Nuova opera per Planeta DeAgostini: The invisibles di Peter Milligan

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La casa editrice Planeta DeAgostini con sede madre in Spagna, ma operativa anche in Italia, presenta il primo numero di un nuovo titolo di un autore molto interessante. Si tratta infatti di "The invisibles", la nuova opera dello scrittore di fumetti Peter Milligan, che ci porterà in un mondo fatto di piccole store, con protagonisti che hanno degli amici....invisibili, sicuramente un volume da non perdere.

Rivoluzione invisibile

Il lancio del primo numero di The Invisibles da parte di Planeta DeAgostini Cómics avrà un'introduzione d'eccezione: è opera di Peter Milligan uno dei più importanti scrittori inglesi di fumetti. A questo primo numero seguiranno i due successivi della prima serie con cadenza trimestrale. Come al solito, qui sono disponibili anche le prime cinque pagine del fumetto.

Prima di scrivere questa introduzione decisi di parlarne a Grant Morrison ed essendo privo del dono della telepatia gli telefonai. Il telefono squillò tre volte... poi ricevetti il lacerante segnale del fax.
Stavo per riappendere quando qualcosa mi bloccò. E rimasi ad ascoltare. Non mi ero mai soffermato ad ascoltare il segnale del fax prima di allora. L'avevo sempre creduto un qualcosa di neutro. Una sorta di vuoto. Come una pagina completamente bianca.

Un rumore tintinnante... seguito da un risucchiato vuoto... poi, di nuovo il rumore...
Mentre sentivo quel fischio dislocato, quella vibrazione statica, quel cambiamento immobile, indifferente, incoerente... cominciai a sentire altri suoni e finii per ascoltare, o piutto-sto creare, una sorta di musicalità nella mia mente. Sentii sussurri. Sentii risate, con un assurdo andirivieni della mia fantasia, immaginai anche di sentire il lontano farfugliare di Dio.

Poi tornai un po' in me e pensai a
The Invisibles. Di quanto la serie sia simile al segnale del fax.
Come il messaggio telefonico di Grant, non gli si può rispondere... e all'inizio potrebbe anche sembrare impenetrabile.
Come il messaggio antitelefonico di Grant, dobbiamo darle noi un qualche significato. Dobbiamo, per estendere e mutilare una metafora, strappare i cuori del significato da quelle vittime sacrificali che sono le nostre esperienze e innalzarle innanzi alla fredda e impietosa brillantezza di Tonatiyu, come manifestato da Grant stesso.
Perché con pazienza e scaltrezza scopriremo che
The Invisibles, come molti dei lavori di Grant, e Grant stesso, è eminentemente penetrabile. Chiede di esserlo e, quando penetrato, produce ricchi frutti.

Le ricchezze di questo volume, di questa raccolta di storie, sono proprio... ricchezze. Dall'abile caratterizzazione di Dane McGowan e dei suoi strani amici Invisibili, ai commoventi ritratti di Byron, e Bysshe e Mary Shelley, finanche alla divertente, quant'anche controversa, interpretazione di quello sciocco scoreggione d'un quasi nanetto che era De Sade. L'intricato intreccio della narrazione di Arcadia, poi, vale da solo il prezzo d'ingresso.

Recentemente, nell'introduzione al volume di uno dei miei fumetti, Enigma, Grant si offrì di mettere nero su bianco alcuni ricordi del tempo passato insieme. Io ora vorrei fare lo stesso, nello spirito della dannazione e nel tentativo di illustrare più chiaramente il calibro dell'uomo che sono orgoglioso di chiamare amico, con due delle miei ricordi.

Barcellona, nelle Ramblas fredde anche se inondate di sole, mentre Grant e io cercavamo di decidere il titolo di una collaborazione che stavamo, e spero stiamo ancora, tentando di cominciare.
Tra il forte profumo del tabacco e quello dei fiori, ci capitò di poggiare per puro caso gli occhi su una fila di cruda letteratura pornografica per omosessuali. Contemporaneamente, fissammo una particolare fuorviante copertina patinata, che mostrava un giovanetto dagli occhi sfrontati. Il titolo della lasciva pubblicazione era...
"Ragazzi Bizzarri!" sussurrammo entrambi, guardandoci l'un l'altro con stupore prima di far tornare il nostro sguardo grato alla rivista in questione. Avemmo una specie di rapporto mentale, un'epifania pornografica quando le nostre due menti, per un bizzarro istante, furono una cosa sola.
Avevamo trovato il nostro titolo.
E, più importante ancora, credo, ci eravamo trovati l'un l'altro.

In seguito, a San Diego, in un'affollata e fumosa stanza d'albergo, poco prima dell'alba, ricordo di aver visto dal mio giaciglio Grant che, prostrato al suolo, con gli occhi più rossi del culo di un orango in calore, elevava una toccante invocazione all'acqua. Sì, all'acqua! Perché qui abbiamo a che fare con un uomo che, mentre la notte esala il suo ultimo respiro, quando la maggior parte di noi è alcolicamente felice di poter strisciare nel proprio letto, beh lui trova ancora tempo per porgere l'omaggio al limpido e ruscellante sangue della vita del nostro pianeta!

Grant, io ti satuto!
The Invisibles, saluto anche voi!
Io saluto lo stupefacente prodotto di svariati artisti che hanno donato tutto loro stessi a questo progetto, per far sì che la creatura di Grant prendesse vita. Steve Yeowell, Jill Thompson, Dennis Cramer e tutti coloro che hanno lavorato a questo volume meritano i nostri ringraziamenti e la nostra gratitudine.

In ultimo, se state leggendo questa introduzione indecisi se comprare il libro o no, vi imploro. Nel nome dell'arte, nel nome del sesso e nel nome della libertà: compratelo! O rubatelo. No, ripensandoci, non rubatelo. Incastrate qualcun altro a comprarlo per voi. Fate come vi pare, ma leggetelo.
Ascoltatelo.
Ascoltate il suo incoerente sibilo... il suo rumore di fondo.
Penetratelo.
Lasciatevi penetrare.
Perché questo è un grande fumetto. E gli Invisibili sono una grande organizzazione.
E Grant, che al momento di questa mia introduzione è un uomo molto malato, in più di un senso, è una grande mente. Ed un grande scrittore.

Nuova opera per Planeta DeAgostini: The invisibles di Peter Milligan