Non c'è pace per My Hero Academia: critiche e ban dalla Cina

Non c'è pace per My Hero Academia: critiche e ban dalla Cina
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I rapporti tra il Giappone e i suoi vicini sono sempre stati tesi. Nell'epoca del Giappone imperiale pre Seconda Guerra Mondiale, il popolo del Sol Levante fu protagonista di diversi atti terribili ai danni soprattutto di cinesi e coreani. Una ferita ancora non dimenticata da questi popoli che è tornata a bruciare con un nome di My Hero Academia.

Nel capitolo 259 di My Hero Academia, Kohei Horikoshi ha deciso il nome ufficiale di colui che finora è stato chiamato Ujiko. La scelta è ricaduta su Shiga Maruta, nome che ha scatenato diverse polemiche per cui anche Weekly Shonen Jump è intervenuta. Purtroppo, per coreani e cinesi il nome Maruta riporta la mente al passato, ricordando coloro che venivano definiti "maruta" dai giapponesi, ovvero quelle cavie vittime di un progetto speciale dell'unità 731 delle forze imperiali nipponiche.

Su Twitter e social, cinesi e coreani si sono scatenati pretendendo le scuse di Kohei Horikoshi. Il mangaka di My Hero Academia ha risposto alla questione, avvisando di un futuro cambio di nome, ma in tanti chiedono scuse più sentite. Nel corso della giornata di ieri e notte di oggi, in Cina è iniziato un attacco a qualunque cosa legata a My Hero Academia.

Oltre al ban deciso da tutte le piattaforme digitali sia per quanto riguarda la vendita di volumi che la lettura via app, è stata interrotta anche la produzione di un videogioco mobile in creazione proprio da uno studio cinese. Tutti i siti di recensioni sono stati inoltre presi d'assalto e sia il manga di My Hero Academia che le varie stagioni dell'anime e prodotti collegati stanno subendo una sfilza di voti negativi in Cina.

A questo punto, per i fan cinesi e coreani di My Hero Academia sarà abbastanza una frase di scuse da parte dell'autore?