
Death Note, Tokyo Ghoul e altri anime bannati in Russia, la corte: "Serie per degenerati"
Lo scorso 20 gennaio, la Corte russa ha ascoltato per la prima volta le accuse di alcune istituzioni per la tutela dei minori indirizzate alle serie animate giapponesi, confermando il ban per diversi anime tra cui Death Note, Tokyo Ghoul e Inuyashiki. Le motivazioni principali riguardano il modo in cui vengono trattati temi come suicidio e omosessualità.
Il processo è iniziato lo scorso 18 gennaio, quando la Corte del distretto Kolpinskij in San Pietroburgo ha accolto una serie di cause contro cinquanta siti streaming, prendendo in esame argomentazioni contro tre anime: Naruto, Elfen Lied e Interspecies Reviewers. Le accuse parlavano di "serie che potrebbero corrompere lo sviluppo mentale dei minori, inaccettabili per un pubblico non maggiorenne". Dopo un primo rinvio, la Corte russa ha ascoltato nuovamente l'accusa il 20 gennaio, che durante il processo ha parlato di "anime in cui gli eroi uccidono le persone con un dito, negando l'importanza della vita e non provando emozioni negative [...] ignorandone così la sacralità e istigando i giovani al suicidio".
Durante il processo, i giudici hanno osservato in diretta un episodio di Death Note, accogliendo la proposta dell'accusa e ufficializzando così il primo ban. Successivamente sono state mostrate alcune scene di Tokyo Ghoul, un anime che promuoverebbe "cannibalismo, violenza, gore e in cui non è sempre chiaro il sesso dei personaggi". I giudici hanno accettato la proposta di ban dopo che l'accusa ha descritto l'anime come "veleno per le menti dei giovani, [...] uomini e donne che avranno nelle proprie mani il futuro della Russia". Infine sono stati bannati Inyuashiki e Aki Sora, due "anime per degenerati con scene di pedofilia", mentre la Corte ha rifiutato le accuse contro Naruto, che per il momento rimane legale.
Oggi, 24 gennaio 2020, sono arrivati nuovi aggiornamenti, e a quanto parte ulteriori udienze sono in programma per i prossimi mesi. Per il momento non è chiaro quali anime sono sotto la lente del governo russo, ma possiamo aspettarci di ricevere presto nuove informazioni.
La situazione in Russia non è troppo diversa da quella in Australia, in cui nell'agosto del 2020 sono state bannate ben sette serie di rilievo, tra cui Sword Art Online. In Russia le prime polemiche erano state sollevate nel 2013 dopo la morte di una ragazzina, ma Putin aveva deciso di ignorare le richieste dei protestanti e non erano stati presi provvedimenti.
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