I mai più Fantastici Quattro: la fine di un'era

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La morte di uno dei quattro per il rilancio editoriale di una serie unica, quella dei Fantastici Quattro che era l'unica vera e propria famiglia nell'universo dei super eroi.

Quattro...

quattro come i cavalieri dell'apocalisse,

i quattro dell'ave Maria,

quattro come i Beatles

quattro come i Fantastici quattro.



No, non più, scordatevi la mitica formazione base del leggendario quartetto fumettistico che per anni ha fatto sognare uomini di ogni età.


Non più quindi Ben Grimm, la Cosa, Reed Richards, Mister Fantastic, sua moglie Susan Storm in Richards, la Donna Invisibile e il fratello testa calda Johnny Storm la Torcia umana, pronti a saltare a bordo della loro Fantastic Car per andare a combattere Galactus, il divoratore di mondi, o per fermare un'invasione proveniente dalla zona negativa.


Perché i quattro, ormai è certo, resteranno tre.


Così ha voluto la Marvel.

Scelta di rilancio, trovata di Marketing, improvvisa genialità creativa?



Si sa che le seriali avventure degli eroi in calzamaglia hanno bisogno di restyling e che tutti i super eroi, o prima o dopo, hanno avuto le loro versioni rivedute e corrette, dalle origini fino alla morte.

Hanno riscritto le origini di Superman, di Batman e dell'Uomo Ragno così come li hanno uccisi e fatti risorgere in maniera profana.


Solo in fatto di morti contiamo a memoria vittime eccellenti:
Superman per mano di DoomsDay, gli X-Men in blocco a Dallas (o così il mondo credeva) ma i mutanti si prestano facilmente al lutto visto che il loro ultimo cross over Necrosha è dedicato al ritorno dei morti muniti di fattore X.

Jean Grey, la Fenice, è già morta è risorta,

Batman ha seppellito più di un Robin e nemmeno il velocista scarlatto Flash era riuscito a scappare alla presa della morte nelle vesti di Barry Allen, anche lui tornato a essere vivo e a lottare insieme a noi per improbabili scelte editoriali.

Hulk ha seppellito moglie e suocero, Wonderman con la morte ha perso la sua umanità, Capitan Marvel ci ha fatto piangere per la sua morte, insomma, non c'era eroe a fumetti a stelle e strisce che ne sia stato esente, senza stare poi a parlare dello strano caso editoriale della Visione, vendicatore Marvel robotico morto e redivivo stinto quanto confuso.


Tutti, tranne loro, almeno finora.


Perché i Fq o i FF per dirla all'americana erano e sono una famiglia e gli unici a crescere come tale:

fidanzamento, matrimonio e figli!

Da 4 erano diventati 6 ma il marchio in copertina era sempre quello, quello che ti faceva sentire tranquillo, una piccola sicurezza, un porto sicuro nelle tempeste della vita.

Aprire un albo con il 4 fantastico in alto a sinistra della copertina voleva dire trovarvi le avventure del roccioso mugugnone dal cuore tenero, la Cosa, le invenzioni cervellotiche e la fredda logica di Reed Richards, le battute e la verve infiammante di Johnny Storm e il coraggio e l'amore materno di Susan Richards.


Erano una famiglia diventata con il tempo la nostra famiglia, insomma su loro, su loro 4 ci potevi contare sempre, dalle pagine dei fumetti, al cinema con due pellicole, fino alla serie animate.


I 4 erano la seconda famiglia di molti, o la prima per chi non aveva più una famiglia.


Molti tra noi si sono cullati nelle pagine fantastiche che hanno visto comparire anche i Beatles in storie realistiche e crude come Lo, this monster.


Ma la crisi reclama le sue vittime anche tra gli eroi, e per vendere nuovi albi, visto che siamo lontani dai periodi d'oro di gestioni geniali come quelle di Byrne e Simonson su tutte, dopo l'antica paternità di Stan Lee Jack Kirby, non si è trovato di meglio nella fantastica famiglia che ricorrere al lutto.


Inaspettato e imprevisto per i fan quanto strombazzato e pubblicizzato dai media senza cuore.



Non sappiamo ma possiamo sicuramente immaginare, in una sorta di delirante What If cosa sia successo all'interno della redazione Marvel, dove tra capoccioni si intendono con Uatu l'osservatore immobile e perplesso che può solo fermarsi a guardare, senza poter interferire nelle decisioni prese dall'editor dei Fantastici Quattro Tom Brevoort, dall'autore Jonathan Hickman e al disegnatore Steve Epting sul destino di un eroe:


- Le famiglia a 4 non funzionano più, la società moderna non li capisce.


- Ci andrebbe un triangolo


- Già fatto, Namor poi ora è legato al X Universe non possiamo sballottarlo di qua e di là come un branco di tonni


- Le indagini sociologiche dicono che la famiglia cambia


- Un divorzio allora?


- Ma le cose non vanno così male


- La Cosa che torna umana?


- Ma dai e chi ci crede più


- Un lutto, già un lutto anche perché a loro non era mai toccato


- O quasi


- O quasi, già


- Chi eliminiamo?


- Reed Richards a me è sempre stato antipatico


- Sì, ma poi se arriva Galactus come lo fermiamo, con i pugni della Cosa?


- Hmm, allora Susan Storm?


- Guai, guai a toccare gli ormoni dei giovani lettori, ma avete poi visto Jessica Alba, vorremo privarcene?


- La Cosa?


- Ma no il mostro funziona sempre fin dall'antichità.


- E allora, già allora non resta che lui...


Dissolvenza su Uatu....così è stato scritto il destino della Torcia Umana


Lo sanno tutti, morirà Johnny Storm


A lasciarci sarà la Torcia Umana.
Il primo ad andarsene sarà il primo che arrivò alla Marvel.

Lee e Kirby infatti usarono un' idea già appartenente alla Timely Comics (l'editore da cui poi nacque la Marvel) per dare i poteri al più giovane dei Fantastici Quattro.


Niente più corse in automobili, niente più flirt alieni, niente più scherzi con la Cosa e sfide con l'Uomo Ragno.


Già, nulla più perché la terra, almeno quella fumettistica sarà lieve per Johnny, un personaggio troppo spesso sottovalutato e che è stato poche volte usato all'altezza del suo potenziale Super nova.


Lo vogliamo ricordare nelle più belle pagine a lui dedicate, scritte e disegnate da Jonh Byrne, eroe, dove la Torcia umana in un cross over delle impeccabilissime Guerre Segrete era guidato dall'Arcano nella vita di un suo giovanissimo fan, che per imitare l'Eroe (come titola la storia appunto) si era dato fuoco perdendo la vita.


Byrne ebbe l'idea per questa storia ispirandosi alla prima serie di cartoni animati progettati sui Fq, la torcia umana fu infatti sostituita da Herbie il Robot per evitare che i piccoli fan della serie potessero tentare di emulare i poteri di johnny.


Lo scrittore canadese in 22 pagine delineò e tratteggiò a livello Super Nova il personaggio, l'uomo ritenuto immaturo da tutti e che per poter arrivare a dire la sua doveva darsi fuoco.


Fiamma e che stavolta sia lì per sempre a bruciare in tuo ricordo.


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