Dragon Ball: Eiichiro Oda ricorda come ha vissuto il finale del manga di Toriyama

Dragon Ball: Eiichiro Oda ricorda come ha vissuto il finale del manga di Toriyama
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Ripensando agli ultimi 40 anni di storia del fumetto giapponese viene naturale pensare al ruolo centrale svolto da Dragon Ball di Akira Toriyama. Un’opera avvincente, leggera, moderna e divertente, che continua ad esercitare una grande influenza sui molti autori, e che nel maggio 1995 lasciò un vuoto che colpì un grande mangaka: Eiichiro Oda.

Nel corso del recente incontro tra Eiichiro Oda e Gosho Aoyama, organizzato per celebrare il raggiungimento dei 100 volumi pubblicati di ONE PIECE e Detective Conan, i due mangaka hanno discusso di diversi aspetti del loro lavoro e del medium. Ripensando al passato, Oda si è soffermato a ricordare il periodo dopo la conclusione di Dragon Ball.

Allora non era ancora in cantiere nemmeno un’idea embrionale di Dragon Ball Super e del seguito canonico del franchise di Toriyama, per questo moltissimi autori che si erano avvicinati all’industria, e a Weekly Shonen Jump, desideravano prendere il post di quel capolavoro. “Tutti i nuovi arrivati pensavano “voglio io quello spazio!”, e questo diede inizio ad un periodo caratterizzato da una grande competitività, volta a colmare il vuoto lasciato da Dragon Ball, così ha commentato Oda.

Il sensei è poi passato a ricordare quanto fosse frustante lavorare per WSJ verso la fine degli anni ’90: “A quel tempo Jump aveva perso sia Dragon Ball che Slam Dunk, e stava raggiungendo il minimo storico. “La copertina del volume di Jump che conteneva il primo capitolo di ONE PIECE era apparsa su un quotidiano che recitava: “Magazine surclasserà Jump(riferito alla rivista principale di Kodansha, da sempre concorrente di Shueisha). Non che fosse colpa mia o di qualcun altro, ma ricordo di aver provato una grande frustrazione”.