L'Attacco dei Giganti 113 ha messo Levi di fronte ad un terribile dilemma morale

L'Attacco dei Giganti 113 ha messo Levi di fronte ad un terribile dilemma morale
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Nel corso dell'ultimo capitolo del manga L'Attacco dei Giganti il capitano Levi, uno dei personaggi emotivamente più distaccati, è stato costretto a scegliere tra due opzioni altrettanto dolorose. Scopriamo quindi dove lo ha condotto la sua etica in una situazione come quella in cui si trovava.

L'Attacco dei Giganti è da sempre una serie che punta a spingere la coscienza del lettore oltre i limiti di quella che credeva essere la sua moralità, costruendo impalcature narrative che hanno il preciso scopo di far immedesimare l'appassionato con i protagonisti, portandolo a chiedersi come avrebbe agito se fosse stato al loro posto, costretto a decidere spesso tra la sopravvivenza e un sacrificio immane.

Il capitolo 113 uscito di recente sembra aver solo confermato tale tendenza, e a testimoniarlo abbiamo proprio una scelta operata da uno dei personaggi che maggiormente tendono a rimanere emotivamente distaccati: il capitano Levi. Nel corso del suo tentativo di riprendere in custodia Zeke, scappato poco prima e fresco responsabile della trasformazione di tutti i suoi commilitoni in giganti, Levi si è trovato circondato da coloro che una manciata di istanti prima erano i suoi soldati.

Nonostante abbia tentato in tutti i modi di non ferire quelli che considera in ogni caso suoi compagni, e nonostante il piano di Zeke consistesse proprio nella certezza che Levi non avrebbe massacrato degli innocenti per catturare un solo nemico, Levi ha brutalmente smembrato ogni singolo ostacolo sulla sua strada.

Non si deve però pensare che questo gesto non sia costato enormemente all'apatico gerarca della Legione Esplorativa, visto il disprezzo e l'odio con il quale si rivolge sia verbalmente che fisicamente a Zeke una volta raggiuntolo, torturandolo nel palese tentativo di fargli scontare l'equivalente sensoriale di quello che lui aveva provato poco prima.

La scelta però non sorprende, così come il dilemma morale e l'angoscia sottostanti, che Levi ha probabilmente mutuato da quello che era il suo mentore e il suo miglior amico, Erwin Smith, costantemente costretto a decisione di tale complessità.

Cosa ne pensate di quanto accaduto nel capitolo 113 de L'Attacco dei Giganti? Anche voi avreste agito come ha fatto Levi pur di acciuffare il terrorista che tanto male ha fatto al suo corpo militare?