La rivolta di Hong Kong coinvolge anche i mangaka, che però usano la cosa a proprio favore

La rivolta di Hong Kong coinvolge anche i mangaka, che però usano la cosa a proprio favore
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"Liberate Hong Kong, la rivoluzione del momento" è uno slogan che ormai da mesi impazza in rete e in TV in seguito all'esplosione delle manifestazioni nella città stato di Hong Kong. Il governo e gli abitanti dell'isola sono ormai l'uno contro l'altro da mesi e le violenze continuano a moltiplicarsi. Ora questo sta avendo effetto anche sui manga.

È noto a tutti che i manga siano amati nel mondo e, perciò, anche in Cina. Proprio nella terra del dragone è presente un forte mercato illegale di manga, con tanti scanlator che traducono e portano questi contenuti danneggiando l'economia manga giapponese. La battaglia di Hong Kong sta avendo risvolti anche su questi fronti.

Dopo che alcuni mangaka hanno iniziato pubblicamente a sostenere Hong Kong tramite Twitter o gli altri social, si è scatenata una reazione del popolo cinese. Da ciò è nato un boicottaggio degli scanlator cinesi che hanno deciso di boicottare le opere di qualunque mangaka decida di sostenere Hong Kong e le proteste dei suoi cittadini.

I mangaka però non possono che essere contenti della cosa, dato che i contenuti non saranno più rubati e riprodotti illecitamente come adesso. Come fa notare On Takahashi su Twitter, negli ultimi giorni si sono moltiplicati i tweet di mangaka che postano l'hashtag #HongKongHumanRightsandDemocracyAct, nato proprio per supportare a città stato, per far sì che i pirati cinesi smettano di pubblicare illegalmente le opere giapponesi.

Il boicottaggio si rivolterà contro questi pirati, oppure il trucchetto non sortirà effetto per i mangaka? La lotta alla pirateria prosegue, con le case editrici nipponiche come Shueisha e Kodansha che hanno preso provvedimenti nei confronti di alcuni siti stranieri e non.