L'Attacco dei Giganti: i discorsi più emozionanti del manga

L'Attacco dei Giganti: i discorsi più emozionanti del manga
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Tanta azione ma anche tante parole in L'Attacco dei Giganti. Per dei soldati destinati a morire, per persone che vorrebbero soltanto un po' di pace, le parole sono fondamentali per trovare speranza, coraggio o semplicemente un motivo per agire. Quali sono i cinque discorsi più belli de L'Attacco dei Giganti preparati da Hajime Isayama?

Partiamo con un discorso di Levi, predecessore di una delle morti più dolorose de L'Attacco dei Giganti. Il capitano avvisa Eren nella foresta che lui dovrà sopportare il peso delle sue scelte, qualunque sia l'esito. Nessuno ha la risposta giusta e pertanto è il protagonista a dover scegliere in completa autonomia. Una doccia fredda per il ragazzo che si è trovato spaesato nelle situazioni successive, timoroso e quindi impotente davanti al destino dei suoi ex guardiani.

Poi c'è uno dei discorsi più recenti della lista è quello di Eren a Reiner nella cantina di Liberio. Dopo anni in cui il protagonista de L'Attacco dei Giganti ha cercato insistentemente lo sterminio dei giganti, mentre Reiner convive con i suoi sensi di colpa, il discorso del possessore del Gigante d'Attacco sembra ribaltare la situazione, quasi a voler mettere da parte tutto quello che è successo. "Io sono come te" è una frase che colpisce nel profondo Reiner, che non sa più come comportarsi.

Arriviamo poi a uno dei discorsi più importanti della serie, forse il discorso di reclutamento più brutto della storia ma che in quel caso fu uno dei più speciali. Erwin Smith era su un palco nella penombra, con i pochi soldati giovani sopravvissuti all'invasione del Wall Rose davanti. Li avvisò subito, la maggior parte di loro sarebbe morta e alla fine soltanto i più coraggiosi rimasero, i protagonisti de L'Attacco dei Giganti che entrarono a far parte dell'Armata Ricognitiva.

Torniamo a Eren concentrandoci su una brevissima fase presente nella quarta stagione dell'anime. Tornato a casa, tra le mura, ora è in cella ma davanti allo specchio continua a parlare con se stesso. Non si arrende, è necessaria la vittoria per vivere. "Tatakae, tatakae" direbbero i cultori della lingua originale de L'Attacco dei Giganti, due parole che vediamo ripetute fino alla fine del manga.

E torniamo ancora una volta al comandante dell'Armata, quell'Erwin Smith che si lanciò eroicamente verso la morte insieme a tutti i soldati rimasti. Come li convinse? Con un discorso dedicato più ai posteri che a loro, che culminò in una carica frontale verso il Gigante Bestia dove bruciarono tutto il loro coraggio e la loro paura.