad Anime Factory, etichetta di Plaion Pictures. Il suo film, la sua creatura, l'adattamento della sua opera più influente che il sensei ha sempre voluto realizzare. E, come dicevamo nella recensione di The First Slam Dunk, anche un lungometraggio che fissa nuovi standard qualitativi per Toei Animation.

Un'operazione possibile soltanto oggi

Non è un segreto che Takehiko Inoue non sia mai stato particolarmente soddisfatto dello storico adattamento anime televisivo del suo fumetto. Quello Slan Dunk animato che, in ogni caso, è rimasto nei cuori di una community affiatatissima, che qui in Italia ha trascorso innumerevoli serate della celebre "Anime Night" sognando di insaccare canestri insieme ad Hanamichi Sakuragi e compagni.

Ma quella trasposizione, per quanto gloriosa, è da sempre rimasta controversa nella visione di Takehiko Inoue, evidentemente desideroso di mettere la propria firma anche in formato audiovisivo. Ma i tempi non erano maturi: da appassionato ed esperto di basket qual è, il sensei non è mai riuscito ad ottenere i risultati sperati per una messinscena tanto spettacolare quanto credibile. E per un risultato del genere l'unico metodo possibile non poteva che essere l'animazione digitale, tanto discussa e polemizzata tra i sostenitori della regia tradizionale. Negli ultimi anni, però, Toei Animation ha fatto passi da gigante nell'impiego di una tecnica tanto delicata quanto controversa come come la 3DCG. Dai primi esperimenti con Dragon Ball Super Broly (la nostra recensione di Dragon Ball Super Broly ha un'aura potentissima) fino alla consacrazione raggiunta con Super Hero (e non perdetevi nemmeno la nostra recensione di Dragon Ball Super: Super Hero), per un'azienda che ha deciso di puntare sull'animazione ibrida che unisce la computer grafica con uno stile di disegno classico. E se già con Super Hero (ma non solo) Toei ha coinvolto attivamente l'autore originario nella realizzazione dei character design - d'altronde i vari Gamma 1, Gamma 2, Cell Max, ma pure Beerus, Whis e via dicendo sono una creazione assoluta di Akira Toriyama - stavolta si va oltre, perché Inoue-sensei è ideatore, scrittore e regista di The First Slam Dunk.

La paternità di Slam Dunk

Una paternità che è importante sottolineare, perché ogni singolo elemento della pellicola è frutto delle scelte autoriali del suo creatore. A partire dal soggetto, che a gran sorpresa sposta il punto di vista principale da Hanamichi Sakuragi - protagonista indiscusso del manga - a Ryota Miyagi, l'unico tra i personaggi primari che nel fumetto non aveva ricevuto un background chissà quanto solido. È un Inoue chiaramente più maturo e sensibile quello di oggi rispetto al sensei degli anni Novanta, e le sue incursioni nel mercato seinen con opere come Vagabond e Real lo dimostrano. Ecco perché in The First Slam Dunk, sebbene rimanga quell'umorismo di fondo legato al carattere burrascoso di Sakuragi e soci, il tragico passato di Ryota dona all'opera un più marcato senso di drammaturgia e malinconia.

Una scelta estremamente particolare, che in ogni caso è frutto della volontà indiscussa dell'unico e solo padre di Slam Dunk e di nessun altro, e che per questo va abbracciata e capita: quella di raccontare un terribile dramma interiore, l'elaborazione del lutto e della perdita. E se con i vari Akagi, Rukawa, Mitsui e Sakuragi non era possibile, poiché ne avevamo già conosciuto i retroscena e Inoue sarebbe stato costretto a modificarli in qualche modo, con Ryota il sensei aveva quasi totalmente carta bianca.

Una tecnica spettacolare

E quindi arriviamo al discorso sulla messinscena, che ancor più di DB Super: Super Hero punta sull'ibridazione tra disegno artigianale e CGI. C'è anzitutto il character design, che si discosta un po' dallo stile del manga per abbracciare quello dell'Inoue più moderno, più vicino a Real e alle copertine dell'edizione Shinsoban di Slam Dunk (edite in Italia da Planet Manga nella collezione da 20 volumi, suddivisa non più nel formato tankobon ma in archi narrativi).

Una direzione artistica che esplode soprattutto nelle scene di vita quotidiana e nei flashback dedicati al passato di ciascun protagonista, nelle quali l'animazione è quasi del tutto tradizionale, così da apprezzare appieno il tratto moderno del maestro. Una soluzione, peraltro, a cui Toei Animation era già ampiamente abituata: l'ha fatto sempre con Dragon Ball, ma anche con il remake in computer grafica di Saint Seiya. Ma è nelle scene sul parquet che la regia di Inoue si manifesta in tutto il suo splendore: la 3DCG in questi frangenti dà vita a veri e propri segmenti action in cui la fluidità dell'animazione raggiunge un realismo mai visto in un anime. Le movenze in corsa, ma soprattutto i palleggi e i movimenti di polso durante i tiri, propongono una verosimiglianza che in certi momenti toglie addirittura il fiato. Non a caso, peraltro, a collaborare con il director del film è stato Dandelion Animation, uno studio che ha lavorato ad altri grandi successi contemporanei come Lupin III - The First (eccovi la nostra recensione di Lupin III The First) e lo stesso Super Hero, ma anche all'adattamento televisivo di Haikyuu, rinomato a sua volta per l'ottimo comparto tecnico e per la regia dei match di pallavolo. Insomma, un team di creativi che non soltanto ha dimostrato di saper gestire egregiamente la 3DCG, ma anche di fissare nuovi standard nel panorama degli spokon. Un vero e proprio "Dream Team", come quello della scalmanata truppa di combinaguai del liceo Shohoku.