X-Men: la Marvel approfondisce in un documentario l'era Apocalypse

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La Marvel ha rilasciato un terzo documentario che va ad approfondire nuovamente gli X-Men, fornendoci una retrospettiva del periodo Apocalypse, un evento che ha cambiato i connotati dell'universo dei mutanti negli anni novanta.

Il direttore esecutivo del marketing, Sven Larsen, si è espresso su questo fenomeno con le seguenti parole:

" La premessa di Age of Apocalypse è quella di un mondo dove Charles Xavier non è mai esistito, o comunque la sua vita è prematuramente scomparsa". Suo figlio, Legion, finisce per tornare indietro nel tempo e accidentalmente ucciderlo, con il risultato che non essendoci nessun Charles Xavier l'ascesa di Apocalypse non può essere fermata".

Larsen inoltre ha ricordato che la Marvel, a quel tempo, aveva preso l'abitudine di avere un crossover di X-Men ogni anno. Spesso questo è stato frustrante per i loro artisti, dal momento che la serie regolare veniva costantemente interrotta, ma Larsen afferma che Age of Apocalypse fu differente. L'idea fu così eccitante che tutti furono felici di farne parte.

"Mi piaceva l'idea che i nostri lottassero in un futuro apocalittico", dichiara Jeph Loeb, l'uomo di punta di Marvel Television che lavorò alla Marvel Comics come sceneggiatore per la serie in questione. Continua dicendo : " Tu stai cercando di salvare il mondo, ma è già distrutto, allora per che cosa stai lottando? Ciò per cui ti stai battendo veramente è l'umanità".

Un'altra novità esclusiva di Age of Apocalypse fu la sua estraneità alla serie regolare, che venne sospesa e sostituita con questa nuova capitolazione per ben quattro mesi: " La Marvel a quel tempo godeva davvero di molto successo, aveva il mercato in mano ma anche l'ambizione di voler prendersi dei rischi sperimentando con quello che era il nostro franchise più di successo", afferma Larsen.

Anche lo sceneggiatore Mark Waid si esprime sulla serie dicendo:

"L'audacia di stoppare la sere regolare e non farti sapere quando sarebbe tornata, eravamo sbalorditi da quell'idea, avevamo una dozzina di serializzazioni che stavano avendo successo in quel periodo, ci bastava soltanto cancellare questa per quattro mesi."

Questo approccio drastico offrì delle soluzioni inedite agli autori che non potevano realizzare nella serie canonica: " Tutto può cambiare, tutti possono morire, ognuno può innamorarsi. Tutto ciò che sapevi della serie andava direttamente fuori dalla finestra", riporta Loeb.

Waid continua dicendo: "Penso che abbiamo preso in prestito un pò il paradigma di Mad Max, tratteggiando un mondo più oscuro e riflettendolo sui caratteri e sull'estetica dei personaggi."

Larsen conclude: " The Age of Apocalypse non è il sogno di Xavier sugli umani e i mutanti che coesistono pacificamente, è quello di Magneto, che vuole una chiara supremazia dei secondi sui primi".

Un primo documentario sugli X-Men era già stato pubblicato, mentre giungono buone nuove su un sequel della serie animata dei mutanti.