Black Clover 347: la verità sul giorno più buio di Ichika Yami

Black Clover 347: la verità sul giorno più buio di Ichika Yami
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Una delle questioni più oscure emerse nell'atto finale di Black Clover finalmente viene chiarita. Nel capitolo 347 della serie manga si scopre la verità sul giorno più buio dei fratelli Sukehiro e Ichika. Davvero il capitano del Toro Nero è responsabile del massacro del suo clan?

Nel capitolo 342 di Black Clover è emerso il passato da criminale di Yami Sukehiro. Stando a quanto Ichika ha raccontato ad Asta, suo fratello maggiore si macchiò dell'orribile crimine del massacro della sua intera famiglia, prima di fuggire via nel Regno di Clover. A distanza cinque capitoli, la questione trova finalmente una risposta concreta.

In Black Clover 346 è cominciata la battaglia dei Ryuzen, i quali nel capitolo successivo si trovano a dover affrontare faccia a faccia i tre Paladini invasori. La battaglia si fa più complessa del previsto, con i guerrieri del Paese del Sole che vengono quasi annichiliti dalla forza dei servi di Lucifero.

Uno dei Paladini sfrutta i suoi poteri magici per far cadere Kezokaku e Ichika in una potente illusione che materializza le rispettive paure più intime. Ichika combatte dunque il fantasma di suo padre, facendole tornare in mente il terribile passato al suo fianco.

Ichika ricorda un giorno in particolare in cui suo padre offrì la Demon Soul a Sukehiro. Questa pillola maledetta, che si tramanda nel clan Yami, porta a galla il vero potenziale combattivo di chi la assume in cambio della sanità mentale. Se Sukehiro riuscì a sfuggire al padre, Ichika venne invece costretta a prendere quel farmaco. L'ultimo ricordo dopo aver assunto la pillola è una spada tra le mani e il suo intero clan massacrato.

Ichika era convinta che fu Sukehiro il responsabile del massacro, ma ad aver sterminato il clan Yami fu proprio lei. La colpa ricadde sul fratello maggiore, che fu dunque costretto ad allontanarsi dal paese del Sole, per non far pesare questa terribile vicenda alla piccola Ichika.