Ecco un'interessante analisi sulla situazione dei producer dell'anime industry

Ecco un'interessante analisi sulla situazione dei producer dell'anime industry
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Dopo la recente notizia del producer che è stato ricoverato dopo aver lavorato 393 ore in un mese per Madhouse, il sito di animazione Sakugabooru, ha recentemente pubblicato un interessante articolo che mette in luce la situazione di lavoro dei producer dell'anime industry. Ma vediamo tutti i dettagli.

Il sito si è subito attivato dopo l'arrivo della notizia, contattando 25 assistenti di produzione di anime per parlare delle loro esperienze e di come affrontano i problemi all'interno degli studi. Nonostante la loro figura sia tra le più importanti durante qualsiasi progetto, le loro condizioni di lavoro paiono essere le peggiori.

La maggior parte degli articoli riguardanti le condizioni di lavoro nel settore, raccontano della situazione degli animatori. Queste figure dopotutto, sono quelle pagate di meno, nonostante il loro ruolo sia indispensabile. I giovani in particolare vengono svantaggiati, con basso reddito, massicci carichi di lavoro e programmi di integrazione inefficaci, che hanno portato a tassi di abbandono altissimi, oltre all'incapacità di formare di un famiglia. Questa è una situazione che va avanti da parecchio tempo e le cose non sembrano stare per cambiare.

È importante però rendersi anche conto che esistono altri professionisti oltre agli animatori, che non fanno parte del team creativo, ma la cui presenza è comunque vitale. Le loro condizioni di lavoro sono differenti, come lo sono anche i loro problemi. Per finire, spesso vengono guardati dall'alto in basso dai colleghi. Stiamo parlando degli assistenti di produzione.

Per chi non sapesse di cosa si tratta (oltre che a consigliare la serie Shirobako, che parla appunto del lavoro all'interno di uno studio di animazione), il lavoro di un producer, dopo che gli è stato assegnato un episodio o un sigla di apertura o chiusura, assicurarsi che tutti i materiali richiesti siano pronti prima delle scadenze.

Inoltre, prima che lo sviluppo entri nel vivo, sono loro ad occuparsi di trovare il personale necessario ai registi per realizzare il loro prodotto. Questo porta spesso all'incapacità di alcuni studi di gestire il lavoro internamente, portando così il lavoro a dividersi tra innumerevoli aziende e liberi professionisti, ognuno da gestire e coordinare.

Una volta terminato il loro compito, passano quindi all'episodio successivo, la cui realizzazione sarà probabilmente più dura a causa di ritardi e problemi accumulati durante il precedente. Questo fa capire il peso che comporta questo ruolo e le motivazione che possono aver spinto l'assistente di produzione di A-1 Pictures a suicidarsi nel 2010.

Sakugabooru ha quindi chiesto ai 25 assistenti di produzione, tutti provenienti da studi differenti, che hanno contattato, di compilare un sondaggio che descrivesse le loro condizioni di lavoro e come si sentissero a riguardo.

A differenza degli animatori, che sono spesso freelancer, risulta che quasi la metà degli assistenti di produzione abbia contratti a tempo indeterminato, con un 48% che lavora a tempo pieno, il 44% a contratto, mentre l'8% è freelancer.

Bisogna dire che i guadagni come producer sono migliori (circa il doppio di un animatore giovane), ma nonostante ciò, praticamente tutti fanno straordinari oltre la normale giornata lavorativa di 9 ore. Inoltre, anche durante le giornate di riposo, è implicito che il producer sia sempre disponibile.Alla domanda relativa alle ore di straordinario non pagate, si è scoperto essere capitato oltre il 75% dei dipendenti. Tra questi al 44% è successo occasionalmente, mentre al 32% è capitato sempre.

Per quanto riguarda i viaggi di lavoro, solo un terzo degli assistenti ha dichiarato di averli interamente coperti dallo studio, mentre i restanti due terzi solo in parte.

Viene raccontata anche un'esperienza da incubo, in cui uno dei producer racconta di aver smesso di lavorare per uno studio con straordinari e 100.000 yen di stipendio non pagati. Inoltre, durante il periodo di lavoro, gli è stato chiesto di scegliere tra essere preso a pugni o calci e ci sono state persone che hanno subito lesioni dopo essere stati colpiti o strangolati.

Passando quindi agli abusi di potere, il 75% ha confessato di aver subito abusi psicologici o fisici e tra questi il 20% ha dichiarato che la situazione si ripete di continuo.

Tuttavia, pare che ultimamente, anche a cause dei recenti casi, sembra che la situazione stia migliorando, anche se come come scritto di recente dall'animatrice Nishii Terumi, il problema sta alla base della struttura dell'industria.