Ufotable è relativamente giovane, essendo nato nel 2000, ma in pochi anni è riuscito a conquistare un posto d'onore tra i migliori studi d'animaizone attualmente attivi. Una storia che è iniziata con un uomo che aveva un sogno: aprire uno studio indipendente dove chiunque potesse partecipare al processo creativo e dove tutti potessero collaborare tra di loro. Le produzioni targate Ufotable sono interamente in-house, cioè sono realizzate per lo più da team interni, senza aiuti esterni: questo rende ancora più interessante il lavoro che svolgono i ragazzi per portare sui nostri schermi titoli visivamente indimenticabili. Vediamo, dunque, qual è la storia di Ufotable, lo studio che mette sempre il cuore nei suoi anime.
Un arredamento spaziale
L'uomo dietro tutto è Hikaru Kondo, classe 1969, che ha iniziato la sua carriera negli anni ‘90, lavorando prima nell'industria videoludica e successivamente in quella dell'animazione, come assistente di produzione per la Telecom Animation Film (sussidiaria della TMS Entertainment). Con il tempo maturò il desiderio di essere indipendente e di mettersi in proprio, per realizzare il sogno di fondare uno studio d'animazione dove tutti potessero dire la propria, indipendentemente dal ruolo ricoperto.
Così, nel 2000, ha fondato un piccolo studio insieme ad alcuni amici, tra animatori, color designer, e produttori, in un piccolo appartamento, ma non aveva ancora trovato un nome. Kondo era un grande appassionato di arredamento e design e all'epoca era ossessionato da un tavolo basso e dalla forma creato da un designer scandinavo: sebbene Kondo sia riuscito ad acquistarlo solo alcuni anni dopo, quel tavolo rappresentava l'ideale di riunire i colleghi per discutere apertamente ed insieme.
La strana conformazione dell'oggetto ricordava quella di un disco volante, per questo il fondatore decise di chiamare lo studio Ufotable. Essendo nato da poco, lo studio doveva emergere e l'occasione arriva quando gli venne affidata la realizzazione della sigla animata di Utaban, un varietà musicale. Questo permise a Kondo e ai suoi soci di farsi notare e di entrare di soppiatto nel mondo dell'animazione giapponese.
La prima serie a cui Ufotable ha lavorato è stata Weiß Kreuz Glühen, nel 2002: benché segni il debutto nel mondo degli anime, non può essere considerata come prima produzione ufficiale, siccome lo staff creativo non vi ha lavorato a 360 gradi. La svolta avviene l'anno seguente, quando i ragazzi di Ufotable hanno portato alla luce l'eccentrica commedia Dokkoider, del 2003, adattamento dell'omonima light novel.
Quello che colpì il pubblico non fu tanto la serie in sé, ma come uno studio nato da poco più di tre anni e con un pugno di dipendenti (si dice circa 30) sia riuscito a gestire la produzione di tutti i 12 episodi della serie. A questo si deve aggiungere che il neonato studio era già in grado di editare video musicali, di disegnare loghi, di utilizzare la CGI e la claymation (animazioni di plastilina in stop-motion). Questo permise al team di farsi un nome, seppure piccolo.
Con Dokkoider, lo staff si amplia, grazie ai rapporti stretti con i vari animatori freelance che volevano emergere ed avevano visto un'opportunità ghiotta; una crescita interna che continua anche nel 2004 con la serie 2x2=Shinobu-den (noto come Ninja Nonsense). Tra i nomi che sono entrati a far parte del team creativo bisogna ricordare Yuichi Terao (unitosi nel 2003), che ha ricoperto sin da subito il ruolo di direttore della fotografia, ma di lui e della sua importanza parleremo più avanti.
Negli anni successivi, Ufotable ha collaborato con altri studi d'animazione, ma ciò ha permesso di ingrandire ulteriormente i reparti che aveva, così da potersi dedicare ad attività più importanti come la scrittura, il design degli sfondi, o persino la pubblicazione di manga originali: questo era solo il primo passo verso l'indipendenza che Kondo ed i suoi partner ricercavano.
Lavorare insieme ad altri staff per Futakoi Alternative ha permesso al pool creativo di sperimentare un nuovo stile di produzione: l'alternanza di più registi contemporaneamente in un solo progetto, così da dare maggiore libertà ai creatori. Vedendo i primi lavori, si nota come Ufotable non abbia realizzato un anime del tutto originale, per questo decide di mettersi in gioco nel 2006 con Coyote Ragtime Show e successivamente con Manabi Straight!. Quegli anni segnano per Ufotable una svolta, perché inizia a crescere e ad organizzarsi per diventare lo studio che conosciamo ora: un passo che lo porterà a collaborare con Aniplex.
Ufotable e i videogiochi
Futakoi Alternative non solo attirò le attenzioni del pubblico, ma anche di Atsuhiro Iwakami, producer di Aniplex, il quale è rimasto particolarmente colpito da come lo studio ha gestito la serie. Aniplex è una casa di produzione di proprietà di Sony, ed oltre a produrre e distribuire anime, pubblica anche alcuni videogiochi: tra le varie software house con cui ha stretto una partnership vi è Type-Moon, fondata dallo sceneggiatore Kinoko Nasu e dall'illustratore Takashi Takeuchi, specializzata soprattutto in visual novel, ma che ha iniziato la carriera con la light novel Kara no Kyokai (The Garden of Sinner).
Affascinato dai metodi produttivi, nel 2007 Atsuhiro Iwakami propose a Kondo di avvicinare Ufotable a Type-Moon, realizzando una trilogia cinematografica di Kara no Kyokai; ma il fondatore di Ufotable, grande appassionato di Type-Moon, rilancia l'offerta, volendo produrre ben sette film, uno per ogni capitolo di cui è composto il romanzo. Kara no Kyokai segna la nascita dello storico sodalizio tra Ufotable e Aniplex e di quello con Type-Moon.
Se fino ad allora i titoli realizzati non avevano ancora il tratto distintivo che hanno ora, in quanto erano tele bianche dove lo staff si esercitava costantemente, la vera svolta avviene proprio con Kara no Kyokai: un primo esempio di come funziona l'organizzazione di Ufotable, ovvero la perfetta armonia tra i vari dipartimenti. Questo lo si deve soprattutto al lavoro di organizzazione svolto da Yuichi Terao.
Gli anime targati Ufotable sono realizzati da tre differenti team, animazioni, digitale, e rifiniture: solo la perfetta sinergia tra di loro assicura uno stile tecnico senza precedenti. I primi due dipartimenti lavorano insieme in modo da combinare le animazioni in 2D a quelle in 3D in maniera unica. In questo ambiente, Yuichi Terao ricopre il ruolo di capo del dipartimento digitale e di direttore della fotografia: in quanto tale, utilizza quella che potremmo definire una telecamera digitale, per impostare le inquadrature e l'illuminazione; in seguito, gli animatori realizzano i disegni e i movimenti prendendo come base proprio le riprese.
In altre situazioni, invece, è la sezione digitale che adegua le inquadrature in base al lavoro svolto dagli animatori. Come direttore della fotografia Yuichi Terao nasconde le animazioni poco convincenti e mette in risalto quelle più riuscite, in modo da permettere allo spettatore di immergersi meglio nei lavori. Infine, la sezione rifiniture aggiunge i colori, le ombreggiature, i particellari, ed altri elementi scenici.
A partire da Kara no Kyokai, Terao ha perfezionato il suo stile, rendendolo sempre più fotorealistico, con inquadrature tipiche di videogiochi o di film hollywoodiani. L'adattamento di Kara no Kyokai venne ben accolto sia tra i fan della light novel, che tra gli appassionati degli anime in generale, rimasti colpiti, tra le altre cose, dalla qualità tecnica: per l'epoca lo stile della regia era qualcosa di innovativo. Ufotable non ha stretto una partnership solo con Type-Moon, ma anche con Namco e successivamente Bandai Namco: una collaborazione che ha permesso allo studio di iniziare a farsi conoscere anche a livello internazionale.
Parallelamente alla produzione di Kara no Kyokai, infatti, il team ha lavorato anche all'OVA Tales of Symphonia The Animation, adattamento in 4 episodi dell'omonimo JRPG. A seguito del successo, vennero prodotte altre tre serie sequel (l'ultima delle quali nel 2011) e nel 2010 allo studio venne affidata la realizzazione della opening e delle cutscene di God Eater. Il sodalizio con Bandai si è consolidato sempre più nel tempo, tanto che dal 2011 lo staff cura le sigle e le scene di intermezzo dei videogiochi God Eater e Tales of (in quest'ultimo caso sostituendo Production I.G), compreso il più recente Tales of Arise (recuperate qui la nostra recensione di Tales of Arise).
Tra Kara no Kyokai e Tales of Symphonia, i ragazzi di Ufotable sono riusciti a crescere stilisticamente e a farsi conoscere anche all'estero, sacrificando, però, il desiderio di ideare anime originali. Inoltre, nell'arco degli anni di produzione dei sette adattamenti della light novel e degli impegni con i videogiochi, lo staff ha prodotto altri titoli, anche se meno d'impatto, come Gyo, trasposizione dell'omonimo manga di Junji Ito.
Ufotable tra presente e futuro
Con Kara no Kyokai, Ufotable si è affacciato nel cosiddetto Nasuverse (l'universo creato da Kinoko Nasu), ma nel 2011 vi irrompe con irruenza con Fate/Zero (ecco la nostra recensione di Fate/Zero), un titolo che lo consacra come uno dei più acclamati studi attualmente in circolazione. Questa è un'opera che avvicina Kondo ed il suo staff alla saga di Fate/stay night, la visual novel più nota di Type-Moon.
Ancora una volta il pool creativo ha dimostrato di essere uno dei migliori nel settore, sfruttando e perfezionando tutte le esperienze accumulate negli anni, tanto da essere stato applaudito in maniera entusiastica sia dalla critica sia dai fan di anime e di Type-Moon. A rinforzare la convinzione dell'ottimo lavoro svolto, Fate/Zero ha vinto il premio Newtype Anime per miglior titolo dell'anno, mentre Ufotable come miglior studio.
Visto il successo ottenuto con Fate/Zero, Aniplex affida a Kondo e ai suoi l'adattamento di Fate/stay night, una visual novel caratterizzata da tre diverse route, che si sviluppano in maniera differente. A fronte di ciò, lo staff creativo era diviso: alcuni volevano trasporre l'intero videogame fin nei minimi dettagli; altri, tra cui Kondo stesso, volevano lavorare solo sul primo "percorso" (Fate), perché si focalizzava su Saber, uno dei protagonisti di Fate/Zero, così da caratterizzarlo ulteriormente.
Tuttavia, l'idea venne scartata perché la precedente trasposizione di Fate/stay night di Studio Deen ripercorreva in parte Fate. Il produttore Iwakami propose di adattare Unlimited Blade Works, la seconda route, in serie animata, piuttosto che in film, per avere continuità con Fate/Zero.
Il regista a cui venne affidato il titolo decise di costruire il protagonista Shiro Emiya in maniera dissimile da come avveniva nell'opera originale, dandogli dei tratti personali e non come veniva visto dagli altri personaggi: per questo, lavorò a stretto contatto con lo sviluppatore Nasu, che lo aiutò a caratterizzare in maniera coerente l'eroe, in modo da non deludere i suoi fan.
Ad ottobre 2014, debutta sulle emittenti televisive giapponesi Fate/stay night: Unlimited Blade Works, arrivato in Italia in simulcast su VVVVID: la serie riscontrò i favori del pubblico e della critica, rimasti ammaliati non solo per la storia, ma anche per il comparto artistico unico nel suo genere.
Dopo Unlimited Blade Works, lo studio d'animazione si è dedicato ad altre produzioni di cui si è forse parlato poco come Tales of Zestiria Cross, ed altre che non sono state ben accolte tra cui God Eater, e Katsugeki Touken Ranbu (potete leggere qui la nostra recensione di Katsugeki Touken Ranbu).
A partire dal 2017, il team riprende in mano Fate/stay night con la trilogia Heaven's Feel, che segue gli eventi dell'ultima route: il capitolo finale, Heaven's Feel III - spring song, uscito lo scorso anno, ha permesso allo studio di mettere a frutto tutte le esperienze accumulate negli anni, per un comparto tecnico impeccabile (qui la nostra recensione di Fate/stay night: Heaven's Feel III - spring song).
Dopo aver visto Heaven's Feel - spring song, risulterebbe difficile credere che un team creativo talentuoso come quello di Ufotable possa ancora migliorare, ma lo staff ha dimostrato di avere ancora tante frecce al proprio arco, prima con la serie Demon Slayer - Kimetsu no Yaiba, poi con il film Demon Slayer The Movie: Il treno Mugen (recuperate la nostra recensione di Demon Slayer The Movie: Il treno Mugen): due titoli che possono vantare un impianto visivo da far invidia alle migliori produzioni orientali ed occidentali.
Non sappiamo cosa riservi il futuro per Ufotable: se al momento è impegnato con la trasposizione del manga di Koyoharu Gotoge (ecco la nostra recensione di Demon Slayer 2x06), è d'altro canto ancora attiva la collaborazione con Bandai Namco e con Type-Moon; forse un giorno potremmo vedere la trasposizione di Fate, o di Tsukihime (prima visual novel della software house, di cui di recente è uscito il remake), o ancora Girls' Work, titolo in lavorazione da più di 10 anni. Una cosa però è certa: Ufotable continuerà a sorprenderci e a lasciarci a bocca aperta ogni volta.
Ufotable: l'incredibile storia dello studio di Demon Slayer
Da un piccolo appartamento ad uno dei nomi più influenti del settore: ripercorriamo la storia di Ufotable, lo studio dietro Demon Slayer.
Ufotable è relativamente giovane, essendo nato nel 2000, ma in pochi anni è riuscito a conquistare un posto d'onore tra i migliori studi d'animaizone attualmente attivi. Una storia che è iniziata con un uomo che aveva un sogno: aprire uno studio indipendente dove chiunque potesse partecipare al processo creativo e dove tutti potessero collaborare tra di loro. Le produzioni targate Ufotable sono interamente in-house, cioè sono realizzate per lo più da team interni, senza aiuti esterni: questo rende ancora più interessante il lavoro che svolgono i ragazzi per portare sui nostri schermi titoli visivamente indimenticabili. Vediamo, dunque, qual è la storia di Ufotable, lo studio che mette sempre il cuore nei suoi anime.
Un arredamento spaziale
L'uomo dietro tutto è Hikaru Kondo, classe 1969, che ha iniziato la sua carriera negli anni ‘90, lavorando prima nell'industria videoludica e successivamente in quella dell'animazione, come assistente di produzione per la Telecom Animation Film (sussidiaria della TMS Entertainment). Con il tempo maturò il desiderio di essere indipendente e di mettersi in proprio, per realizzare il sogno di fondare uno studio d'animazione dove tutti potessero dire la propria, indipendentemente dal ruolo ricoperto.Così, nel 2000, ha fondato un piccolo studio insieme ad alcuni amici, tra animatori, color designer, e produttori, in un piccolo appartamento, ma non aveva ancora trovato un nome. Kondo era un grande appassionato di arredamento e design e all'epoca era ossessionato da un tavolo basso e dalla forma creato da un designer scandinavo: sebbene Kondo sia riuscito ad acquistarlo solo alcuni anni dopo, quel tavolo rappresentava l'ideale di riunire i colleghi per discutere apertamente ed insieme.
La strana conformazione dell'oggetto ricordava quella di un disco volante, per questo il fondatore decise di chiamare lo studio Ufotable. Essendo nato da poco, lo studio doveva emergere e l'occasione arriva quando gli venne affidata la realizzazione della sigla animata di Utaban, un varietà musicale. Questo permise a Kondo e ai suoi soci di farsi notare e di entrare di soppiatto nel mondo dell'animazione giapponese.
La prima serie a cui Ufotable ha lavorato è stata Weiß Kreuz Glühen, nel 2002: benché segni il debutto nel mondo degli anime, non può essere considerata come prima produzione ufficiale, siccome lo staff creativo non vi ha lavorato a 360 gradi. La svolta avviene l'anno seguente, quando i ragazzi di Ufotable hanno portato alla luce l'eccentrica commedia Dokkoider, del 2003, adattamento dell'omonima light novel.
Quello che colpì il pubblico non fu tanto la serie in sé, ma come uno studio nato da poco più di tre anni e con un pugno di dipendenti (si dice circa 30) sia riuscito a gestire la produzione di tutti i 12 episodi della serie. A questo si deve aggiungere che il neonato studio era già in grado di editare video musicali, di disegnare loghi, di utilizzare la CGI e la claymation (animazioni di plastilina in stop-motion). Questo permise al team di farsi un nome, seppure piccolo.
Con Dokkoider, lo staff si amplia, grazie ai rapporti stretti con i vari animatori freelance che volevano emergere ed avevano visto un'opportunità ghiotta; una crescita interna che continua anche nel 2004 con la serie 2x2=Shinobu-den (noto come Ninja Nonsense). Tra i nomi che sono entrati a far parte del team creativo bisogna ricordare Yuichi Terao (unitosi nel 2003), che ha ricoperto sin da subito il ruolo di direttore della fotografia, ma di lui e della sua importanza parleremo più avanti.
Negli anni successivi, Ufotable ha collaborato con altri studi d'animazione, ma ciò ha permesso di ingrandire ulteriormente i reparti che aveva, così da potersi dedicare ad attività più importanti come la scrittura, il design degli sfondi, o persino la pubblicazione di manga originali: questo era solo il primo passo verso l'indipendenza che Kondo ed i suoi partner ricercavano.
Lavorare insieme ad altri staff per Futakoi Alternative ha permesso al pool creativo di sperimentare un nuovo stile di produzione: l'alternanza di più registi contemporaneamente in un solo progetto, così da dare maggiore libertà ai creatori. Vedendo i primi lavori, si nota come Ufotable non abbia realizzato un anime del tutto originale, per questo decide di mettersi in gioco nel 2006 con Coyote Ragtime Show e successivamente con Manabi Straight!. Quegli anni segnano per Ufotable una svolta, perché inizia a crescere e ad organizzarsi per diventare lo studio che conosciamo ora: un passo che lo porterà a collaborare con Aniplex.
Ufotable e i videogiochi
Futakoi Alternative non solo attirò le attenzioni del pubblico, ma anche di Atsuhiro Iwakami, producer di Aniplex, il quale è rimasto particolarmente colpito da come lo studio ha gestito la serie. Aniplex è una casa di produzione di proprietà di Sony, ed oltre a produrre e distribuire anime, pubblica anche alcuni videogiochi: tra le varie software house con cui ha stretto una partnership vi è Type-Moon, fondata dallo sceneggiatore Kinoko Nasu e dall'illustratore Takashi Takeuchi, specializzata soprattutto in visual novel, ma che ha iniziato la carriera con la light novel Kara no Kyokai (The Garden of Sinner).Affascinato dai metodi produttivi, nel 2007 Atsuhiro Iwakami propose a Kondo di avvicinare Ufotable a Type-Moon, realizzando una trilogia cinematografica di Kara no Kyokai; ma il fondatore di Ufotable, grande appassionato di Type-Moon, rilancia l'offerta, volendo produrre ben sette film, uno per ogni capitolo di cui è composto il romanzo. Kara no Kyokai segna la nascita dello storico sodalizio tra Ufotable e Aniplex e di quello con Type-Moon.
Se fino ad allora i titoli realizzati non avevano ancora il tratto distintivo che hanno ora, in quanto erano tele bianche dove lo staff si esercitava costantemente, la vera svolta avviene proprio con Kara no Kyokai: un primo esempio di come funziona l'organizzazione di Ufotable, ovvero la perfetta armonia tra i vari dipartimenti. Questo lo si deve soprattutto al lavoro di organizzazione svolto da Yuichi Terao.
Gli anime targati Ufotable sono realizzati da tre differenti team, animazioni, digitale, e rifiniture: solo la perfetta sinergia tra di loro assicura uno stile tecnico senza precedenti. I primi due dipartimenti lavorano insieme in modo da combinare le animazioni in 2D a quelle in 3D in maniera unica. In questo ambiente, Yuichi Terao ricopre il ruolo di capo del dipartimento digitale e di direttore della fotografia: in quanto tale, utilizza quella che potremmo definire una telecamera digitale, per impostare le inquadrature e l'illuminazione; in seguito, gli animatori realizzano i disegni e i movimenti prendendo come base proprio le riprese.
In altre situazioni, invece, è la sezione digitale che adegua le inquadrature in base al lavoro svolto dagli animatori. Come direttore della fotografia Yuichi Terao nasconde le animazioni poco convincenti e mette in risalto quelle più riuscite, in modo da permettere allo spettatore di immergersi meglio nei lavori. Infine, la sezione rifiniture aggiunge i colori, le ombreggiature, i particellari, ed altri elementi scenici.
A partire da Kara no Kyokai, Terao ha perfezionato il suo stile, rendendolo sempre più fotorealistico, con inquadrature tipiche di videogiochi o di film hollywoodiani. L'adattamento di Kara no Kyokai venne ben accolto sia tra i fan della light novel, che tra gli appassionati degli anime in generale, rimasti colpiti, tra le altre cose, dalla qualità tecnica: per l'epoca lo stile della regia era qualcosa di innovativo. Ufotable non ha stretto una partnership solo con Type-Moon, ma anche con Namco e successivamente Bandai Namco: una collaborazione che ha permesso allo studio di iniziare a farsi conoscere anche a livello internazionale.
Parallelamente alla produzione di Kara no Kyokai, infatti, il team ha lavorato anche all'OVA Tales of Symphonia The Animation, adattamento in 4 episodi dell'omonimo JRPG. A seguito del successo, vennero prodotte altre tre serie sequel (l'ultima delle quali nel 2011) e nel 2010 allo studio venne affidata la realizzazione della opening e delle cutscene di God Eater. Il sodalizio con Bandai si è consolidato sempre più nel tempo, tanto che dal 2011 lo staff cura le sigle e le scene di intermezzo dei videogiochi God Eater e Tales of (in quest'ultimo caso sostituendo Production I.G), compreso il più recente Tales of Arise (recuperate qui la nostra recensione di Tales of Arise).
Tra Kara no Kyokai e Tales of Symphonia, i ragazzi di Ufotable sono riusciti a crescere stilisticamente e a farsi conoscere anche all'estero, sacrificando, però, il desiderio di ideare anime originali. Inoltre, nell'arco degli anni di produzione dei sette adattamenti della light novel e degli impegni con i videogiochi, lo staff ha prodotto altri titoli, anche se meno d'impatto, come Gyo, trasposizione dell'omonimo manga di Junji Ito.
Ufotable tra presente e futuro
Con Kara no Kyokai, Ufotable si è affacciato nel cosiddetto Nasuverse (l'universo creato da Kinoko Nasu), ma nel 2011 vi irrompe con irruenza con Fate/Zero (ecco la nostra recensione di Fate/Zero), un titolo che lo consacra come uno dei più acclamati studi attualmente in circolazione. Questa è un'opera che avvicina Kondo ed il suo staff alla saga di Fate/stay night, la visual novel più nota di Type-Moon.Ancora una volta il pool creativo ha dimostrato di essere uno dei migliori nel settore, sfruttando e perfezionando tutte le esperienze accumulate negli anni, tanto da essere stato applaudito in maniera entusiastica sia dalla critica sia dai fan di anime e di Type-Moon. A rinforzare la convinzione dell'ottimo lavoro svolto, Fate/Zero ha vinto il premio Newtype Anime per miglior titolo dell'anno, mentre Ufotable come miglior studio.
Visto il successo ottenuto con Fate/Zero, Aniplex affida a Kondo e ai suoi l'adattamento di Fate/stay night, una visual novel caratterizzata da tre diverse route, che si sviluppano in maniera differente. A fronte di ciò, lo staff creativo era diviso: alcuni volevano trasporre l'intero videogame fin nei minimi dettagli; altri, tra cui Kondo stesso, volevano lavorare solo sul primo "percorso" (Fate), perché si focalizzava su Saber, uno dei protagonisti di Fate/Zero, così da caratterizzarlo ulteriormente.
Tuttavia, l'idea venne scartata perché la precedente trasposizione di Fate/stay night di Studio Deen ripercorreva in parte Fate. Il produttore Iwakami propose di adattare Unlimited Blade Works, la seconda route, in serie animata, piuttosto che in film, per avere continuità con Fate/Zero.
Il regista a cui venne affidato il titolo decise di costruire il protagonista Shiro Emiya in maniera dissimile da come avveniva nell'opera originale, dandogli dei tratti personali e non come veniva visto dagli altri personaggi: per questo, lavorò a stretto contatto con lo sviluppatore Nasu, che lo aiutò a caratterizzare in maniera coerente l'eroe, in modo da non deludere i suoi fan.
Ad ottobre 2014, debutta sulle emittenti televisive giapponesi Fate/stay night: Unlimited Blade Works, arrivato in Italia in simulcast su VVVVID: la serie riscontrò i favori del pubblico e della critica, rimasti ammaliati non solo per la storia, ma anche per il comparto artistico unico nel suo genere.
Dopo Unlimited Blade Works, lo studio d'animazione si è dedicato ad altre produzioni di cui si è forse parlato poco come Tales of Zestiria Cross, ed altre che non sono state ben accolte tra cui God Eater, e Katsugeki Touken Ranbu (potete leggere qui la nostra recensione di Katsugeki Touken Ranbu).
A partire dal 2017, il team riprende in mano Fate/stay night con la trilogia Heaven's Feel, che segue gli eventi dell'ultima route: il capitolo finale, Heaven's Feel III - spring song, uscito lo scorso anno, ha permesso allo studio di mettere a frutto tutte le esperienze accumulate negli anni, per un comparto tecnico impeccabile (qui la nostra recensione di Fate/stay night: Heaven's Feel III - spring song).
Dopo aver visto Heaven's Feel - spring song, risulterebbe difficile credere che un team creativo talentuoso come quello di Ufotable possa ancora migliorare, ma lo staff ha dimostrato di avere ancora tante frecce al proprio arco, prima con la serie Demon Slayer - Kimetsu no Yaiba, poi con il film Demon Slayer The Movie: Il treno Mugen (recuperate la nostra recensione di Demon Slayer The Movie: Il treno Mugen): due titoli che possono vantare un impianto visivo da far invidia alle migliori produzioni orientali ed occidentali.
Non sappiamo cosa riservi il futuro per Ufotable: se al momento è impegnato con la trasposizione del manga di Koyoharu Gotoge (ecco la nostra recensione di Demon Slayer 2x06), è d'altro canto ancora attiva la collaborazione con Bandai Namco e con Type-Moon; forse un giorno potremmo vedere la trasposizione di Fate, o di Tsukihime (prima visual novel della software house, di cui di recente è uscito il remake), o ancora Girls' Work, titolo in lavorazione da più di 10 anni. Una cosa però è certa: Ufotable continuerà a sorprenderci e a lasciarci a bocca aperta ogni volta.
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