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Speciale Anime
Perché Attack on Titan ha cambiato tutto

Portare sugli schermi un’opera complessa, dettagliata, e affascinante come quella di Berserk cercando di restituire appieno lo stile del maestro Kentaro Miura è sicuramente una sfida per qualunque studio di animazione, e i vari tentativi fatti nel corso degli anni hanno portato a risultati molto diversi tra loro, che hanno fatto discutere i fan.
Era il 1997 quando lo studio d’animazione Oriental Light and Magic pubblicava la serie più apprezzata ad oggi, e dove veniva raccontato tutto l’arco narrativo dell’era dell’oro, dall’entrata di Gatsu nella Squadra dei Falchi fino alla tragica Eclissi.
Nel 2016, diciannove anni dopo, con l'ausilio dell’animazione digitale l’opera prese una nuova forma grazie al lavoro di GEMBA e Millepensee. Questa serie proseguiva nel racconto basandosi sugli eventi successivi all’Eclissi, andando quindi ad adattare anche i primi capitoli del manga, vale a dire l’arco del Guerriero Nero.
Tra le due produzioni, però, sono presenti molte altre differenze. L’anime del 1997, nonostante avesse un budget limitato, è considerato la migliore trasposizione di Berserk, in grado di riproporre molto bene tematiche delicate, sequenze d’azione, e di approfondire in appena 25 episodi le relazioni tra i personaggi, il tutto con una colonna sonora ben curata da Shiro Sagisu, che poi sarebbe tornato anche nella serie del 2016.
Al netto di una buona accoglienza dunque, la maggior parte delle critiche da parte della community riguardanti l’anime del 1997 si concentrano sulla presenza di un finale inadeguato, caratterizzato da un colpo di scena che lascia gli spettatori con troppe domande e questioni irrisolte.
L’anime del 2016 ha invece ricevuto pesanti critiche dai fan, soprattutto perché arrivato anni dopo la trilogia di film dedicata all’arco dell’epoca d’oro, ma con uno stile diverso, risultato di un mix tra disegni 2D e animazioni in 3D-CGI, che non venne per nulla apprezzato. Molti hanno persino criticato il doppiaggio e la regia della serie, ma la più grande mancanza dell'anime è l’assenza di eventi fondamentali nel manga, completamente tagliati dall’anime, come l’approfondimento sull’Armatura del Berserk o la prima apparizione del Moonlight Boy.
In sostanza, per la community, nessuno degli anime di Berserk rappresenta la trasposizione perfetta dell’opera di Miura, sebbene l’anime del 1997 venga considerato di gran lunga superiore al sequel del 2016.
In conclusione, vi lasciamo al trailer di una serie fan-made Berserk The Black Swordsman, che sembra dare giustizia all’opera di Miura.
E voi, cosa ne pensate delle due serie anime fin ora realizzate? Fatecelo sapere nella sezione commenti!
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