Trese: Il fumetto horror che ha ispirato la serie Netflix

Trese, il fumetto thriller horror di Kajo Baldisimo e Budjette Tan, ha esordito in Italia con un volume inedito ricco di elementi interessanti.

Trese: Il fumetto horror che ha ispirato la serie Netflix
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"Ehi Budj! Facciamo un fumetto! Un fumetto mensile" scriveva nell'ormai lontano giugno del 2005 Kajo Baldisimo all'amico e sceneggiatore Budjette Tan. Nasceva così, con una proposta dai toni scherzosi, Trese, il fumetto thriller filippino che ha ispirato l'omonima serie Netflix prodotta da studio BASE. Siamo ormai abituati da tempo immemore ad interfacciarci con le produzioni artistiche internazionali. E se il successo in Italia di opere distanti culturalmente non stupisce più come un tempo, pensiamo ad esempio a mercati ormai consolidati come quello dei manga giapponesi o, di più recente affermazione, come quello dei manhua cinesi e dei manhwa coreani, vi sono allo stesso tempo realtà meno note che ancora devono trovare il proprio spazio.

Non si tratta, dunque, di un'operazione scontata portare in Italia un fumetto come Trese, opera che, per quanto abbia ricevuto una discreta attenzione anche grazie alla serie Netflix, necessita inevitabilmente di un pubblico predisposto al nuovo, allo spaesamento, alla scoperta di un folklore totalmente estraneo dal proprio. L'opera è edita da Star Comics che al momento ha rilasciato solamente il primo volume, ma già per il 26 gennaio è prevista l'uscita del secondo.

Il lato oscuro di Manila

Alexandra Trese, una giovane detective specializzata nel sovrannaturale, affianca la polizia di Manila nelle indagini più inspiegabili. Se la capitale delle Flippine a prima vista può sembrare una metropoli come tante, un po' sulla falsariga de La città delle bestie incantatrici di Yoshiaki Kawajiri (leggete la nostra recensione de La Città Delle Bestie Incantatrici), in realtà vi si nasconde un folto substrato abitato dal paranormale.

Soltanto poche persone ne sono a conoscenza, come il detective Guerrero della polizia, ma non è raro che qualche malcapitato rimanga vittima di uno spietato Aswang o venga assalito da un branco di Segben. Trese affonda le sue radici nel folklore filippino, attingendo a un bacino di miti e leggende tradizionali reinterpretate in chiave moderna e contaminate dalla cultura pop americana, da fumetti come Batman, Sandman o Hellboy - influenze dichiarate dallo stesso sceneggiatore nella postfazione del volume. Si tratta di un racconto sostanzialmente conteso tra il noir e l'horror, narrato attraverso brevi storie autoconclusive che vedono la giovane detective alle prese con spiriti vendicativi, creature infernali, uomini vampiro, equini antropomorfi. Il primo volume, Omicidio In Balete Drive, affronta quattro casi distinti che, pur nella loro brevità, consentono al lettore di immergersi nell'immaginario suggestivo e coinvolgente, figlio del sodalizio affiatato tra Baldisimo e Tan.

Andando avanti con la lettura ci si rende presto conto di come al di là del velo si nasconda un mondo decisamente più complesso e articolato di quanto non potesse sembrare, in cui già si intravedono i primi segnali strutturali - ad esempio l'organizzazione in tribù, come nel caso dei Tikbalang che appaiono nel secondo capitolo.

La città stessa, nella sua duplicità di fiorente metropoli con pesanti sacche di povertà, è viva, pulsante, nasconde e rivela il suo lato oscuro quasi come avesse una volontà propria. Significativamente il narratore apre il primo capitolo con un taglio poetico: "Il vento della notte geme come un animale ferito. È la strada stessa, forse, a intonare un canto funebre di fronte alla morte"

Il diario di Alexander Trese

Alexandra Trese non è solo in grado di comunicare con le figure soprannaturali che popolano il lato oscuro di Manila, ma possiede un ricco bagaglio di conoscenze tramandatole dal padre e dal nonno che prima di lei si occupavano di mantenere stabili i delicati equilibri della città.

Conoscenze a cui anche il lettore può accedere attraverso un escamotage editoriale intelligente che prevede l'aggiunta di alcuni inserti, narrativamente contestualizzati, come ‘Diaro di Alexander Trese': alla fine di ogni capitolo vengono descritte, in maniera analoga a un bestiario medievale, le caratteristiche di ogni creatura apparsa nel racconto. In questa maniera riesce ad avvicinare anche i ‘profani', mitigando piacevolmente la distanza culturale, cosa invece che non riusciva a fare la controparte animata, come abbiamo rilevato nella nostra recensione di Trese Detective delle tenebre . Per quanto sia ovviamente prematuro trarre giudizi definitivi dalla lettura di un solo volume, soprattutto per quanto riguarda i futuri equilibri tra trama verticale e orizzontale, riteniamo che la componente investigativa al momento mostri il fianco ad alcune criticità strutturali. Se a sorreggere le storie vi è un immaginario convincente, che presenta numerosi elementi di relativa originalità e attrattiva rispetto alle narrazioni analoghe cui siamo abituati, l'estrema brevità di ogni capitolo priva le vicende di uno svolgimento consistente.

Le indagini si risolvono in pochissime pagine e a risentirne sono proprio il pathos e la fluidità. L'interesse rimane alto grazie alle intriganti interazioni con le misteriose creature che si muovono nei meandri della città, insieme a una distribuzione delle informazioni contestuali ridotto al minimo, che amplifica la sensazione di inafferrabilità di un mondo di cui abbiamo scalfito solo la superficie.

Il bianco e nero di Kajo Baldisimo, in perfetta sinergia con le atmosfere cupe e hard boiled, colpisce per lo straordinario eclettismo con cui passa dal tratto duro di tavole dalla forte carica drammaturgica, ricche di dettagli, dominate da contrasti accentuati, in cui i tratti somatici dei volti sono caratterizzati dall'uso esasperato del tratteggio, a tavole invece più leggere, talvolta minimali, rese attraverso un utilizzo compositivamente interessante degli spazi bianchi.

Riteniamo che nell'alternanza di stili di Kajo, che ibrida consapevolmente stilemi sia orientali sia occidentali, risieda il maggior pregio di questo primo volume, che dal punto di vista narrativo, tolto l'iniziale effetto novità dell'immaginario proposto, rischia di risultare alla lunga ripetitivo - ammesso che la storia mantenga l'impostazione verticale a episodi. Da alcuni elementi introdotti, invece, è probabile che già dai prossimi capitoli le vicende prendano una piega diversa, più incentrata sui trascorsi della protagonista e dei suoi collaboratori.

Trese Trese, il fumetto di Kajo Baldisimo e Budjette Tan che ha ispirato l'omonima serie Netflix, irrompe in Italia con un immaginario di matrice filippina inedito. Il disegno tetro ed espressivo trasporta il lettore nella fiorente metropoli Manila, dove un ricco substrato folcloristico si amalgama a una classica crime story di stampo hard boiled. La narrazione di questo volume introduttivo presenta una struttura verticale che svela gradualmente elementi di natura contestuale, delineando con pochi ma efficaci dettagli le principali caratteristiche dell'intrigante ambientazione.