Le minacce del pubblico potrebbero davvero portare alla conclusione di My Hero Academia?

Le minacce del pubblico potrebbero davvero portare alla conclusione di My Hero Academia?
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Nonostante questi ultimi mesi siano stati assai importanti per tutti i fan di My Hero Academia, epopea cartacea targata Kohei Horikoshi che recentemente ha infatti visto il sopraggiungere della quarta stagione per la serie animata e l'annuncio di un nuovo videogioco a tema, bisogna ammettere che le polemiche non sono certo mancate.

Effettivamente, andando a ripercorrere le ultime settimane è possibile entrare in contatto con un susseguirsi senza fine di controversie che hanno colpito My Hero Academia, con il suo creatore che non ha avuto un attimo di respiro. Basti pensare a quanto avvenuto con Kyudai Garaki, scienziato il cui nome è stato modificato - inizialmente era Shiga Maruta - poiché presentava similitudini che riportavano alla memoria alcuni terribili eventi della Seconda Guerra Mondiale.

Questo però è solo uno tra i tanti putiferi che hanno raggiunto la produzione, inaspettate difficoltà che il mangaka ha dovuto affrontare di petto, purtroppo uscendone sconfitto. In passato, infatti, l'uomo era entrato in un preoccupante stato depressivo dopo le innumerevoli minacce di morte che gli erano state recapitate da lettori scontenti per il modo in cui Endeavor - uno dei personaggi dell'opera - era stato rappresentato e sviluppato di capitolo in capitolo, evento che ai tempi porto a una vera e propria guerra tra community all'interno dei social più conosciuti.

Nonostante ciò, però, Kohei era riuscito a riprendersi per portare avanti la serie, il tutto solo per ritrovarsi nuovamente investito da una valanga d'estenuanti lamentele e minacce che, secondo gli ultimi sviluppi, lo starebbero portando a considerare seriamente l'idea di concludere prematuramente l'opera. Proprio in ragion di ciò, sono innumerevoli i fan che stanno cercando di far sentire la propria voce al fine ultimo di mettere ben in mostra tutti gli apprezzamenti che la serie e Kohei stesso meritano, al punto tale che su Twitter è nato anche un hashtag in supporto dell'iniziativa, un modo come un altro per contrastare quella risicata - ma sempre rumorosa - fetta di pubblico altamente tossica che oramai ci siamo abituati a incontrare praticamente ogni qualvolta che entriamo in contatto con una qualche produzione sufficientemente famosa.