La bomba del New York Times contro gli anime: perché le paghe sono così basse?

La bomba del New York Times contro gli anime: perché le paghe sono così basse?
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L'industria dell'animazione è da anni al centro di critiche per via della disastrosa situazione salariale dei lavoratori. Lo squilibrio è talmente elevato che la crisi della manodopera è diventata un problema globale, fenomeno che ha persino spinto Netflix ad intervenire con un progetto interamente dedicato.

Il colosso americano e Studio WIT, lo stesso dietro le prime tre stagioni de L'Attacco dei Giganti, hanno stretto una partnership per dare una mano al settore e rallentare l'allontanamento degli animatori dall'industria degli anime. Anche la famosa testata giornalistica "New York Times" è intervenuta sulla faccenda con un articolo dedicato che è diventato in breve tempo virale in rete. L'articolo ha provato a rispondere ad una semplice domanda: "Gli anime stanno esplodendo, ma allora perché gli animatori vivono in povertà?"

Tetsuya Akutsu, animatore che ha lavorato a titoli del calibro di The Rising of the Shield Hero e Tokyo Ghoul: re, sta infatti pensando di lasciare l'industria poiché la paga non gli permette di costruirsi una famiglia. Lo speciale del giornale spiega:

"Sebbene lavori praticamente ogni ora che è sveglio, [Akutsu] porta a casa appena $ 1.400 a $ 3.800 (1150 e 3100 euro circa) ed è uno dei fortunati: migliaia di artisti con un grado più basso fanno lavori a cottimo estenuanti per soli 200 dollari al mese (164 euro). Piuttosto che ricompensarli, la crescita esplosiva del settore ha solo ampliato il divario tra i profitti che aiutano a generare e i loro miseri salari, lasciando molti dipendenti a domandarsi se possono permettersi di continuare o meno a seguire la loro passione."

Nonostante ci siano studi come Kyoto Animation che invece pagano meglio i propri animatori, continua il New York Times, la stragrande maggioranza dei lavoratori continua a vivere di stenti in un settore che stenta a migliorare drasticamente le condizioni di vita della propria manodopera. E voi, invece, cosa ne pensate di questa situazione? Diteci la vostra opinione a riguardo con un commento qua sotto.