L'industria degli anime nuovamente sotto accusa: paghe infime e poco rispetto

L'industria degli anime nuovamente sotto accusa: paghe infime e poco rispetto
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Grazie a diverse trasposizioni di serie di successo l'industria degli anime è cresciuta negli ultimi anni, subendo un arresto a causa della pandemia, che ha rallentato e anche fermato diverse produzioni. Esistono però due altri, gravi, problemi: le paghe e le condizioni di lavoro degli animatori, e tra i maggiori responsabili ci sarebbe Netflix.

Se franchise ormai divenuti celebri e seguiti da milioni di appassionati continuano a sostenere l'immensa struttura economica del medium, serie di nicchia e produzioni minori risentono molto di più dei rallentamenti dovuti al COVID-19. Negli scorsi mesi sono emersi casi di condizioni pietose e costrizioni per gli animatori di studi di animazione abbastanza conosciuti, e solo di recente alcune personalità del settore si sono schierate contro i grandi che gestiscono tutto senza avere il giusto rispetto per i dipendenti.

Dopo le accuse rivolte a Science SARU per la realizzazione di Star Wars Visions, della gigante Disney, da parte di Joan Chung, e il caso Yusuke prodotto da Netflix e Studio MAPPA, un animatore statunitense ha pesantemente criticato le politiche adottate dalla grande N. Stando a quanto affermato nel post che trovate in fondo alla pagina, @x_Zombiefish_x avrebbe infatti accusato questi giganti del settore di non pagare adeguatamente gli animatori giapponesi.

Le dure parole usate dall'utente sarebbero una soluzione per diminuire il crescente tasso di licenziamenti che sta profondamente segnando l'animazione giapponese. In fondo è una questione di rispetto, pagare meno gli animatori giapponesi rispetto ai colleghi americani equivale a dare un valore minore al lavoro di coloro che hanno dato origine al medium. Fateci sapere le vostre opinioni a riguardo nella sezione commenti.